Lasciate ogni speranza o voi che entrate

Bochesmalas

giovedì 27 febbraio 2020

Stolen Apple - Wagon Songs


Si, lo so, avevo promesso di non fare più recensioni su questo blog. Tuttavia ogni tanto qualche eccezione si può fare e poi questa non è che sia proprio una vera recensione, ammesso che ne abbia mai fatto una. Comunque sia "Wagon Songs" è il terzo album della band fiorentina Stolen Apple; segue "When We Rise" pubblicato nel 2015 e l'eccezionale "Trenches" del 2017 (il link della recensione lo trovate più in basso). Che dire, gli Stolen Apple suonano un rock potente e inebriante come ne se ne udiva da tempo, molto personale e variegato. Il disco è intriso di suoni dell'America alternativa degli anni '90, richiami al proto-punk, indie-rock, psychedelic rock e garage. Lungo i solchi di questo disco si avverte un certo aroma non troppo distante da alcune cose dei Radio Birdman, come anche di altre grandi band del passato (se avete una lente di ingrandimento adatta potete trovarvele da soli) ma l'approccio alla materia della band fiorentina è, come dicevo, assolutamente personale e originale, al di là delle innegabili influenze. Soprattutto di questi tempi dove impera la musica di plastica, il grande rock degli Stolen Apple non può lasciare indifferenti. Nel fiume elettrico che scorre tra i solchi c'è spazio anche per un'eccellente ballata ricamata da un'armonica, A Looking Behind Kid, che ha fatto emozionare anche il mio gatto. In conclusione si tratta di un disco da non perdere assolutamente, una delle migliori produzioni musicali di questo travagliato inizio del 2020.
Il disco è disponibile per il pre-order nello spazio bandcamp della band (link più sotto). Sarà presentato il prossimo 29 febbraio a Firenze al "Progresso".

Tracklist:

01.Suicide
02.Renegade Sun (Brexit)
03.It's Up Your Mind
04.Masturbation
05.Out Of Fashion
06.A Looking Behind Kind
07.Tattoo
08.Passion
09.Easier

autoproduzione - 2020



Formazione:

Luca Petrarchi - voce, chitarra, mellotron, organo, synth
Riccardo Dugini - voce, chitarra
Alessandro Pagani - voce, batteria, percussioni, piano
Massimiliano Zatini - voce, basso, armonica


mercoledì 26 febbraio 2020

Covid-19, le stravaganti abitudini alimentari orientali, lo sport, la quarantena e il panico


12 morti, oltre 370 contagiati, oltre 9000 tamponi eseguiti su pazienti sospetti, non sempre sintomatici, ma comunque a rischio contagio in quanto residenti nelle zone colpite. 
Il nuovo Coronavirus ha rotto gli argini: dalla Cina con furore, ha invaso la Corea del Sud, il Giappone (con la nave lager Diamond Princess), l'Iran e ora anche l'Europa con l'Italia in testa. C'è da dire che da noi i test positivi sono di più anche perché nel resto d'Europa non ne fanno proprio (non più 400 tamponi eseguiti sia in Francia sia in Germania). D'altro canto è anche vero che numerosi casi in giro per l'Europa riguardano cittadini italiani o turisti che hanno soggiornato da noi. Per il resto il panico avanza senza motivi veramente validi, dato che la mortalità in caso di infezione non è affatto elevata, a meno che non si soffra di altre patologie importanti, e comunque non lo è più della comune influenza. Nonostante ciò si assiste alla caccia spasmodica delle mascherine nelle farmacie - anche se quelle (senza filtro) che si vedono in giro non servono a granché a meno che non si sia già contagiati, per non parlare della corsa ad accaparrarsi generi alimentari come se si fosse una guerra in corso. O no? Forse siamo in guerra davvero?
Intanto il carnevale sta scorrendo in sottofondo quasi in silenzio; molte manifestazioni sono state annullate, altre no, ma ce ne siamo fatti una ragione. Purtroppo è successo anche con lo sport: sono molte le discipline colpite dagli effetti collaterali del trasformista Corona. Il turno di campionato di Serie A di basket previsto per il prossimo weekend è stato sospeso e rinviato, come anche il recupero tra Varese e Virtus Bologna previsto per domani. La Dinamo Sassari, già costretta allo stop dal turno di riposo e dalla pausa per la nazionale (a proposito: grandissimi Michele Vitali - Capitano - e Marco Spissu in quintetto nelle vittorie contro Russia ed Estonia) dovrà "riposare" forzatamente ancora una settimana, e speriamo che basti. Non è dato sapere come si evolverà la situazione e cosa accadrà il 4 marzo quando è previsto il primo match del Round of 16 della Basketball Champions League.
Intanto anche il calcio si ferma a macchia di leopardo, qualcuno potrà anche proseguire a porte chiuse, il ché non è proprio il massimo. Oltre alle pesantissime perdite economiche c'è anche il rischio che i vari campionati vengano falsati in modo irreparabile.
C'è poi il rischio che saltino anche le attesissime Olimpiadi di Tokyo e questo sì che sarebbe un bel disastro.
Comunque, a prescindere dagli effetti collaterali, Covid-19 nasce in Cina, come nascono in oriente buona parte delle nuove bestioline che saltano dagli animali all'uomo. Dalla Sars in poi è stato tutto un susseguirsi di virus famelici che cercano di vendicarsi delle puttanate fatte dall'uomo, specie da quello con gli occhi a mandorla. Se anche in Oriente s'imparasse un po' di igiene e si evitasse di mangiare povere bestiole vive o animali selvatici improponibili, come i pipistrelli e i rettili, forse l'umanità intera ne trarrebbe un qualche giovamento. 
Per il momento laviamocene le mani...














sabato 22 febbraio 2020

Nuoro, il declino e la decadenza di un paesone mai cresciuto...


Non è affatto bello destarsi e rendersi conto che la propria città non è più quella di una volta, e chissà da quando. Qualcosa, in questi ultimi anni mi (ci) è sfuggito di mano; non abbiamo visto cosa stava accadendo alla nostra città, o forse non abbiamo voluto vedere. 
I luoghi, è vero, dovrebbero crescere ed evolversi, se possibile migliorare o al limite - se questo non fosse possibile - almeno restare uguali per conservare quanto di buono è stato offerto ai propri figli nel corso della storia. Invece no, Nuoro, la mia amata Nuoro, non solo si è fermata, è anche regredita e ora appare come una vecchia signora tossica, piena di vizi e manie, acciacchi e turbe di ogni genere. Una vecchia male in arnese che cerca di stare al passo con i tempi ma non ci riesce per niente e, anzi, non ci va neppure vicino. Questo paesone non cresce, anzi regredisce come numero di inquilini, come un qualsiasi piccolo paese isolato e invecchiato male, come ce ne sono tanti nella nostra provincia. Al contempo però si sollazza con tutti i vizi delle grandi città senza esserlo neanche un po'. Infatti i centri commerciali presenti in città sono talmente tanti da far impallidire Tokyo; la droga serpeggia come un fiume in piena tra i vicoli e nei cortili del centro e delle periferie; branchi di ragazzini nullafacenti e nullapensanti, spesso mono-neurone, cercano di imitare le baby gang delle grandi città e nessuno, dico nessuno, glielo impedisce o glielo può impedire. Per anni è stato permesso a questi branchi di ultraminorenni, praticamente bambini, di abbandonare la scuola, drogarsi tranquillamente alla luce del sole davanti a tutti e di dedicarsi al più puro vandalismo a tempo pieno. Sono decine, forse centinaia, i piccoli tossici teppisti che invadono impunemente le nostre strade e i nostri pianerottoli, a suon di rap, trap, schiamazz e cazz, tra una dose e l'altra, magari fornita dagli stessi genitori, a volte ignari dei rischi e pericoli conseguenti, a volte consapevoli e fieri delle epiche gesta dei propri pargoli degenerati.
Non dico che prima non ci si faceva le canne, anzi tutt'altro: quasi tutti a quell'età le hanno provate. La differenza è che prima il rito prevedeva un po' di pudore, di segretezza, di privacy, un certo contegno e una certa atmosfera. Ora, invece, c'è la necessità di gridarlo forte e farlo vedere perché la consapevolezza dell'impunità e l'accondiscendenza dei genitori sono bandiere da mostrare a tutti gli altri, una sorta di balentìa 2.0. Un'altra sostanziale differenza rispetto al passato è che ora è molto più alta la percentuale delle rappresentanti del gentil sesso, mentre prima c'erano si, ma non così numerose e soprattutto non così piccole (alcune di queste nuove tossiche superano di poco il metro di altezza e forse hanno ancora il pannolino).
Ma prima, ripeto, era diverso: si usciva tutti, sempre e comunque, al Corso Garibaldi, con la pioggia o con il sole, ci si incontrava e si interagiva con gli altri faccia a faccia, non con uno smartphone. Si era connessi con il mondo reale, in carne e ossa, acqua, aria e terra, e fortunatamente non c'erano i social. Ora il centro di Nuoro è deserto, al Corso passano solo poche decine di persone e questo avviene al massimo sino alla chiusura dei negozi, quando invece prima era ricoperto da un tappeto umano composto di centinaia di persone di tutte le età. Sempre. 
Probabilmente, oltre a essere cambiata la fisionomia della città che è cresciuta a dismisura in estensione (viceversa proprio per niente come numero di abitanti, anzi si sta spopolando alla grande), sono cambiati anche gli umani che la popolano e, di certo, non in meglio. L'umano nuorese 2.0 è di una specie diversa rispetto al suo diretto discendente, soprattutto quello più giovane. Certamente non sono tutti così gli adolescenti, ci mancherebbe pure, ma buona parte delle nuove generazioni locali è un brutto mix tra i tossici-spacciatori delle periferie delle grandi città, qualche scoria male assortita - e male interpretata - della tradizione etnico-folkloristica autoctona buttata un po' a caso qua e là, un look ripreso dai reality show di tendenza, dai vari influencer e rapper milionari italici e tanta, tanta, ma proprio tanta, ignoranza. Nonostante gli smartphone perennemente connessi. 
Non parliamo poi del nuovo trend cittadino in puro New Nuoro Style in merito alla potatura delle piante che decorano (o meglio decoravano) la città. La nuova moda prevede che gli esperti giardinieri locali si dilettino a tranciare gli alberi di netto, a pochi centimetri dal suolo, provocando una serie infinita di morti vegetali, non so quanto consapevolmente. La nuova moda partita a cavallo tra la fine del 2019 e questi primi mesi del 2020 prevede un taglio netto di piante anche con mezzo secolo di vita, così un po' a caso, a partire dal centro della città sino ad arrivare fuori dai confini. Forse per farsi un po' di legna? Forse solo per impiegare in qualche modo (un po' a cazzo) gli operai del comune? Non saprei. L'unica cosa che so è che non riconosco più la mia città.

Adios Nugoro amada...