Lasciate ogni speranza o voi che entrate

Bochesmalas

lunedì 12 dicembre 2011

Thrash Metal


Il thrash metal nasce nei primi anni ottanta in California dalla fusione dei suoni provenienti dalla nuova, più moderna e aggressiva, ondata di heavy metal proveniente dall’Inghilterra (la cosiddetta New Wave Of British Heavy Metal) e le tematiche e la velocità dell’hardcore sia inglese (Discharge, G.B.H, Exploited) che americano (Suicidal Tendencies, D.R.I., Dead Kennedys, Misfits). Era un periodo storico particolare per la musica alternativa: sino a pochi anni prima le due culture, quella metal e quella punk hardcore, non si erano mai incontrare e, anzi, erano sempre state in aperto scontro ideologico, sino ad arrivare anche allo scontro fisico in occasione di alcuni concerti un po’ troppo azzardati per il periodo, dove si misero insieme gruppi di entrambe le fazioni (tra gli altri: i Saxon con i Clash). Nella Bay Area, invece, le tematiche di protesta sociale dell’hardcore trovarono terreno fertile in una nuova generazione di giovani musicisti con la passione per il metal, i Motorhead, i Venom e i suoni, le liriche, il look e l’attitudine si unirono, mescolarono e, come un serpente che si morde la coda, non era più chiaro quale fosse l’inizio e la fine; i confini erano saltati definitivamente. A un certo punto le cose si mescolarono così bene che non era più così lampante chi appartenesse o no a una determinata scena: era il periodo del dubbio amletico se l’hardcore fosse nato da una costola del punk o dalle viscere dell’heavy metal. I dubbi nascevano a causa/grazie a gruppi come D.R.I., Cryptic Slaughter o ancora Nuclear Assault, Cro-Mags, S.O.D., M.O.D. Corrosion of Conformity o gli stessi Suicidal Tendencies. Si era creata una tale promiscuità e mescolanza d’idee, suoni e aspetto esteriore che aveva fatto crollare il muro divisorio tra le diverse scene. I giovani gruppi thrash sdoganarono dal semi anonimato della piccola scena hardcore tanti gruppi che acquisirono notorietà, e talvolta successo, anche grazie alle magliette indossate dai giovani rampolli brufolosi del nuovo metal (si pensi alle magliette dei Misfits o dei Discharge indossate dai membri dei Metallica, a quelle degli Exploited indossate dagli Heathen, o alla copiosa quantità di cover hardcore e punk rock a opera di Slayer e Metallica ).
Erano altri tempi; vigeva ancora la cultura del fai da te (il Do It Yourself) ed era tutto più rustico e artigianale: le fanzine erano fatte e distribuite a mano, come i flyers dei concerti o le musicassette che circolavano di mano in mano con scarsa qualità sonora e fastidiosi fruscii. Un nuovo album era un evento: si comprava il trentatré giri seguendo la procedura come se fosse un rito, lo si liberava religiosamente dal cellophane (per poi pentirsene e andare alla ricerca di una nuova busta trasparente per proteggere il prezioso oggetto) e si leggevano i testi, le note, anche le più minuscole didascalie. Solo dopo aver letto, annusato e toccato l’oggetto del desiderio lo si poggiava sul piatto e dopo qualche piccolo crepitio della puntina sui solchi, finalmente si assaporava il nuovo gioiello.
In Italia radio e tv non trattavano la materia se non sporadicamente e ci si doveva affidare al passaparola, alle fanzine e a qualche rivista rock (Rockerilla su tutte, con la mitica rubrica Hard’n’heavy curata da Beppe Riva), prima dell’avvento dei magazine di settore.
I gruppi più importanti, quelli che hanno forgiato la materia, non sono solo i cosiddetti Big Four: Metallica, Anthrax, Slayer e Megadeth; a questi quattro, che sono sicuramente i più noti, non vi è dubbio, bisogna aggiungere almeno i mitici Exodus, i Testament, i Possessed e i Death Angel.
Poi ci sono le perle più rare, quelle band che non sono quasi mai usciti dalla ristretta cerchia dell’underground come i Detente, gli Indestructible Noise Command, gli Heathen, i Sacred Reich, gli Holy Terror e tanti altri.
Nel versante europeo non ci sono moltissimi nomi noti se non nella scena tedesca (Kreator, Sodom, Destruction) o svizzera (Celtic Frost, Coroner).
Il genere era ed è caratterizzato da ritmiche serrate, batterie potenti con largo uso di doppia cassa, chitarre ribassate, voci roche e gutturali con poca concessione alla melodia, un’atmosfera cupa e oscura e molta velocità ereditata dall’hardcore.
I primi dischi che piombarono come martellate sul cristallo della scena musicale furono le opere prime di Metallica e Slayer, rispettivamente Kill ‘em All e Show No Mercy nel 1983, seguiti qualche anno dopo dagli album di debutto degli Exodus, Bonded By Blood, dei Megadeth, Killing is my Business, e degli Anthrax, Fistful of Metal.
Il primo album dei Metallica è forse il più rappresentativo della scena thrash e uno dei dischi migliori in assoluto in ambito metal, forte di una scaletta mozzafiato, ritmi elevati, grinta e violenza da vendere e un impatto terremotante sull’ascoltatore. A quel disco seguirono altri due capolavori come Ride The Lightning e, soprattutto, il magnifico Master of Puppets (a mio modesto parere l’album metal più bello di sempre). I Metallica ebbero il merito di diffondere il verbo e fare da apripista agli altri, potendo contare sin da subito con numeri molto più grandi rispetto agli altri gruppi della scena, anche se il successo planetario, quello che gli ha fatti entrare nella storia della musica, l’hanno ottenuto solo con il quinto album: il celebre, e bellissimo, black album, uno tra i dischi rock più venduti della storia, che segna però l’allontanamento della band dal thrash e anche l’inizio del declino perché dopo quel disco i Metallica non si sono più ripresi.
Il discorso è diverso per quanto riguarda gli Slayer che sono sempre stati fedeli alle sonorità e all’attitudine thrash e non sono mai scesi a compromessi.
Il genere cominciò ad avere il fiato corto nei primi anni 90, proprio quando il black album furoreggiava nelle classifiche e il grunge si stava fagocitando quasi tutta la musica alternativa (anche gli Anthrax furono infettati dal morbo di Seattle, seppur per un breve periodo), solo gli Slayer e pochi altri resistettero alla tentazione di abbandonare la nave che stava affondando.
All’inizio dei 2000, come sempre accade, c’è stato un ritorno di fiamma e il thrash è risorto con nuovi guerrieri come gli Evile, i Gama Bomb, i Municipal Waste, gli SSD, i Bonded By Blood e tanti altri. Anche i Metallica hanno provato a riappropriarsi della materia con gli ultimi due dischi, ma con scarsi risultati.
Il Disco:
Metallica - Kill ‘em all



Tracklist:

1.Hit the Lights
2.The Four Horsemen
3.Motorbreath
4.Jump in the Fire
5.Anesthesia (Pulling Teeth)
6.Whiplash
7.Phantom Lord
8.No Remorse
9.Seek and Destroy
10.Metal Militia

Music For Nations - 1983

Formazione:
James Hetfield - voce, chitarra
Kirk Hammet - chitarra 
Cliff Burton - basso
Lars Ulrich - batteria




Qualche altro album:
Slayer - Hell Awaits

Exodus - Bonded By Blood

Heathen - Breaking the Silence
Sacred Reich - Ignorance
Megadeth - Peace Sells...But Who’s Buying?
Anthrax - Among the Living
Possessed - Seven Churches
Voivod - War and Pain
Holy Terror - Terror and Submission
Indestructible Noise Command - Razorback
Testament - The Legacy
13.Kreator - Terrible Certainty
Death Angel - The Ultra Violence
Detente - Recognize No Authority
Metal Church - The Dark
Mortal Sin - Mayhemic Destruction

Altri si possono trovare qua:
























Nessun commento:

Posta un commento