"Bodies" si apre con un basso potente che squarcia il rumore bianco e subito ci si immerge nell'atmosfera schizofrenica e malsana del disco. I norvegesi Haust hanno un loro suono, si sono aperti una strada tutta loro nel panorama hardcore punk moderno con quattro dischi esplosivi: "Ride The Relapse" del 2008, "Powers of Horror" del 2010, "No" del 2013 e il nuovo nato, oggetto di questa recensione.
Da sempre coinvolti nella scena Black Hole Crew in compagnia di una altro pezzo da novanta come i magnifici Okkultokrati (con i quali condividono il chitarrista Pål Bredrup) e un manipolo di altre ottime band, non si limitano al solito compitino di diffusione di rumore e chitarre ruggenti. "Bodies", infatti, offre innumerevoli punti di vista: su una base hardcore caotica e rumorosa si formano suoni atipici di derivazione noise e scorrazzano deviazioni sperimentali e dissonanze inaspettate, melodie atipiche, sfumature psichedeliche, chitarre garage e scorie black metal riadattate allo scopo.
In questo disco si possono sentire al contempo raffiche di chitarra punk, dissonanze e tensioni noise degne dei migliori Jesus Lizard o Unsane, qualche passaggio non distante dal classico post-punk e anche l'ombra inquietante del più oscuro black norvegese, con la malefica voce catarrosa di Mølberg sugli scudi. Si potrebbero cogliere senza difficoltà anche alcune tracce dei suoni proposti dai primi Voivod perché, per quanto diverse siano le due band, l'atmosfera creata in numerosi passaggi di Bodies non è troppo lontana da quanto sentito in War and Pain a suo tempo. Ma si tratta solo di sensazioni e ricordi sfumati, gli Haust sono talmente difficili da inquadrare che scivolano via da qualsiasi etichetta allo stesso modo di quanto avviene con gli Okkultokrati. Forse la causa è da ricercarsi nell'aria che si respira in Norvegia, nel freddo gelido o negli inverni lunghissimi e bui di quelle lande, o forse deriva da qualcosa presente nel DNA dei norvegesi. Fatto sta che in quella terra è sempre sbocciata musica diversa, che segue strade diverse rispetto a quanto avviene oltre i loro confini e gli Haust non fanno eccezione.
In conclusione devo dire che "Bodies" è un capolavoro, probabilmente è anche il miglior disco prodotto dai cinque di Oslo e sicuramente non avrà alcun difficoltà a conquistarsi uno dei primi posti nella classifica di fine anno.
Grandissimo album.
Tracklist:
01.Static Attack
02.Days
03.Body Melt
04.Light
05.Give Me Shame
06.Peephole Maze
07.No Body
08.Out Like A Light
09.Fall
10.Bodies
Fysisk Format - 2015
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