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Bochesmalas

mercoledì 27 novembre 2013

In Solitude - Sister


Gli In Solitude sono una band svedese giunta ora al fatidico traguardo del terzo album, dopo le buone prove fornite con i precedenti In Solitude del 2008 e The World, The Flesh, The Devil del 2011.
In questo nuovo album racchiuso in un'inquietante quanto affascinante copertina, hanno voluto fare le cose in grande, affinando il loro suono sempre in bilico tra rivisitazioni NWOBHM e sonorità dark e gothic rock sino a raggiungere una perfetta sintesi. Il disco funziona benissimo e riesce a regalare 46 minuti di eccellente musica dal forte sapore underground, grezza e oscura e al contempo raffinata e fascinosa.
L'apertura acustica e atmosferica di He Comes ammalia con il suo odore di antico, muffa e polvere, e già questo brano posto coraggiosamente all'inizio della scaletta ci fa capire che non si tratta del solito album di gothic metal per le masse. 
La sucessiva Death Knows Where decolla con splendide chitarre e sonorità che richiamano gli anni 80 e certo metal contaminato e oscuro, e il gothic rock inglese che popolavano le cantine dell'epoca.
Gli In Solitude riescono a pescare dalle pagine più oscure della NWOBHM con un tocco moderno ed estremamente attuale, con qualche riferimento che conduce ai Mercyful Fate, ma anche ai Mission e ai Sisters of Mercy.
La terza traccia, la splendida A Buried Sun, si muove sinuosa nell'oscurità più fitta e pericolosa e s'insinua dentro il cranio come un tremendo e subdolo parassita impossibile da debellare.
Pallid Hands prosegue il discorso su territori classic metal dall'anima nera e a questo punto dell'ascolto la voglia di andare a riprendere i due precedenti capitoli dalla band diventa irrefrenabile.
Lavander parte con un riff che riporta alla mente gli English Dogs della svolta metal e ha il sapore forte e grezzo che solo certo heavy metal underground degli anni 80 poteva possedere, sino all'avvento di questa band svedese.
Le magnifiche cavalcate di Sister e Horses in the Ground (ricamata dalla voce della mitica Jarboe) conducono verso il gran finale affidato a Inmost Nigredo che parte con suoni pischedelici e atmosferici e poi cresce e si sviluppa come un'immonda creatura che abita nell'oscurità assoluta.
Grande album.
Da collocare accanto ai migliori dischi dei Paradise Lost, Katatonia, Ghost e The Devil's Blood.

Tracklist:

01.He Comes
02.Death Knows Where
03.A Buried Sun
04.Pallid Hands
05.Lavander
06.Sister
07.Horses in the Ground
08.Inmost Nigredo

2013 - Metal Blade Records

Formazione:

Pelle Åhman - voce
Niklas Lindström - chitarra
Henrik Palm - chitarra
Gottfrid Åhman - basso
Unio Bruniusson - batteria










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