El Camino (la strada) è un disco facile, forse anche troppo, e proprio per questo motivo e per il suo apparire troppo perfetto e piacevole all'ascolto che dopo i primi, entusiasmanti, ascolti si può rischiare di metterlo ingiustamente da parte, perché è probabile che si vada a pensare che abbia dato tutto quello che poteva dare. Invece lo spessore dell'ascolto cresce notevolmente dopo un adeguato periodo di distacco e di riflessione, e cresce talmente tanto da causare dipendenza sino ad obbligare a un ascolto quotidiano, magari a orari stabiliti come certe medicine salvavita. In ogni caso questo post non è il luogo adatto per discutere se va assunto prima, dopo o durante i pasti (per la posologia e la modalità di somministrazione rivolgersi a un medico) ma la cosa importante da evidenziare è che va preso! Nella forma, dose e agli orari che preferite, ma va preso assolutamente.
Per chi non li conoscesse i Black Keys sono un gruppo alternative rock americano proveniente da Akron, Ohio (città natale dei grandissimi Devo) composto da due elementi: il chitarrista e cantante Dan Auerback e il batterista e produttore Patrick Carney. El Camino è il loro settimo album e suona che è una meraviglia.
Il suono è diretto, rock'n'roll sino al midollo, e non lascia scampo (play loud, consiglia correttamente un'etichetta adesiva sulla confezione) con la sua irresistibile miscela di garage, blues in tinta bianca, funk e soul. Certo, i Black Keys, hanno inventato l'acqua calda, niente di innovativo e sconvolgente, ma il fuoco è quello giusto e la pentola bolle che è un piacere.
L'inizio è deflagrante, con il singolo Lonely Boy dal ritmo irresistibile e i cori trascinanti. La seguente Dead and Gone è lievemente meno veloce e leggermente screziata di pop e umori di black music. La terza traccia, Gold on the Ceiling, è un'altra bomba di rock potente e trascinante, tra i ZZTop e il soul, e i piedi faticano a stare fermi. Dopo arriva Staiway to Heaven, o meglio qualcosa che la ricorda parecchio: Little Black Submarine, nei primi minuti, riporta in mente il pezzo degli Zeppelin spudoratamente (ma molto piacevolmente) per poi mutare in un chiassoso e acido hard rock. Con Run Right Back, spinta da un ritmo deciso, una chitarra maliziosa e un'anima nera, i piedi si rimettono in moto. La successiva, splendida e irresistibile, Sister è ancora più colorata di soul, funk e tentazioni danzerecce in versione 70's revisited. La chiusura del disco è affidata a Nova Baby, dal vago sapore new wave e richiami a al più "classico e moderno" indie rock, e all'ottima Mind Eraser che riesce a "cancellare dalla mente" l'ascolto appena concluso e spinge a rimettere il dischetto nel lettore cd.
Tracklist:
1.Lonely Boy
2.Dead and Gone
3.Gold on the Ceiling
4.Little Black Submarine
5.Money Maker
6.Run Right Back
7.Sister
8.Hell of a Season
9.Stop Stop
10.Nova Baby
11.Mind Eraser
38:25
Nonesuch - Warner Bros - 2011
Prodotto da Danger Mouse e The Black Keys
voto: 8
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