Lasciate ogni speranza o voi che entrate

Bochesmalas

martedì 29 dicembre 2020

Rockin' the vaccine

 



I suoni dentro la gabbia, in attesa della liberazione...Buon 2021

















mercoledì 23 dicembre 2020

Buon Natale e felice vaccino nuovo

 



Arrivano le feste - mai come in questa circostanza così tanto poco attese - tra un DPCM e l'altro, e un sacco di problemi correlati sia alla pandemia sia ai rimedi per combattere la stessa. Dopo gli assembramenti selvaggi per la corsa allo shopping di migliaia di pecoroni ebeti ci si ritrova ancora una volta chiusi, agli arresti domiciliari. Ancora una volta ritroviamo la nostra vecchia, cara, autocertificazione, e ancora una volta ci saranno migliaia di coglionavirus che proveranno a fare i "furbi" per aggirare i divieti. Il problema - la cosa che capisco meno - è che qualcuno dovrebbe spiegare cosa cazzo c'è da festeggiare. Il virus ha causato già 70.000 morti ufficiali in Italia (quindi sicuramente molti di più), 2 milioni di casi, un disastro economico senza precedenti con aziende che chiudono bottega, persone che si ritrovano a chiedere un pasto caldo alla Caritas, disoccupati e poveri che crescono come funghi e qualcuno ha ancora voglia di feste, regali e cenoni? Gli umani in tempo di pandemia si stanno rivelando sempre più egoisti, cinici e fondamentalmente stronzi.
Fortunatamente si dovrebbe partire a breve con il vaccino anti-covid e finalmente si intravvede un po' di luce. Il problema è che l'enorme macchina della vaccinazione di massa non finirà il proprio lavoro se non al termine del 2021. Quindi presumo che l'anno che verrà non possa essere molto meglio del suo infame predecessore. Sarà una battaglia lunga, dura e sanguinosa. Se poi ci si mettono anche i No Vax, i negazionisti, i salvinisti, i bastiancontrari a tutti costi, Renzi e altri strani individui, a mettere i bastoni tra le ruote, non sarà una cosa facile né tantomeno indolore. Ora c'è anche la variante inglese del virus che pare sia ancora più contagiosa delle precedenti e che sia più pericolosa per i giovani e bambini. In questo momento ci sono migliaia di tir in coda bloccati dalla chiusura della frontiera con il Regno Unito. Un disastro totale, un massacro, e qui si pensa ancora agli aperitivi e allo shopping. Mah!?!...
Comunque buona "zona rossa" a tutti, buon Natale e felice vaccino nuovo.
















lunedì 21 dicembre 2020

Dinamo Sassari: dopo il design danese la Milano da bere...almeno qualche sorso


 

Tutti aspettavano una risposta. In tanti, tantissimi, non avevano digerito l'ingestione forzata della ciofeca contro il Bakken Bears in Basketball Champions League, con relativa torsione dello scroto e successiva sagra della bestemmia. Beh, la risposta c'è stata, eccome: nonostante la sconfitta 102 a 86 - che letta così, basandosi solo sui freddi numeri può anche non apparire così entusiasmante - la Dinamo-Banco di Sardegna ritorna a casa a testa alta con una prestazione con i fiocchi per almeno 30 minuti. Poi, com'era facile prevedere è venuta fuori l'Olimpia Milano con il suo roster infinito, ma c'è voluta la loro migliore prestazione della stagione per ricacciare indietro la Dinamo. La banda del Poz ha dovuto issare bandiera bianca solo a metà dell'ultimo quarto, sotto la pioggia di triple di Roll e Datome. Sino a quel momento però una Dinamo spumeggiante aveva tenuto sotto la corazzata milanese per oltre 30 minuti, guidata da un incontenibile Jason Burnell (23 punti, 6 rimbalzi e ben 31 di valutazione, la più alta del match, milanesi compresi). Da segnalare anche le prestazioni del solito grande Bilan e di Gentile che piano piano sta riprendendo forma. Per il resto c'è da dire che anche uno Spissu non in grande spolvero fa sempre il suo (11 assist, 9 punti) Bendzius pure, con i suoi 8 punti e due triple nel momento di maggior splendore della squadra, ma gli altri ancora latitano: Kruslin da una parte infila tre triple pesanti, dall'altra pasticcia come sempre, perde palle e difende poco e male come sempre; Tillman ha fatto vedere alcune buone cose (10 punti per lui) e tante cazzate; Treier e Katic ancora una volta non pervenuti.

In buona sostanza se si tiene conto che in fin dei conti hanno giocato in cinque (Spissu, Bendzius, Burnell, Gentile e Bilan) essere riusciti a tenere sotto la miliardaria Milano per 30 minuti è un'impresa non da poco. Se solo ci fosse stato un buon sostituto di Spissu (Pusica, ahimè non ci sarà più) e qualche altro giocatore sul pezzo i due punti si potevano portare tranquillamente a casa. Spissu ha giocato 34 minuti, Bilan quasi 32, Burnell 34:30. Senza una panchina più consistente è difficile fare meglio. 

Ora la classifica si è accorciata ulteriormente, la Dinamo è settima a 10 punti (5 vittorie, 5 sconfitte) in compagnia di tanti altri (Pesaro, Venezia, Brescia, Treviso) e quindi la qualificazione per la Coppa Italia non è così scontata. Soprattuto ora che dopo il fallimento di Roma la Dinamo ha perso quei 2 punti di quella vittoria e quindi si è avvantaggiato dalla situazione chi contro Roma aveva perso. Del resto questa è un'annata strana, falsata dal Covid, dai palazzetti vuoti, dalle casse vuote e anche dai casi di positività che stanno interessando più o meno tutte le squadre. Oggi, all'indomani della 12a giornata questo strambo campionato a 15 squadre vede Trieste che ha disputato solo otto partite e l'unica che ne ha disputato 12 finora è Trento. Comunque la Dinamo, nonostante qualche giocatore non pervenuto, il covid e una panchina non troppo ricca, c'è e il segnale lo ha dato. Mercoledì 23 dicembre alle ore 16.00 si recupera la gara contro Cremona, spostata a causa del covid, e ci si aspetta la stessa grinta ed energia mostrata contro Milano, con la speranza che qualche altro giocatore dia un segno di vita. Per ora grazie ragazzi. Forza Dinamo!

giovedì 17 dicembre 2020

La Dinamo, i regali di Natale e lo shopping danese

 


Questa stranissima annata segnata dal coronavirus, dai palazzetti deserti e dalle montagne russe di una squadra che a momenti pare decollare verso il cielo e in altre circostanze sprofonda nel buio più nero, non smette di sorprendere. Nel bene e nel male. Ieri sera contro una squadra non proprio insormontabile (i danesi del Bakken Bears) la Dinamo-Banco di Sardegna già si pregustava la qualificazione ai playoff con largo anticipo, e invece non è andata proprio così. Dopo un primo quarto divertente e spettacolare dove una Dinamo spumeggiante sembrava doversi ingurgitare tutta la Danimarca in un sol boccone, la banda del Poz ha misteriosamente smesso di suonare (eccezion fatta per le bestemmie del direttore d'orchestra). D'improvviso, dopo solo dieci minuti, i vari Spissu, Bilan, Bendzius e Burnell sono passati dallo status di star di un altro livello a quello di ectoplasmi incapaci di qualsiasi reazione. Al contempo i Bears che parevano le vittime sacrificali di turno si sono trasformati magicamente in un'ottima squadra e hanno clamorosamente raso al suolo il PalaSerradimigni. Non è ben chiaro cosa abbia trasformato la Dinamo dopo quei magnifici 10 minuti, forse la colpa è da ricercarsi in un po' di presunzione di troppo, forse un calo di zuccheri o un pizzico di distrazione. Sta di fatto che è venuta fuori la partita più brutta dell'anno e, inoltre, a pochissimi giorni dalla tremenda trasferta in quel di Milano, questa improvvisa regressione, non lascia sperare niente di buono. Del resto se si prendono 22 punti dai modesti danesi dei Bears cosa ci si può aspettare dalla corazzata milanese?

Il residuo di speranza che non ci debba essere per forza di cose un'altra strage è dettato dal fatto che fino a ieri la Dinamo era prima del girone di Champions con tre vittorie su tre (comprese quelle con le tostissime Tenerife e Galatasaray) e che in campionato è reduce da due vittorie consecutive, in casa contro Treviso e soprattutto a Bologna contro la Virtus. Comunque ora che la frittata è fatta e la qualificazione ai playoff di Basketball Champions League non è più così scontata, è tempo anche di qualche considerazione (quasi) nel mezzo del cammin del nostro campionato: la Dinamo 2020-2021 - con tutte le attenuanti del caso e del covid 19 - ha nel suo roster alcuni elementi di categoria superiore come Bilan, Spissu, Bendzius, Burnell e Gentile - quando verrà recuperato completamente -. Gli altri si stanno rivelando non all'altezza della situazione, Kruslin è troppo discontinuo e distratto, Treier - forse a causa del covid - è quasi sempre impalpabile, Tillman troppo egoista - gioca sempre da solo - e soprattutto Katic non è Pusica. Dato per scontato che a causa del disastro economico dovuto dal covid è impossibile intervenire sul mercato, e quindi questi ci dobbiamo tenere, con questa squadra mi pare difficile si possa competere sino alla fine con Milano, Virtus Bologna, Brindisi o Venezia, per non parlare della Champions. Mi sembra improbabile infatti che si possa andare a vincere in Turchia o in Spagna. L'unica speranza è che i vari Spissu, Bilan, Burnell e Bendzius non incappino più in giornate storte collettive, perché sono sempre loro a tirare le castagne dal fuoco (l'unica eccezione è stato Katic nel finale della partita di Bologna). Per quanto riguarda le difficoltà al rimbalzo - vera specialità della casa nelle ultime stagioni- non penso si possa fare granché perché la squadra è questa. Forse si può migliorare anche da questo punto di vista ma non troppo, date le caratteristiche degli elementi.

In ogni caso, a prescindere dall'amarezza per la figura tremenda rimediata contro i Bakken Bears, la speranza è l'ultima a morire. Quindi ci si aspetta, anzi si pretende, una grande prova d'orgoglio a Milano. Che si vinca o si perda l'importante è non giocare come ieri. Forza Dinamo!

domenica 13 dicembre 2020

Le investigazioni in Cina di Animal Equality





I cinesi perdono il pelo ma non il vizio. Oltre a dilettarsi a rifornire continuamente il mondo di virus nuovi e quasi impossibili da debellare, oltre a saccheggiare intere zone dell'Africa, a contribuire con grande impegno all'estinzione di rinoceronti, felini ed elefanti e tutti gli animali in via di estinzione, oltre a distruggere il patrimonio dell'umanità dell'Unesco delle Galapagos, continuano impunemente a seviziare cani e gatti per ingurgitarli o per le loro pellicce, ancora adesso nel 2020. Non ci sono parole...

In questo post pubblico alcuni video di Animal Equality e delle loro investigazioni in Cina. Se potete e volete nei link qui sotto si può donare per supportare il loro lavoro in tutto il mondo.

 Animal Equality

Il menù cinese...

venerdì 4 dicembre 2020

Covid 19: il mistero dei morti di Nuoro

 



Se da una parte i negazionisti, i terrapiattisti e i nonmenefotteuncazzisti continuano a contestare numeri e percentuali, nonché le misure di contenimento della pandemia, dall'altra c'è anche il problema del conteggio dei morti effettivi a causa del coronavirus. Già nel terribile marzo scorso i conti non tornavano: molti piccoli centri del nord Italia avevano vissuto un terribile incremento del numero dei decessi rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, senza che questi venissero conteggiati tra le fila dei caduti del Covid 19. Adesso sta accadendo la stessa cosa: la tremenda seconda ondata post-balli e orge ferragostane, oltre ad aver causato un vero e proprio tsunami nelle strutture ospedaliere più distanti dal ricco nord, sta mettendo in crisi il pallottoliere della ASL e della protezione civile. In buona sostanza gli oltre 58.000 morti d'Italia (quasi 1000 ieri) non sono - o non dovrebbero essere - tutti i deceduti a causa del coronavirus nel nostro paese, anzi, secondo alcuni ne mancherebbero all'appello almeno 20-30.000.

In Sardegna la seconda ondata e il tremendo mese di Novembre hanno fatto registrare una vera e propria strage degli innocenti, come non si era mai visto nella prima ondata, con 400-500 nuovi casi tutti i giorni, una decina di morti quotidiani (462 il totale dall'inizio dell'epidemia), circa 600 ricoverati (in costante crescita) oltre ai circa 60-70 ospiti fissi in terapia intensiva. Numeri che potrebbero apparire bassi e non troppo preoccupanti se non si tenesse conto che la Sardegna è popolata solo da un milione e mezzo di anime. Da questi tremendi elenchi oltretutto, in quel fatidico mese, sono stati omessi per chissà quali misteriose ragioni i caduti di Nuoro e provincia. Perché a sentire chi ha perso qualche congiunto - e non sono pochi - o chi lavora nei reparti covid c'è qualcosa che non torna. Nei vari bollettini serali della protezione civile i morti di Nuoro si possono contare sulle dita di una mano di un ebanista prossimo alla pensione e invece si sono celebrati - e si celebrano - funerali di persone senza altre patologie, in alcuni casi anche abbastanza giovani che, pare, siano deceduti a causa del Covid 19. I morti sembrerebbero decine e decine, stando a quanto trapela dall'ospedale e dai parenti dei defunti, non di certo i tre o quattro conteggiati nel mese di novembre. A questo punto la domanda sorge spontanea: non è per caso che le ASL vogliono fare bella figura sulla gestione dell'emergenza servendo numeri purgati? O forse qualcuno vuole solo evitare la "zona rossa" e salvare il business con numeri più accettabili?

Io non so come stiano realmente le cose, di certo c'è qualcosa che non quadra in tutto questo. Adesso poi che ci sono le feste all'orizzonte e una moltitudine scalpitante che vorrebbe festeggiare a tutti i costi chissà cosa succederà. Il coronavirus virus e il lockdown che avrebbero dovuto renderci migliori ci hanno solo incattiviti e resi più egoisti e assetati di feste, aperitivi e assembramenti selvaggi. Dei mille morti quotidiani pare non fregare niente a nessuno, si pensa addirittura a sciare e ai cenoni...come se ci fosse davvero qualcosa da festeggiare.