Dopo l'ennesima sveglia in piena notte finalmente arriviamo alla terza tappa del nostro giretto brasiliano: la foresta amazzonica. Questa immensa foresta pluviale, nonostante venga sbranata un pezzo alla volta dai famelici umani, riesce ancora a dare ossigeno a tutto il pianeta. Questo polmone verde viene aggredito tutti i giorni dalle "sigarette" delle grandi multinazionali alla ricerca di materie prime preziose, oro, petrolio e altre prelibatezze atte a nutrire l'ingordigia umana. Non sono da meno i grandi allevatori di bestiame come anche chi vuole sfruttare il terreno per coltivazioni improbabili. Chi ne piange sono i poveri indios che vivono in simbiosi con la natura, oltre alla flora e fauna di questi meravigliosi territori e soprattutto ne piange e ne piangerà tutta l'umanità.
Quindi è d'obbligo una visita da queste parti prima che dell'Amazzonia resti solo il ricordo. Se non si hanno problemi ad affrontare orde di mosquitos e un' umidità insopportabile la foresta si può vivere in tutto il suo splendore, prendendosi un pò di tempo (almeno 3-4 giorni) per immergersi completamente nei tempi lunghi e rilassati di questi luoghi.
Manaus, la capitale, si può saltare tranquillamente perché trattasi di una metropoli di 2 milioni di persone che stona decisamente in questo contesto. É una città industriale con un enorme porto commerciale che non ha nulla a che vedere con la natura e l’eco sostenibilità. Inoltre da queste parti si può tranquillamente fare a meno di alcune escursioni che propongono i vari lodge immersi nella foresta come il giro notturno alla ricerca degli occhi luminosi dei caimani, la "merenda" con i delfini rosa dell'amazzonia o la pesca ai piranha. Tutte cose finte e molto turistiche che lasciano un retrogusto spiacevole di zoo o di circo. Invece non è da perdere è l'incontro delle acque dove il Rio Negro e il Rio Solimoēs rimangono separati senza mischiarsi; un vero spettacolo.
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