I Ceremony sono una band californiana di grande esperienza con ben quattro album sulle spalle, oltre a questo nuovissimo "The L-Shaped Man". Si hanno costruito una solida reputazione nella scena hardcore con un suono dirompente e potentissimo e una discografia di tutto rispetto, ma già nel precedente disco "Zoo", il primo su Matador, lasciavano trasparire quella che sarebbe stata la loro sorprendente trasformazione che caratterizza il nuovo album. Perché la bestia incontrollabile, la ferocia e il violentissimo assalto sonico, hanno subito una magnifica mutazione in queste nuove undici tracce e l'hardcore punk è sfumato in un favoloso post punk, puro quanto originale. Un passo coraggioso, un salto al di là della barricata che lascia senza fiato per lo spessore della proposta e la qualità di ogni singola composizione. Perché loro già facevano ottima musica, avevano un buon seguito e un futuro assicurato, eppure hanno deciso di mischiare le carte e avviare una nuova partita.
Il fatto che abbiano vinto anche questa sfida lascia intendere la grande qualità di questi cinque musicisti di Rohnert Park. La musica che sgorga in questi solchi, sospinta da un potentissimo basso, è ammaliante ed entusiasmante, quanto inaspettata. La potenza ereditata dal passato hardcore traspare ancora in più di un'occasione, sia nell'approccio vocale sia nell'energia sprigionata dalla band (vedi Root of the World). In altre occasioni appare l'ombra di Ian Curtis (The Party, Exit Fears) in una selva di percussioni, ma è un'apparizione affatto scomoda, anzi molto utile all'economia del disco, grazie alle numerose sfaccettature e qualche piacevole richiamo alla storia del genere, o meglio, del sotto-genere. Ed essendo il post-punk, appunto, un sotto-genere, un derivato, lo spazio di manovra è limitato e il "pericolo" di riportare in vita una sequenza di note, un'atmosfera o un fantasma, è inevitabile. Ma non è detto che questo sia un male, anzi, Ross Farrar è un ottimo esorcista, e riesce a piegare al suo volere i fantasmi del passato con un utilizzo strepitoso della sua ugola, sin dalla partenza folgorante con Exit Fears fino alla chiusura del disco con la stupenda The Understanding.
Un album straordinario, sicuramente tra le cose migliori ascoltate in questa prima metà del 2015.
Tracklist:
01.Hibernation
02.Exit Fears
03.Bleeder
04.Your Life in France
05.Your Life in America
06.The Separation
07.The Pattern
08.Root of the World
09.The Party
10.The Bridge
11.The Understanding
2015 - Matador Records
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