I vichinghi sbarcano a Parigi, ma non hanno incrociato sulla loro strada Francois Hollande bensì Charles Baudelaire, perché qui siamo nel 1857, sui ciottoli umidi calpestati dai cavalli delle affollate viuzze della capitale francese e questi sono i "Fiori del Male:"
Christofer Johnsson e i suoi grandiosi Therion hanno deciso di rischiare e tentare un'impresa immane: ovvero creare un'opera rock liberamente ispirata alle poesie di Baudelaire e, per giunta, senza l'appoggio di un'etichetta discografica dal portafoglio consistente. Perché la Nuclear Blast li ha abbandonati appena il folle Johnsson ha messo nero su bianco il nuovo progetto musicale formatosi negli oscuri labirinti della sua mente, e il testardo svedese anziché riporre nel cassetto la sua nuova creatura ha messo mano ai suoi risparmi e ha deciso di autoprodurre l'album.
Il quindicesimo album dei Therion presenta anche altre clamorose novità: innanzitutto è interamente cantato in francese, ma forse qui non si poteva fare diversamente data la fonte d'ispirazione e, soprattutto, l'imponente architettura vocale composta dai potenti cori, meravigliose ugole d'impostazione lirica e voci più classicamente affini al metal, interamente verniciata in lingua francese, suona magnificamente. I brani presenti in scaletta pare siano tutte rivisitazioni di canzoni francesi degli anni 60 e 70 riadattate allo stile dei Therion. Alcune sono a firma di Serge Gainsbourg (Poupée de Cire Poupée de Son, presente in due versioni e Initials B.B.). Gli altri autori non li conosco e, ovviamente, hanno ben poco a che fare con il metal e la musica rock. Non so neanche cosa abbiano a che fare con i fiori del male e Baudelaire, data la mia scarsissima conoscenza della lingua francese, ma il risultato finale è eccezionale.
Nei solchi di Les Fleurs Du Mal si respira l'atmosfera decadente della Parigi di qualche secolo fa, donne incipriate, profumi, pizzi e merletti, ma anche polvere, quartieri malfamati e fumerie d'oppio.
I suoni sono imponenti e magnifici; vi sono momenti malinconici e romantici e possenti cavalcate gothic metal, voci eccellenti e un'orchestra vera alle spalle. Sicuramente a qualche fan di vecchia data del gruppo svedese gli si torceranno le budella sia per l'uso dell'idioma di Napoleone che per la ridotta percentuale di metal presente. Ma se gli si da una chance senza pregiudizi può riservare grandi sorprese.
Non ha senso citare le singole tracce perché il disco va assaporato e metabolizzato nella sua interezza, anche se non si tratta di un vero e proprio concept album. In ogni caso è un opera da ascoltare tutta d'un fiato, magari in piena notte o a luci spente...Non ve ne pentirete.
Tracklist:
01.Poupée de Cire, Poupée de Son
02.Une Fleur Dans le Coeur
03.Initials B.B.
04.Mon Amour, Mon Ami
05.Polichinelle
06.La Maritza
07.Soeur Angelique
08.Dis Moi Poupée
09.Lilith
10.En Alabama
11.Wahala Manitou
12.Je N'al Besoin Que de Tendresse
13.La licorne D'or
14.J'al le Mal de Toi
15.Poupée de Cire, Poupée de Son.
End of Light - 2012
voto: 8,5
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