I Pennywise sono sempre stati una delle colonne portanti dell’hardcore melodico, nonostante la sfiga che li perseguita con particolare accanimento da tanto tempo: prima la morte del bassista Jason Thirsk nel 1996 (al quale hanno dedicato l’album Full Circle) poi l’abbandono del cantante Jim Lindberg (una delle voci migliori del punk rock statunitense e inconfondibile marchio di fabbrica della premiata ditta Pennywise) qualche anno fa. A quel punto molti li annoveravano già nel lungo elenco delle specie in via di estinzione, invece i Pennywise sono risorti dalle loro ceneri per continuare il cammino lungo la strada sconosciuta con l’arrivo di un’altra grande ugola: il bravissimo Zoli Teglas, proveniente da un’altra band eccezionale, gli Ignite. Non è dato sapere quanto bisognerà attendere per un nuovo album con la splendida voce di Zoli, ma pare che quest’anno sia quello buono...attendiamo fiduciosi. Quest’estate torneranno in Italia per alcuni concerti e si spera che siano accompagnati da un nuovo disco.
La nuova formazione con Zoli Teglas:
Quando uscì il primo album omonimo, nel lontano 1991, la scena melodic hardcore era prossima al massimo del suo fulgore e quel disco esplosivo sorprese molti ascoltatori: una scarica di adrenalina con una scaletta mozzafiato composta da 14 trascinanti e potenti anthem. Il disco vendette molto bene e si classificò nei piani alti delle classifiche indipendenti di fine anno, anche in Italia (qualcuno si ricorda di Blast!?), ma non quanto avrebbe meritato. Ricordo che dopo il primo ascolto pensai come fosse strano il mercato discografico, perché un disco del genere avrebbe dovuto essere nelle classifiche (quelle che contano) di tutto il mondo. La stessa cosa mi capitò con l’ascolto del primo album dei Green Day, ma loro riuscirono a rifarsi poco tempo dopo. I Pennywise invece hanno sempre venduto molte copie dei loro dischi ma non usciti mai dalla ristretta (mica tanto poi...) cerchia degli ascoltatori di hardcore e punk rock.
Il sound dei quattro clown assassini (il nome Pennywise l’hanno preso dal feroce clown di It di Stephen King) era, ed è, caratterizzato dalla potente chitarra dalle devianze metal del gigantesco Fletcher Dragge e dalla bellissima voce di Lindberg sino all’ultimo disco. Un potente e veloce skate punk, debitore dei grandi Bad Religion ma anche di gruppi di puro hardcore come i 7 Seconds.
Oltre al primo strepitoso disco è assolutamente fondamentale l’ascolto del terzo spettacolare lavoro: About Time del 1995, un altro capolavoro di hardcore melodico capace di far rimettere in piedi Lazzaro in pochi istanti. Gli altri lavori, compreso l’ultimo Reason to Believe del 2008, sono di ottima qualità fatta eccezione, forse, per il debole The Fuse che, secondo me, è un po’ carente d’ispirazione. Certo da From The Ashes in poi qualcosa si è persa per strada, ma i primi cinque album sono una sicurezza.
La formazione attuale:
Zoli Teglas - voce
Fletcher Dragge - chitarra
Byron McMackin - batteria
Randy Bradbury - basso
La discografia:
A Word from the Wise - 1989 - EP (ristampato insieme all'ep Wildcard nel 1992 dalla Theologian records) - voto: 7
Pennywise - 1991 - voto: 10
Unknown Road - 1993 - voto: 8
About Time - 1995 - voto: 10
Full Circle - 1997 - voto: 8
Straight Ahead - 1999 - voto: 7,5
Land of the Free? - 2001 - voto: 7
From the Ashes - 2003 - voto: 6,5
The Fuse - 2005 - voto: 5
Reason to Believe - 2008 - voto: 6,5
Zoli Teglas e i grandissimi Ignite, dei quali è assolutamente indispensabile avere almeno lo stupendo "Our Darkest Days", un capolavoro assoluto...
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