Il 2018, per quanto mi riguarda, è stato un anno pessimo, a tratti terrificante. È iniziato male ed è finito anche peggio. Comunque ce lo abbiamo lasciato alle spalle e questo è già un buon punto di partenza per ricostruire e ricostruirsi. Certo, ci sono state anche alcune cose positive come la fine di Renzi e del renzismo e la (quasi) estinzione del PD. Sulle mie considerazioni in merito a questi eventi, ovviamente, non tutti saranno d'accordo; si tratta pur sempre di punti di vista soggettivi e personali, assolutamente opinabili. In ogni caso riguardo il suddetto partito la mia speranza è che il suo declino avvenga anche nella mia regione (la Sardegna) dove i danni causati dal PD sono stati devastanti. Tanto per citarne solo uno: la terribile, sanguinosa e tragica ATS Sardegna, un vero e proprio cataclisma per la Sanità regionale. Ma lasciamo perdere questi tristi eventi. Il 2018 verrà ricordato nel mondo per la pace tra Trump e Ciccio Kim, la Brexit infinita, i Gilet gialli francesi e i "soliti" attentati di matrice islamica e poco altro. In Italia per il crollo del ponte di Genova, i "soliti" terremoti e alluvioni e il blocco dei porti per l'import-export di immigrati che sta mettendo fine al business della compravendita di disperati.
Beh, in tutti i casi, le speranze per un nuovo anno migliore ci sono e sono abbastanza consistenti, anche perché è difficile che si possa fare peggio del 2018. Per quanto concerne il panorama politico internazionale c'è prima di tutto la possibilità che qualcosa cambi anche nella UE con le elezioni europee. Poi ci sono anche buone chances che si metta fine all'esistenza politica di Macron, con nello sfondo la Merkel che sta diventando sempre più evanescente e impalpabile. Quindi qualcosa potrebbe cambiare davvero. Io sono fiducioso.
Buon anno!
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