Finisce così la trentesima giornata del campionato 2017-2018: Dinamo Sassari-Banco di Sardegna 112 - VL Pesaro - 81. Nonostante tutto ciò i giganti bianco-blu salutano il campionato, a testa alta ma con una vasta collezione di rimpianti in saccoccia.
22 punti (e 10 assist) di Bamforth, 18 di Planinic, 19 di Polonara, 15 di Stipcevic, 13 di Bostic e 10 di Jones (accompagnati da 13 rimbalzi) non fanno altro che accrescere la collezione di rimpianti. Sarebbe bastata una sola vittoria in più per cambiare drasticamente le sorti di questa stagione di assoluta sofferenza, magari proprio quella mancata contro Pesaro all'andata che ancora brucia dolorosamente. Di certo ci si ritrova in buona compagnia, fuori dai playoff, oltre alla Dinamo infatti escono clamorosamente dal gruppo delle magnifiche otto Bologna, Torino (vincitrice della Coppa Italia) e Reggio Emilia. In quest'ultima tragica giornata passa Cantù e la Cremona di mr. Meo Sacchetti, Johnson Odom e i cugini Diener, a pari punti con la Dinamo e con Bologna ma avvantaggiati dalla classifica avulsa. Dispiace che Brindisi non abbia fatto il miracolo ma, a questo punto, mi fa piacere che ci sia Cremona tra le squadre che sono riuscite ad andare avanti.
La Dinamo chiude la stagione 2017-18 al decimo posto, con 15 vittorie e 15 sconfitte. Dopo sette anni fuori dai playoff scudetto nella massima serie, nonostante quest'anno abbia potuto sfoggiare il secondo attacco della serie A (dietro a Cantù). Se non altro si chiude tra gli applausi con la standing ovation dei 5.000 del PalaSerradimigni.
In ogni caso Grazie Dinamo!
Cala il sipario su una stagione mai così travagliata e povera di risultati concreti. Niente da lasciare ai posteri nell'annata 2017-2018 della Dinamo-Banco di Sardegna, a parte la delusione e la sfortuna che si è accanita contro la banda di Sardara dall'inizio alla fine. È stato un lungo e infinito tiro a segno da parte della sfiga che si è accanita con particolare dedizione sulla Dinamo d questa stagione.
Eppure quest'anno la Dinamo aveva promesso faville, la squadra sulla carta era fortissima, una delle più forti dai tempi dei Diener o anche di quella del triplete. Almeno così pareva. Evidentemente non era proprio così.
Certo, non c'era nessun Diener in campo, come anche nessun Logan o un Lacey, ma certe prestazioni come la striscia di 7 vittorie tra campionato e coppa, con il successo in casa di Brescia, capolista e allora imbattuta, come ciliegina sulla torta, come anche la splendida prestazione contro Milano nel girone di andata, accesero gli entusiasmi come fuochi d'artificio.
Certo, non c'era nessun Diener in campo, come anche nessun Logan o un Lacey, ma certe prestazioni come la striscia di 7 vittorie tra campionato e coppa, con il successo in casa di Brescia, capolista e allora imbattuta, come ciliegina sulla torta, come anche la splendida prestazione contro Milano nel girone di andata, accesero gli entusiasmi come fuochi d'artificio.
Comunque non si sono mai visti così tanti alti e bassi in una stagione Dinamo, anche se questi hanno sempre caratterizzato in qualche modo l'era post-triplete. È mancato l'orgoglio, il coraggio e soprattutto la testa. Se l'anno scorso si perdevano tante partite all'ultimo secondo in gare sempre combattute e intense dall'inizio alla fine. Quest'anno si è fatto peggio: si sono persi tutti, e sottolineo tutti, i momenti chiave, ogni punto di svolta è stato sbagliato clamorosamente.
A un certo punto della stagione, dopo le dimissioni, non accettate da nessuno né dalla squadra né dal presidente, di Federico Pasquini come coach, c'era stato l'unico momento di reazione della squadra con le sette vittorie succitate, ma quello è stato solo un fuoco di paglia, intenso ed entusiasmante, ma comunque breve. Dopo la Dinamo è riuscita a mancare l'accesso alla Final Eight di Coppa Italia è a quel punto è iniziato il declino, molti meccanismi si sono inceppati e l'incolpevole Pasquini arrivò a perdere anche la fiducia di una larga fetta dei tifosi.
A un certo punto della stagione, dopo le dimissioni, non accettate da nessuno né dalla squadra né dal presidente, di Federico Pasquini come coach, c'era stato l'unico momento di reazione della squadra con le sette vittorie succitate, ma quello è stato solo un fuoco di paglia, intenso ed entusiasmante, ma comunque breve. Dopo la Dinamo è riuscita a mancare l'accesso alla Final Eight di Coppa Italia è a quel punto è iniziato il declino, molti meccanismi si sono inceppati e l'incolpevole Pasquini arrivò a perdere anche la fiducia di una larga fetta dei tifosi.
Il punto è che in quell'occasione è stata fatale la partita disastrosa a Pesaro, dove è morta la fiducia e l'autostima della squadra, a causa di una prestazione orripilante e della contemporanea botta di culo di Cantù nella sfida a Brindisi. Ora il tutto si è ripetuto con l'ultima di campionato contro Pesaro questa volta in casa e l'altra partita, questa volta facile facile, di Cantù in casa contro una già salva (e mediocre) Brindisi. Praticamente solo un miracolo poteva salvare Sassari a questo punto: un suicidio di Cantù nella partita più importante della sua stagione. In buona sostanza un risultato impensabile. Forse con i ruoli invertiti, cioè sostituendo i rispettivi posti di Dinamo e Red October, Cantù avrebbe avuto ben altre speranze visti i flop dei sassaresi nei momenti che contano. Comunque non c'è stato nessun miracolo, come sempre in questa stagione, e neanche una buona prestazione di Brindisi è riuscita a fermare il gran culo di Cantù.
Bisogna ammettere però che la Dinamo, sfortuna a parte, si è involuta lentamente e inesorabilmente nel corso della stagione. Quando doveva vincere lo si vedeva già dai primi secondi dove attaccava rabbiosamente e la metteva dentro da subito, in queste ultime partite invece è sempre partita moscia e ha sempre dovuto rincorrere gli avversari. Di certo i recuperi clamorosi e le reazioni feroci dei quali si è dimostrata capace non fanno altro che accrescere i rimpianti, perché una squadra capace di recuperare 20 punti significa che ha le possibilità anche di vincerle le partite.
Per quanto riguarda il cambio in panchina di Markovski al posto di Pasquini devo dire che non ha portato grandi risultati. Si, sono arrivate due ottime vittorie fuori casa, a Pistoia e Avellino, ma anche le solite cocenti sconfitte, per giunta in casa, come contro Brescia e Venezia e qui si sono persi i playoff. Non di certo a Trento contro una squadra di rugbisti sotto mentite spoglie. Oltretutto se è vero che con coach Markovski è rinato Hatcher è altrettanto vero che si sono spenti altri che andavano alla grande come Spissu, Tavernari e in parte anche l'ottimo Planinic, e inoltre c'è stata anche la "morte" definitiva di Pierre. Bisogna anche tenere conto che il nuovo coach non ha dovuto fare i conti con gli innumerevoli infortuni che avevano caratterizzato la gestione di Pasquini. Però la percentuale di sfiga è rimasta invariata in tutte e due le gestioni.
Pazienza, sarà per l'anno prossimo...
Pazienza, sarà per l'anno prossimo...
Le pagelle di fine anno.
Dinamo Sassari 2017-2018: 4,5. Fuori dalla Champions per un canestro ci può anche stare, del resto sono uscite tutte le italiane. Fuori dalla Final Eight invece non è concepibile, soprattutto perché si è usciti perdendo contro l'ultima in classifica. Fuori dalla Fiba Europe Cup contro una squadra insignificante, per giunta dopo aver accumulato un vantaggio di 17 punti nella gara d'andata non è accettabile. Addirittura fuori dai playoff scudetto è una roba ai confini della realtà.
Nell'annata 2017-2018 la Dinamo ha perso tutti gli overtime e tutti i finali punto a punto ad eccezione della trasferta a Brescia, ma quella era un'altra squadra. Ha perso contro Capo D'Orlando in casa e contro Pesaro quando i punti valevano più dell'oro. In generale ha sempre perso nei momenti che contavano. Un 4 e mezzo finale fin troppo generoso, al netto di sfortuna, arbitraggi e infortuni e della rabbiosa reazione nell'ultima giornata di campionato. Bocciata.
Ma non se ne può fare un dramma, con tutte le soddisfazioni e le incredibili emozioni che ci ha offerto da tanti anni a questa parte, un'annata relativamente storta ci può stare. Forse ci eravamo abituati male...
Ma non se ne può fare un dramma, con tutte le soddisfazioni e le incredibili emozioni che ci ha offerto da tanti anni a questa parte, un'annata relativamente storta ci può stare. Forse ci eravamo abituati male...
Sardara: 8,5. Ha fatto il possibile e anche di più per far crescere la società e tutto il mondo che gli ruota intorno, con sponsor, vivaio, visibilità e iniziative di ogni genere che non hanno eguali in Italia e non solo. È riuscito a gestire al meglio alcune situazioni bollenti come la crisi con Pasquini e il cambio di coach fatto al momento giusto. Ma non ha avuto fortuna. In ogni caso è il miglior Presidente d'Italia.
Pasquini: 6,5. Come GM ha gestito una campagna acquisti eccellente sia per tempismo sia in prospettiva futura. Come coach ha ricevuto in cambio l'affetto e la stima della squadra, come forse non è mai accaduto a nessun allenatore in Italia. Ha anche azzeccato l'alchimia giusta in alcuni frangenti (la striscia di 7 vittorie) ma anche lui non ha avuto fortuna, un po' a causa degli infortuni un po' anche perché molti giocatori non si sono rivelati quelli che sembravano.
Markovski: 6,5. Ha preso una squadra demotivata e moscia, fuori dalle coppe e con il morale sotto le scarpe. Ha provato a cambiare le carte in tavola ma i risultati non sono stati entusiasmanti né molto diversi dagli ultimi di Pasquini. Tre vittorie e tre sconfitte, per giunta due in casa. Bisogna però considerare che ha avuto poco tempo.
Bamforth: 7. Nella prima parte della stagione ha condotto quasi da solo la squadra con risultati e grande impegno (e se il giudizio si limitasse a quel periodo il voto sarebbe stato 8,5 o anche di più), ma nel girone di ritorno è andato a corrente alternata mostrando ottime cose e tutto il suo talento solo a sprazzi. Anche la trasformazione da parte di coach Markovski che gli ha tolto i compiti da play non ha dato i risultati sperati. Assolutamente inutile la grande prestazione contro Pesaro.
Spissu: 5. Era partito bene, a tratti benissimo, e stava crescendo. In coppia con Stipcevic nell'ultima parte dell'era Pasquini aveva fatto cose egregie. Poi si è spento con tutta una serie di palle perse ed errori nei momenti topici. Tuttavia ha ampi margini di miglioramento e potrebbe rivelarsi una delle pedine più importanti nel prossimo futuro.
Stipcevic: 7,5. Uno dei migliori in assoluto, uno dei pochi combattenti in questa formazione. Ha avuto il problema di diversi infortuni nel corso della stagione, cosa alla quale non era abituato. Perciò la ripresa dopo ogni stop è stata lenta e laboriosa, ma con lui in campo si è vista la migliore Dinamo. Un autentico guerriero.
Hatcher: 6. Ha viaggiato a corrente alternata per tutta la stagione. Per lunghi tratti ha offerto prestazioni mediocri se non peggio, ma quando si è messo a giocare ha fatto vedere tutta la sua classe. Con la gestione Markovski si è rivelato uno dei migliori.
Jones: 7. Anche lui ha viaggiato sulle montagne russe in un saliscendi di grandi prestazioni e momenti bui, ma lo ha fatto meno degli altri. In alcune partite è stato tra i pochi a salvarsi.
Planinic: 7. L'altro centro ha avuto un andamento similare al suo collega di reparto, però per gran parte della stagione è stato molto più costante di Jones, quasi sempre tra i migliori. Ha perso qualche mezzo voto in più nel finale. Con la gestione Markovski l'ho visto perdere un po' di smalto, ultima partita a parte.
Polonara: 7. Anche lui è stato affetto dal virus dell'incostanza. Ha alternato prestazioni mostruose come pochi altri (il tris di ventelli consecutivi, per esempio) ma ha staccato la corrente incomprensibilmente in diverse occasioni. Senza questi blackout avrebbe avuto un voto ben più alto.
Pierre: 4. Una prima parte di stagione a dir poco fenomenale, ha viaggiato a lungo a livelli eccellenti ma poi è sparito. In alcune gare la Dinamo si è trovata con un uomo in meno in campo o, se preferite, un avversario infiltrato nella propria squadra. Inguardabile nelle ultime prestazioni. Chissà se si possa rivedere il contratto già firmato per la prossima stagione.
Devecchi: 5,5. Utilizzato poco, forse troppo poco. Quando è stato chiamato ha fatto vedere di che pasta è fatto il capitano, ma tutti e due i coach non gli hanno concesso lo spazio che ancora meriterebbe.
Tavernari: 6,5. Chiamato tardivamente dalla panchina da coach Pasquini ha mostrato la sua incredibile mira dai 6,75 e stava anche crescendo in difesa. Con l'avvento di Markovski si è decisamente spento e ha guadagnato solo pochi spiccioli di gioco.
Bostic: 5. Purtroppo non è il David Bell della passata stagione. Ad un certo punto ha fatto vedere grandi cose in attacco, poi si è rivelato anche un difensore grintoso e forte. Ma anche lui ha fatto vedere un gran bel campionario di disattenzioni ed errori, alcuni decisamente fatali.
Picarelli, Bucarelli: S.V. Non hanno giocato abbastanza. Il primo quasi niente, il secondo arrivato dalla Cagliari Dinamo Academy dopo la salvezza conquistata, ha fatto intravvedere buone cose.
Randolph: 3. Un inizio niente male, da vero protagonista. Poi il freno a mano tirato all'improvviso, alcune prestazioni disastrose e l'inevitabile esclusione dal roster.
Per quanto riguarda il futuro ci dovrebbe essere coach Esposito alla guida tecnica per la prossima stagione. Devecchi, Bamforth, Polonara, Spissu e Pierre (spero che si tratti di quello del girone di andata e non del suo gemello brocco delle ultime partite) saranno in campo anche l'anno prossimo. Non ho capito bene se zio Rocco Stipcevic faccia parte dei riconfermati - forse mi è sfuggita la cosa - ma spero proprio di si, perché se dipendesse da me sarebbe da tenere a vita, più di tutti gli altri. Non mi dispiacerebbe se si potesse fare in modo di tenere anche Jones e/o Planinic.
Perché sembra strano, visto i risultati e tutto il discorso precedente, ma buona parte della squadra (eccetto due o tre elementi) potrebbe costituire l'ossatura di un gran bel gruppo. Dovrebbero arrivare dalla Dinamo Academy di Cagliari anche Bucarelli, già visto all'opera in queste ultime due partite, e Rullo. Dall'anno prossimo cambieranno le regole: ci dovranno essere obbligatoriamente almeno 5 giocatori italiani nella formula 5+5 (cinque italiani + cinque stranieri di qualsiasi nazionalità), a meno che non si vogliano pagare 40.000 euro di luxury tax per avere stranieri in più (nella formula 3+4+5, con 3 extracomunitari, 4 comunitari e 5 italiani, o 6+6, sei italiani e sei stranieri) e in questo caso però oltre alla tassa si dovrà rinunciare ai ricchi premi di "mamma" basket che assegnerà 400.000 euro al club che vincerà la classifica del più virtuoso nell'utilizzo di giocatori italiani. Non so se questa sia la formula giusta per rilanciare i nostri atleti, ma probabilmente può essere utile a livellare il campionato e a renderlo ancora più combattuto perché certe squadre dal budget pressoché infinito (leggi: Milano) potrebbero essere costrette a fare shopping in casa e non nelle boutique estere. D'altro canto però non so come andrà a finire nelle coppe europee con squadre per metà composte solo dai nostri baldi giovanotti quando si andranno a incontrare le superpotenze straniere che hanno regole diverse. Boh, ai posteri l'ardua sentenza.
La gran parte delle immagini e video presenti in questo post si riferiscono a Dinamo-Venezia del 22.04.2018 (84 a 92 il risultato finale).
Forza Dinamo!
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