Lasciate ogni speranza o voi che entrate

Bochesmalas

giovedì 29 novembre 2012

Diablo Swing Orchestra - Pandora's Piñata


Aprite gli occhi, la mente e, dato che ci siete, anche il portafoglio. Perché il nuovo fantastico album dei Diablo Swing Orchestra reclama un'adeguata attenzione, senza pregiudizi sui confini che, secondo il pensiero comune, la musica dovrebbe rispettare.
Qui potete trovare metal, swing, jazz, folk, salsa, funk, musica mariachi, musica sinfonica e lirica, melodie d'oriente, progressive metal, cori in giapponese, archi, trombe e percussioni irresistibili e un ritmo "indiavolato."
L'orchestra svedese con quest'album ha fatto il grande salto, dopo un ottimo esordio (The Butcher's Ballroom del 2006) e un secondo album non del tutto a fuoco (Sing Along Songs For The Damned & Delirious del 2009) ora hanno sfornato il loro capolavoro.
La cantante Annlouce Loegdlung qui raggiunge il suo apice con una prova incredibile: riesce a cambiare registro più volte con una classe spaventosa, come se i D:S:O avessero tre o quattro cantanti diverse. E l'orchestra la segue con una varietà di suoni e colori pressoché infinita grazie ad un sapiente uso della materia ritmica, di chitarre metal, violoncello, trombe e tromboni. Ce n'è per tutti i gusti.
L'inizio è esplosivo grazie al singolo Voodoo Mon Amour, puro swing metal, e Guerilla Laments, irresistibile salsa-metal, che creano subito l'atmosfera giusta. Non è facile stare fermi.
Poi giunge agli ignari timpani dell'ascoltatore la suadente melodia accompagnata da chitarroni metal di Kevlar Sweethearts che mischia le carte in tavola, e ci si ritrova da qualche altra parte del mondo.
Il malinconico violoncello del breve strumentale How To Organze A Lynch Mob introduce Black Box Messiah, potente ibrido dance-swing-metal con dei deliziosi coretti in giapponese.
Seguono altre delizie come la stupenda Exit Strategy Of A Wrecking Ball, la sinfonica ballata Aurora, dove la voce della Loegdlung da libero sfogo alle sue qualità di soprano d'estrazione lirica, il folk-thrash metal di Mass Rapture dal retro gusto medio orientale. Poi giunge, tanto per confondere ancora un po' le idee, lo swing-metal-jazz dell'incredibile Honey Trap Aftermath.
Ma ci sono ancora altre gemme da scoprire: la potentissima, epica e trascinante Of Kali Ma Calibre, alterna seducenti note d'archi, una melodia affascinante che profuma di terre lontane, a violenti assalti metal.
Chiude il disco la splendida e malinconica Justice For Saint Mary, otto incredibili minuti con un finale inaspettato. Un capolavoro.


Tracklist:

01.Voodoo Mon Amour
02.Guerrilla Laments
03.Kevlar Sweethearts
04.How To Organize A Lynch Mob
05.Black Box Messiah
06.Exit Strategy Of A Wrecking Ball
07.Aurora
08.Mass Rapture
09.Honey Trap Aftermath
10.Of Kali Ma Calibre
11.Justice For Saint Mary

Candelight Records - 2012

voto: 9



















mercoledì 28 novembre 2012

Adrian H and the Wounds: la recensione


Dopo l'omonimo album del 2009 ritornano Adrian H and the Wounds e ora è il turno di un nuovo omonimo album (tanto per confondere un po' le idee) edito dalla Projekt di Sam Rosenthal. Il disco era già uscito per la Danse Macabre a novembre dell'anno scorso con il titolo "Dog Solitude." Nella nuova edizione cambiano copertina e titolo e si perdono per strada un paio di brani (due remix di tracce già edite, una delle quali, Cookies and Cocaine, era precedentemente apparsa sul primo album).
Il folle gruppo di Portland propone un'oscura miscela di darkwave, murder ballads come il grande Nick Cave insegna, atmosfere non troppo distanti dal migliore Tom Waits (del quale riprendono Hoist That Rag), il dark cabaret, qualche sprazzo jazz noir, ed elettronica e industrial (Nine Inch Nails e affini) distribuite in pericolose pillole da mandare giù con un po' di whiskey. Il tutto accompagnato dall'immancabile pianoforte di Adrian H e dal sax di The Raptor che decorano i momenti più intensi delle dieci composizioni del disco.
La musica dei Wounds si presta molto bene ad accompagnare le immagini cinematografiche, magari un film noir o qualche follia dark-surreale; David Lynch o Tim Burton non dovrebbero faticare troppo a trovare materiale per le loro storie nei brani di questo disco. Alcune composizioni di Adrian H and the Wounds, infatti, sono state già utilizzate in alcuni film: "The Ultimate Ride" e "Brutal Beauty-Tales Of The Rose City Rollers,"
Questo album rispetto al precedente ha un ritmo leggermente più sostenuto e un suono meno scarno e più intenso che potrebbero portarlo a varcare la soglia del genere di nicchia e a conquistare anche un pubblico più ampio. La qualità, di certo, non manca.
I 10 brani che lo compongono sono 10 piccoli capolavori. Da segnalare il dark-pop-cabaret di Chim Chim Cher-ee, presa in prestito da Mary Poppins, l'oscura e inquietante That Hurts, la bellissima Dog Solitude nella quale si aggirano le ombre dei Bauhaus, la più rockeggiante Nasty, la ballata fumosa per locali notturni malfamati Bad Man e il dark jazz della conclusiva Border Patrol.
Gran bel disco. Sicuramente tra i migliori dell'anno.








Tracklist:

01.Memory
02.That Hurts
03.Hoist That Rag
04.Dog Solitude
05.Chim Chim Cher-ee
06.Nasty
07.What She Wants
08.Bad Man
09.The Night My Mother Scream
10.Border Patrol

Projekt - Danse Macabre - 2012

voto: 9




















Yaroslav Gerzhedovich

Yaroslav Gerzhedovich è un giovane artista russo contemporaneo che si occupa di pittura e fotografia e lo fa in un modo stupefacente, rendendo indefiniti e indefinibili i confini tra le due differenti arti. Possiede uno stile cupo e fantastico che spesso richiama tecniche e ambientazioni tipiche del medioevo e del rinascimento. Nelle sue opere vi sono riferimenti alla mitologia, allegorie, paesaggi bucolici o molto vicini all'immaginario fantasy, e una straordinaria tecnica al servizio della sua geniale creatività.