Lasciate ogni speranza o voi che entrate

Bochesmalas

martedì 15 maggio 2018

Perù: Puno e il lago Titicaca


La sesta tappa del nostro giro in Perù è stata la città di Puno per vedere il lago Titicaca, un'altra meta imperdibile tra le tante meraviglie di questo paese. Puno si raggiunge da Chivay nella valle del Colca dopo le solite 5 ore e passa di bus. Si arriva in questa movimentata cittadina, capitale nazionale del folk con tutta la serie di balli e costumi, praticamente solo per specchiarsi nelle acque blu di questo immenso lago naturale. Il Titicaca è il più alto del mondo (tanto per cambiare) arriva infatti a 3.810 metri e questi si sentono tutti, fino all'ultimo centimetro. 
Secondo le leggende da queste acque sono emersi Mama Occio e Manco Capac, i fondatori dell'impero Inca. E devo dire che non potevano trovare posto più bello per tirare su questa civiltà affascinante come poche altre.
Il primo impatto con il lago sono le strane e pittoresche isole galleggianti abitate dagli indigeni Uros. Si tratta di isolotti artificiali di giunco, ancorati al fondo del lago con lunghi bastoni. Questi mondi fluttuanti della tribù delle acque richiedono tempo e tanto lavoro per la manutenzione ordinaria e per non farle marcire sotto i piedi. 
Una volta saliti sopra una di queste si ha l'impressione di camminare su un enorme materasso ad acqua, il che non aiuta se il tragitto sull'acqua ha già messo in subbuglio lo stomaco, ma è sicuramente un'esperienza piacevole. Ogni isola è abitata da gruppi di persone che si occupano di tutto, anche di vendere i loro manufatti ai turisti. Sembra tutto un po' finto, a dire il vero, ma è decisamente uno dei pezzi forti del Perù. I colori dei costumi del popolo dell'acqua sono forti e sgargianti e risaltano al sole (quando c'è), probabilmente grazie anche alla rarefazione dell'ossigeno che rende più vivi i colori, oltre a spezzare il fiato. Si può fare un giro in una delle loro imbarcazioni artigianali anch'esse in giunco.
Purtroppo sulle isole galleggianti non si è visto il sole, il quale si è presentato qualche ora dopo la lunga navigazione in queste acque immense verso l'isola naturale di Taquille.
Quest'isola grande e rigogliosa è abitata da genti di origine quechua che si occupano principalmente di tessere vesti, copricapo, sciarpe e quant'altro. La salita sulla cima dell'isola è abbastanza lunga e ovviamente faticosa a causa dell'altura, ma vale sicuramente la pena di farla. Nel tragitto ho visto molti turisti, soprattutto anziani, agonizzare e sudare come fontane; non sono sicuro se siano arrivati tutti a destinazione.
Noi siamo arrivati senza grandi problemi, ovviamente con l'aiuto delle foglie di coca.







































































































Nessun commento:

Posta un commento