Dopo l'antipasto del post introduttivo sulla Namibia tocca ora al primo capitolo del diario di viaggio in questa meravigliosa terra.
Purtroppo non ci sono voli diretti dall'Italia per Windhoek. Si può scegliere di volare da Francoforte con un volo diretto gestito da Air Namibia, oppure spostarsi in Inghilterra, Turchia o Qatar per raggiungere Johannesburg e quindi Windhoek. Insomma non è un volo semplicissimo né tantomeno leggero: bisogna salire su in nord Europa oppure spostarsi verso est prima di arrivare in fondo all'Africa, portandosi sul groppone tutte le ore supplementari del caso. Noi abbiamo optato per la deviazione da Roma verso Doha in Qatar. Solo che, per un'insieme di circostanze, anziché prendere la coincidenza per il Sudafrica ci siamo ritrovati a trascorrere una giornata imprevista in quel di Doha per poi prendere il volo diretto, sempre della Qatar Airways, per Windhoek in piena notte (alle 2,30 del mattino). In buona sostanza c'è andata più che bene, abbiamo saltato un aereo e alla fine anziché 4 voli ne abbiamo preso "solo" tre: Cagliari-Roma; Roma-Doha e Doha-Windhoek.
Comunque dopo la solita tremenda indigestione di cibo spazzatura negli interminabili voli siamo riusciti ad arrivare a metà mattinata in Namibia senza alcun problema. Qui abbiamo trovato Federica ad aspettarci con il suo mastodontico Toyota Land Cruiser 4x4.
Doha, Qatar:
In Qatar abbiamo trascorso una giornata tra cazzeggi vari, ottimi pasti, ricchi e abbondanti, e relax assoluto, senza troppo impegno. Doha è una città sfavillante, opulenta e appariscente, con uno skyline dalla forte personalità e tutt'intorno un'infinita serie di cantieri. È tutto uno snodarsi di imponenti viali colorati e illuminati, edifici improbabili e macchinoni lucidi. Diciamo che non è affatto male in senso assoluto, ma dopo qualche ora non si vede l'ora di risalire su un aereo. Fortunatamente a notte fonda siamo sul volo per l'Africa con in mano il solito vassoio di porcherie assortite servito da una gentilissima hostess.
Windhoek, Namibia:
Finalmente si arriva in Namibia e la differenza si avverte subito: dall'aeroporto immenso, bellissimo e maestoso di Doha si giunge a quello minuscolo, spartano e minimalista di Windhoek. Una volta compilato il solito biglietto per la dogana e ottenuto il visto in loco con le solite foto di rito e il timbro conclusivo sul passaporto, ci si trova immersi nel paesaggio africano, sotto il sole cocente di Marzo. Non resta che mettersi in viaggio verso la capitale, stavolta su quattro ruote ben piantate a terra e, finalmente, molto più spazio per le gambe e la possibilità di spostarsi da un sedile all'altro, dato lo spazio a disposizione.
C'è da dire subito che Windhoek obiettivamente non è granché. Sembra una cittadina tedesca, pulita e ordinata, ma con un traffico africano. L'architettura è decisamente europea, soprattutto nel centro; ci sono innumerevoli locali, ristoranti, alberghi, centri commerciali, chiese e palazzoni. L'Africa si inizia a intravederla nella periferia più estrema dove compaiono baracche e capanne, babbuini e altri animali a passeggio sul ciglio delle strade.
Dopo aver superato una colonna di turisti a bordo di dromedari lasciamo la capitale alle spalle e finalmente ci possiamo immergere nell'incantevole e cangiante natura namibiana. Lo spettacolo ha inizio.
Dopo aver superato una colonna di turisti a bordo di dromedari lasciamo la capitale alle spalle e finalmente ci possiamo immergere nell'incantevole e cangiante natura namibiana. Lo spettacolo ha inizio.
Come dicevo all'inizio del post all'aeroporto ci attendeva la bravissima Federica di Sense of Africa, guida-autista competente e preparatissima. Abbiamo scelto di essere accompagnati per evitare pensieri e risparmiare tempo prezioso. Comunque in Namibia si può andare anche per conto proprio; è abbastanza facile ed estremamente sicuro. Si può noleggiare un'auto (meglio un 4x4 e ancora meglio con 2 ruote di scorta) a Windhoek e spostarsi seguendo una mappa. Gli unici problemi possono essere la guida a sinistra, all'inglese, e gli sterrati in alcuni punti possono essere particolarmente impegnativi, per non parlare della sabbia decisamente difficile da affrontare in certi posti (Sossusvlei). Tuttavia noi abbiamo visto molti self drivers girare intorno a casaccio, investire animali o infilarsi in zone proibite con il rischio di fare danni al prezioso ambiente namibiano. Oltretutto una guida esperta ti fa risparmiare tempo, sa dove e come trovare animali rari, piante speciali o scorci e panorami particolari, e soprattutto conosce bene le strade.
Ripeto, la Namibia si può fare senza grossi problemi da soli; è un paese molto tranquillo e ospitale. Si trovano distributori di carburante in tutti i centri urbani (occhio però che i rifornitori possono essere moooolto distanti l'uno dall'altro), ATM per prelevare denari locali (il dollaro namibiano, NDS). Le strade asfaltate al di fuori della capitale e dei grossi centri urbani sono poche e bisogna affrontare lunghissimi sterrati, comunque ben tenuti, salvo qualche eccezione. E poi, come dicevo, ci vuole molto più tempo a disposizione se si vuole vedere il più possibile di questa fantastica terra.
Buon Viaggio
Un po' di musica per accompagnare il giro namibiano. I video qui sopra sono forse un po' troppo scontati, ma lungo il nostro viaggio erano questi i suoni che mi venivano in mente, non di certo i Discharge o gli Slayer...
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RispondiEliminaEehhh?!??
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