Ieri sera c’è stata una sfida fondamentale per il proseguo del campionato della Dinamo-Banco di Sardegna. Al PalaSerradimigni sbarcava l’Auxilium Torino, quinta in campionato ma reduce da due sconfitte pesanti. La Dinamo invece si portava dietro la buona prova contro Cantù persa incredibilmente nel tempo supplementare, e l’ottima prestazione in Champions League contro la Juventus Utena. Il momento era delicato: la Dinamo stava riprendendo quota e fiducia, e cominciava a avere nuovamente fame di vittoria, anche se ancora priva di Rok Stipcevic e anche se matematicamente fuori da Coppa Italia e Champions. Nei momenti delicati, quando serve una reazione, quando bisogna raschiare il fondo di energie e sfoderare l’orgoglio come bandiera, serve il pubblico. Anzi, deve essere il pubblico a spingere verso la vittoria i combattenti nell’arena.
Invece no. Pare non sia andata proprio così.
Devo dire che ci sono rimasto male. Io purtroppo, per motivi di lavoro, non ero presente al palazzetto ma seguivo sul telefono l’andamento della partita. Che dire, la Dinamo è risorta dalle sue ceneri per l’ennesima volta. Con una prestazione sontuosa ha battuto la Fiat Torino, grazie a uno strepitoso Pierre (27 punti, 4 assist, 8 rimbalzi e un bel 33 di valutazione) e al gran bel lavoro dei soliti Bamforth (18 punti) Planinic (16 punti) e Tavernari (15 punti). Ma è tutta la squadra che ha ritrovato la strada giusta, quella persa dopo l’entusiasmante serie delle sette vittorie consecutive. La partita finisce 92-80 dopo che la Dinamo è stata sopra anche di 22 punti, ma i 12 in più della fine ribaltano i -5 della gara d’andata e possono ritornare utili in ottica playoff.
Poi vado a leggere come sempre i vari report sul sito della Dinamo e mi trovo questo: i fischi di buona parte del pubblico al momento della presentazione dell’allenatore da parte dello speaker del palazzetto. Cioè, in pratica c’è stata una sorta di guerra preventiva tipo George W. Bush dei tempi d’oro, proprio nel momento in cui la squadra aveva bisogno di coesione e fiducia da parte di tutto l’ambiente e soprattutto aveva necessità di essere sostenuta dagli spalti.
Di certo si sapeva già che una parte dei tifosi mal digerisce Federico Pasquini, ma non ho mai capito bene perché. È vero che “ha perso” per due volte consecutive i playoff, è altrettanto vero che quest’anno “non è riuscito” a centrare le qualificazioni per la Final Eight e la seconda fase di Champions League. E allora? Che problema c’è? Non siamo mica il Monacò o Milano.
La Dinamo è da tanti anni che diverte, vince e fa vedere grande basket con grandi campioni in una piccola piazza di periferia. Che cazzo si può volere di più?
Con il presidente Sardara sono arrivate due coppe Italia, uno scudetto e una Supercoppa, la Dinamo Sassari è sempre tra le prime otto del campionato e non ha di certo il budget di Milano.
Come ha detto il Presidente Stefano Sardara:
“…Sono consapevole che i fischi facciano parte del gioco: si paga il biglietto e si può fare ciò che si vuole. Ma fischiare prima della partita, un allenatore scelto dalla società - e credo che in questo momento sia l’unico in Italia scelto dai giocatori - non fa parte del nostro modo di essere. E io nel modo di essere visto stasera non mi riconosco, oggi non mi sento il presidente della Dinamo…”
Non posso non condividere completamente tutto ciò che il presidente ha detto, anzi per quanto mi riguarda aggiungerei che anche i fischi dopo le partite anche perse male fanno un brutto effetto (e una pessima figura per chi gli fa). Io ho assistito solo una volta a un evento del genere nel finale della partita persa contro Bologna (penultima in classifica in quel momento) in casa, ma con tutte le attenuanti e le giustificazioni che volete, no li ho mai digeriti. Avevo chiuso un post di lunedì 7 marzo 2016 con un poco profetico: “Spero di non dover più sentire fischi al PalaSerradimigni”
Beh, i “fischi” stavolta non li ho sentiti direttamente, ma è stato peggio. Molto peggio.
Di certo, come dice il Presidente, la risposta migliore ai fischi l’ha data la squadra sul campo. Perché lo spogliatoio della Dinamo è coeso come pochi altri in serie A e Pasquini - si è visto in occasione delle dimissioni respinte - è uno di loro. Anzi, aggiungerei: è uno di noi. Lui e il Presidente Sardara sono i primi tifosi della Dinamo.
Io preferisco la tipologia di tifo all’inglese rispetto all’atteggiamento snob di una parte delle tifoserie italiche con la memoria corta e troppa prosopopea sotto le sciarpe. Pensavo che Sassari fosse immune dal virus del tifoso prepotente e onnipotente. Evidentemente mi sbagliavo.
Io penso che ognuno debba avere un proprio ruolo, allenatore, presidente, società, squadra e pubblico. Tutti soggetti che hanno ruoli diversi e che si devono comportare di conseguenza, stando dentro la propria zona d’azione. L’unica e sola cosa che può giustificare “l’invasione di campo” può essere solo l’evidenza della “malafede” di uno dei soggetti in causa. Altrimenti niente può giustificare una rottura degli schemi che può portare a conseguenze disastrose.
In Inghilterra si vinca o si perda si applaude sempre e comunque la propria squadra senza se e senza ma, perché la squadra e il pubblico sono e devono essere una sola cosa. La fede e la bandiera non valgono nessuna coppa o scudetto e non si barattano al mercato.
In questo caso è andata ancora peggio perché c’è stato un attacco preventivo che non aveva nessuna ragione d’essere. La Dinamo si sta riprendendo alla grande, i risultati stanno arrivando e le soddisfazioni non mancheranno da qui alla fine della stagione. La squadra c’è, con molti giovani campioni che già tante società ci invidiano. Per quanto mi riguarda Federico Pasquini non si discute, è un grande allenatore e un grande general manager e ha fatto e sta facendo un lavoro eccezionale. Di certo ha avuto la sfortuna che questa squadra costruita sapientemente e pazientemente in anticipo sui tempi ha avuto una serie incredibile di infortuni e sfortune, ma non è certo colpa sua. Poi i fischi al coach Pasquini, sono anche fischi al GM Pasquini e quindi alla società, al presidente e a tutto lo staff. Se si è tifosi veri della squadra è un po’ come fischiare se stessi.
Comunque nonostante l’amarezza e la delusione voglio esprimere la mia solidarietà, per quel poco che possa contare, a coach Pasquini e al Presidente Sardara.
Ripeto: “Spero di non dover più sentire fischi al PalaSerradimigni” Né prima, né dopo, né durante una partita.
Forza Dinamo!
Grazie Sardara. Grazie Pasquini.
#iostoconpasquini
E io che dovrei dire? Sembrava troppo bello per essere vero, essere là in alto a portata di playoff. E poi che succede? Tutti sbroccano e Banchi abbandona, lasciando al povero Recalcati un'Armata Brancaleone. Alla Final Eight faremo un figurone!!! :-)
RispondiEliminaCiao Diego.
EliminaBeh, almeno voi alla Final Eight ci siete arrivati e per ora siete ancora in zona playoff. Noi stiamo perdendo gare ai confini della realtà come quella di ieri a Reggio Emilia dominata per quasi tre quarti. Per il resto siamo più o meno nella stessa situazione: sia la Dinamo sia Torino sono due ottime squadre che meriterebbero ben altre posizioni. Non so quale siano state le circostanze che hanno portato all'abbandono di Banchi, ma un cambio di coach a questo punto della stagione è (quasi) sempre un disastro.
Che ti posso dire...in bocca al lupo.