Una delle cose più interessanti dell’anno appena trascorso sono stati gli Iceage, un giovane gruppo post punk proveniente da Copenhagen con un solo album alle spalle: New Brigade, l’oggetto di questa recensione. Il disco scorre che è un piacere, veloce, breve e intenso: i quattro danesi riescono a infilare 12 tracce in poco più di 24 minuti, e sembra di fare un bel salto indietro nel tempo (primi anni 80 o giù di li) quando i dischi di area punk e zone limitrofe non necessitavano di mega produzioni, né di molto tempo per trasmettere il proprio messaggio (l'album Group Sex dei Circle Jerks con i suoi 15 minuti di durata è un valido esempio). New Brigade trabocca di suoni e atmosfere del primo post punk inglese e anche qualcosa di certo hardcore americano, eppure suona fresco, nuovo e attuale, nonostante i riferimenti al glorioso passato del rock alternativo.
I nomi che vengono in mente ascoltando quest’oscura e grezza gemma sono i Warsaw (prima incarnazione dei Joy Division) i primi Wire, i Magazine, gli UK Decay e qualcosa del primo hardcore americano come i Black Flag, i 7 Seconds o i Born Against, ma si tratta solo di sensazioni. Non mancano neanche i riferimenti garage-punk e dark, ma il risultato finale è originale, fresco e nuovo quanto basta. Le ritmiche sconnesse e sghembe, le chitarre dissonanti, il basso pulsante e la voce apatica e magnetica creano una miscela eccitante di suoni e melodie, a cavallo tra vecchie cose e pulsioni moderne e moderniste. Non ci è dato sapere se questo disco sia in grado di tracciare una nuova strada al rock indipendente in questi strani anni 2000 ma, intanto, il disco non riesce ad abbandonare il lettore cd, neanche con la forza.
I brani migliori sono difficili da pescare in un album così breve e interessante nel suo insieme, ma White Rune con i suoi riferimenti ai Warsaw e ai primi Killing Joke in versione ipervitaminizzata è entusiasmante; Remember con la sua linea melodica a cavallo tra Joy Division e White Lies è irresistibile e non ha bisogno di ricordarci di “ricordare”; la strepitosa Broken Bones fa venire in mente qualcosa di qualche vecchio gruppo pop punk come i mitici AB’s o i più moderni Orange; Count Me In (cover dei connazionali Sexdrome) è un eccellente brano hardcore che ricorda qualcosa dei Black Flag e lo fa molto bene; Never Return è un classico pezzo post-punk che non ricorda nessuno e anche questo lo fa molto bene; la traccia finale, You’re Blessed, è una via di mezzo tra il post-punk di scuola inglese e le melodie di Kevin Seconds dei 7 Seconds.
In conclusione un disco eccellente che avrebbe meritato ben altra posizione nella classifica di fine anno (I Migliori Dischi del 2011) ma i miei neuroni sono quelli che sono...
Tracklist:
1.Intro
2.White Rune
3.New Brigade
4.Remember
5.Rotting Heights
6.Total Drench
7.Broken Bones
8.Collapse
9.Eyes
10.Count Me In
11.Never Return
12.You’re Blessed
24:17
Escho-Abeano - Tambourhinoceros - 2011
voto: 9
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