In questa quarta puntata del nostro diario di viaggio la strada giunge all'Oceano Atlantico, dove le immense dune incontrano l'acqua in uno spettacolo incredibile.
Prima di arrivare nei pressi delle due cittadine portuali, la "teutonica" Swakopmund e "l'anglosassone" Walvisbay, c'è il tempo di ammirare qualche spettacolare relitto nella Skeleton Coast e dare un'occhiata a una distesa di licheni ultra-millenari. Nella costa di queste parti, a causa della nebbia e della scarsa visibilità, molte navi in passato (ma anche di recente) si sono incagliate nei fondali minacciosi namibiani. La costa è disseminata di cadaveri di imbarcazioni di varie specie che vanno a creare un'ambientazione decisamente tetra e affascinante. Il resto di questa scenografia inquietante è affidata alle acque tumultuose dell'Atlantico.
Una volta giunti a Walvis Bay è d'obbligo ingozzarsi di ottimi piatti a base di prodotti del mare in uno dei tanti ristoranti della città. Ma in questa zona ci sono tante cose da fare che possono lasciare il segno: da qui si può fare una crociera nella laguna per giungere a Pelican Point dove ha trovato casa una grande colonia di otarie. Nel tragitto, accompagnati dalla visita di pellicani e foche, si possono ammirare vari branchi di delfini e si è fortunati, in determinati periodi dell'anno, anche le balene. Inoltre nella barca ci si può sollazzare con spumante fresco e ostriche namibiane, il ché non dispiace affatto.
Oltre questo si può anche prenotare un bel giro in jeep sulle dune, un'esperienza davvero memorabile che consiglio vivamente. Altro che montagne russe...
Swakopmund rispetto a Walvis Bay è più seriosa e ordinata, appunto più "tedesca" non solo nell'architettura. Comunque in questa zona della Namibia oltre al paesaggio che cambia drasticamente anche il clima che è decisamente più fresco (anche freddo, la sera) e umido e anche se persiste il deserto (che si spinge sino in bocca all'Oceano) la scenografia preparata anche stavolta dal "nostro regista" è sempre diversa e sorprendente.
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