In origine questo post non doveva essere qui; è stato ideato e scritto in esclusiva per il progetto Virgin Forest e li doveva stare. Poi, però, pensando e rimuginando, tra un disco e l'altro e un po' di zapping nel web e nella tv spenta, ho deciso di schiaffarlo qui nel blog. Principalmente perché avevo intenzione di scrivere due righe per tenere viva l'attenzione anche dei lettori di questo blog sul progetto, ma le idee mi si sono surgelate dentro. Non so a voi, ma a me capita spesso di ritrovarmi con il cervello findus e di vagare nel vuoto senza alcun risultato con la pagina bianca davanti agli occhi. Poi, senza alcun preavviso, le cellule si sbrinano da sole e allora non riesco a gestire il flusso di idee tanto sono numerose (ho detto numerose, NON buone...).
Perciò ecco qua una buona parte del mio piccolo contributo al grandioso progetto Virgin Forest, ideato, curato, nutrito, cucito, assemblato, lavato e stirato dal mitico capitano Evil Monkey con la collaborazione di un manipolo di altri blogger appassionati e competenti (Massimiliano Manocchia, Mr. Hyde, Vlad Tepes, Jen D., Magar, Il Cala e...ehm...anche io) e della vulcanica Community G plus di Virgin Forest.
In coda al post troverete il link per scaricare il PDF della versione 2.0 di Virgin Forest. Ovviamente non è la versione definitiva perché, essendoci i lavori in corso, col tempo si arricchirà sicuramente di nuovi contenuti e contributi. Ma è una gran bella versione...
Un saluto a Evil Monkey e a tutti i partecipanti.
Un saluto a Evil Monkey e a tutti i partecipanti.
L'esplorazione di Bandcamp per Virgin Forest o meglio (il titolo è di Evil Monkey): "Bandcamp - Guida galattica per esploratori"
La ricerca del sommerso nel mare della musica dipendente ha vari aspetti di cui tenere conto. Innanzitutto è necessario fare alcuni distinguo: spesso, infatti, la materia musicale resta in fondo al mare per propria scelta, come nel caso delle numerose registrazioni amatoriali destinate all’uso personale e poco adatte alla diffusione tra le masse. Ma non è sempre così. In molti casi non si tratta di una scelta consapevole da parte degli artisti. Spesso, infatti, alcune perle rare o semplicemente dei buoni lavori, restano infangati nel pantano degli strati più profondi e irraggiungibili del pianeta musica solo per mera sfortuna o per un insieme di circostanze ed eventi più o meno imprevedibili.
Per quanto riguarda la musica indipendente ovviamente tutti questi aspetti vengono accentuati, sia perché il mercato discografico cosiddetto alternativo non è così ricco e grande come si crede e sia perché è troppo vario e suddiviso in una moltitudine di fazioni, generi, sotto generi e scene microscopiche che spesso non hanno punti di contatto tra loro.
Per arrivare a conquistare un posto comodo nei salotti degli ascoltatori non basta scrivere buona musica, serve anche un mezzo idoneo per farla conoscere. E dato che in molti non dispongono dei denari e dei potenti mezzi delle major, come anche dell’appoggio di radio, riviste patinate o canali televisivi, bisogna ingegnarsi con qualcosa che arrivi a più gente possibile senza spendere un solo euro o, comunque, con un costo ragionevole.
In principio c’era MySpace, ma ora è caduto in disgrazia. Poi, in tempi recenti, sono venute fuori altre realtà che si occupano della diffusione di musica liquida come SoundCloud, ReverbNation e Bandcamp.
Questi tre grandi contenitori di musica sono stati un toccasana per la scena indie e per gli artisti coinvolti. In questo spazio mi occuperò di Bandcamp, non perché sia meglio o peggio delle altre, ma solo perché a mio parere è quello che ha le maggiori potenzialità. In questi ultimi anni, infatti, c’è stato un notevole incremento di pubblicazioni di ogni genere e del giro di quattrini. Gli artisti coinvolti con Bandcamp hanno ricavato oltre 67 milioni di dollari direttamente dalle tasche dei fans da quando questo servizio esiste. La piattaforma ci guadagna il 15% da ogni vendita e il 10% qualora l’artista o l’etichetta superino i 5000 dollari di vendite.
Questa società privata è online dal 2008 ed è nata dalle ceneri del servizio di webmail a pagamento Oddpost. Da allora mette a disposizione degli artisti e delle Netlabel innumerevoli micrositi, completamente personalizzabili, per promuovere e vendere al pubblico la musica in formato digitale o fisico. Perché uno degli aspetti più interessanti di Bandcamp è che nella stessa pagina, ben disposti in modo semplice e sobrio, si può ascoltare l’intero disco tutte le volte che si vuole, condividerlo dove più ci aggrada, acquistare una copia liquida in mp3 o nel formato che si preferisce e, soprattutto, si può comprare la copia fisica nel formato disponibile con un semplice clic. Quasi sempre si tratta di materiale che non si trova nei negozi online tradizionali, figuriamoci in quello sotto casa.
Un altro aspetto importante, se non fondamentale in questo periodo di crisi, è che in moltissimi casi si può scaricare il materiale in modo gratuito (e legale) per scelta degli artisti e non di altri soggetti.
Bandcamp non è un social network anche se ne ha qualche aspetto, seppur minore, come la condivisione, la collezione personale o il tasto follow per seguire artisti o altri semplici ascoltatori. Si può incorporare il codice HTLM relativo all’album preferito dove si vuole; ci sono embed diversi per ogni esigenza, dalle piattaforme blog a Facebook.
Per quanto riguarda la ricerca della tantissima musica nuova e palpitante che si trova qui dentro, basta scrivere nel campo di ricerca il nome dell’artista, della canzone o dell’album. Oppure se non si ha un’idea precisa di cosa si cerca nello spazio “Discover” si può provare a dare un’occhiata gli artisti selezionati, diversi ogni giorno, o si può frugare tra le varie etichette: qui la musica è suddivisa per generi, per formato, per numero di vendite.
Quando si trova quello si stava cercando, l’artista, il genere o il sotto-genere preferito, il resto viene da sé: si apre tutto un mondo di musica attinente ai propri gusti, con consigli per gli ascolti, segnalazioni da parte di Bandcamp o degli stessi artisti.
Per i più pigri c’è anche un altro metodo: affidarsi ai numerosi blog specializzati in generi particolari e di nicchia. Qui troverete montagne di suggerimenti e link che conducono agli spazi Bandcamp di band e etichette di quella scena.
Io faccio parte della categoria dei pigri sin dai primi vagiti e perciò preferisco usare quest’ultima opzione. È comodo, molto comodo, avere a disposizione qualcuno che fa il lavoro più pesante al posto nostro. Poi, in ogni caso, tocca a noi, ad ogni singolo ascoltatore, il lavoro di fino, la scrematura e…l’eventuale acquisto.
L’unica cosa realmente necessaria è il tempo a disposizione par ascoltare tutto quello che che si vuole. Il mercato sommerso è di dimensioni imponenti; bisogna armarsi di pazienza, cannocchiale e cotton fioc, ma può essere necessario anche liberarsi di suocere, fidanzate o pargoli per qualche ora.
Buona ricerca.
Un doveroso ringraziamento al grande Evil Monkey che riesce a fare cose incredibili nel suo blog e con la sua inesauribile miniera di idee. Il progetto Virgin Forest non poteva che nascere dalla sua mente.
È difficile scegliere qualche band da segnalare, sia perché sono veramente tante quelle valide e sia perché il confine tra un capolavoro e un disco discreto è decisamente labile e soggetto a troppe variabili. La valutazione di un disco dipende quasi totalmente dai gusti personali e da quello che ognuno di noi si è costruito nel corso della propria storia rispetto a questa materia. È difficile far coincidere gusti e preferenze all’interno della cerchia di amici e conoscenti, figuriamoci quando si parla di decine, centinaia o migliaia di ascoltatori o lettori.
In ogni caso qui ci sono otto dischi e otto gruppi che ho selezionato tra i tantissimi talenti sotterranei presenti in Bandcamp. Questi suoni rispecchiano ovviamente i miei gusti, ma dalla lista ho deciso di eliminare le sonorità più estreme riservate a nicchie troppo ristrette e ho preferito selezionare cose più commestibili, pur restando in ambito underground.
Sore Saints - “Generous Lovers” - EP - 2014
Questo EP è il terzo disco rilasciato dalla band di Philadelphia; è disponibile in versione digitale e in vinile in formato 10 pollici, rilasciato dalla Dullest records, contiene quattro brani di ottimo alternative rock-post punk-noise dal piglio personale. Tra trame oscure derivate dal post punk dei bei tempi andati e ritmi aggressivi dal taglio moderno. Quattro ottime canzoni e una band dalla quale mi aspetto molto nel futuro.
Home - “Bound To Gravity” - LP - 2014
Home è una band austriaca, di Innsbruck; un power trio, chitarra, basso, batteria, come si usava una volta. Infatti la band suona un potentissimo rock con influenze stoner, noise e post hardcore, ma c’è da dire che lo fa con grandissima personalità, oltre che con grande capacità agli strumenti. Bound To Gravity è il primo album ed è disponibile sia in versione digitale sia in versione cd. Prima di questo disco hanno pubblicato un ottimo EP con quattro brani.
Daggers - “It’s Not Jazz, It’s Blues” - LP - 2014
Quest’album è il secondo della formazione belga Daggers. Nel 2011 avevano rilasciato il primo disco, l’ottimo “Euphoria,” ma con il nuovo “It’s Not Jazz, It’s Blues” riescono a fare ancora meglio. Il suono dei Daggers è potente e violento; qui potete gustare un buon piatto a base di punk-hardcore, metal e noise, con un leggero tocco psichedelico che ne impreziosisce il gusto e un sano approccio garage che lo rende piacevolissimo al gusto. Tutti e due i dischi sono disponibili in digitale e vinile nel loro spazio Bandcamp.
Then Comes Silence - “II” - LP - 2013
Il secondo album degli svedesi Then Comes Silence è a dir poco splendido. La prima volta che l’ho ascoltato nel loro Bandcamp sono saltato dalla sedia, la seconda l’ho comprato, la terza ho acquistato anche il primo LP (Then Comes Silence, del 2012). I suoni dentro questo disco sono ispirati dal post punk, ma assolutamente non in chiave di nostalgico revival. “II” suona modernissimo, potente e originale; dentro ci sono tracce di shoegaze e preziose molecole psichedeliche. Oltre alla versione digitale è disponibile anche una bellissima stampa in vinile con cd allegato. Un gran bell’album suonato divinamente.
Deleter - “Deleter A/B Series” - LP - 2013
I Deleter sono americani, di Minneapolis, e questo bellissimo album raccoglie una manciata di singoli rilasciati in formato digitale nel corso del 2013, ma una volta riuniti riescono a fare meraviglie. Qui, infatti, in “Deleter A/B Series” si può ascoltare il miglior post punk-indie rock degli ultimi decenni. Forse perché le fonti d’ispirazione non sono le solite (qui siamo in zona Wire, primi Psychedelic Furs o Echo & The Bunnymen) o forse solo semplicemente perché le 11 canzoni in scaletta sono a dir poco eccellenti.
Purtroppo l’album c’è solo in versione digitale.
Beastmilk - “Climax” - LP - 2013
Un’altra meraviglia post punk è senz’altro “Climax” dei finlandesi Beastmilk. Anche qui la qualità compositiva è eccelsa, le 10 canzoni contenute sono tra le cose migliori pubblicate nel panorama indipendente negli ultimi anni. Se vi piace il genere e un approccio più ruvido e moderno ai vecchi suoni degli eghties non è un disco da lasciarsi sfuggire.
Grande voce e suoni eccellenti. Disponibile in digitale, vinile e compact disc.
Death of Lovers - “Buried Under A World Of Roses” - EP - 2014
Anche qui si sguazza nelle atmosfere oscure del post punk e dintorni, più precisamente tra suggestioni dark wave e cold wave. Rispetto alle altre band citate in precedenza, decisamente più aggressive, qui i suoni sono più delicati e malinconici, i ritmi più pacati e soffici. La melodia dilaga splendidamente.
Quattro piccoli-grandi classici. Peccato che, in questo caso, nel loro bandcamp sia disponibile una sola canzone, ma il bellissimo vinile colorato si trova facilmente.
Dephosphorus - “Ravenous Solemnity” - LP - 2014
Concludo questa breve carrellata di band, suoni e dischi, con una piccola incursione nella musica estrema, nonostante le premesse iniziali. Il problema è che “Ravenous Solemnity” è un disco immenso e i greci Dephosphorus sono una delle band migliori in assoluto in ambito metal estremo. Nel disco sono presenti, ovviamente, numerose influenze ma la band riesce a convertirle nella loro personale visione della musica, tanto da coniare una nuova etichetta per il loro suono: astrogrind. In soldoni si tratta di sonorità imponenti e maestose che prendono spunto dal grindcore, dal black metal, dal Crust punk, dal noise e dal post hardcore-sludge. Un disco eccezionale, disponibile in formato digitale e in doppio vinile.
Questo e molto altro (moltissimo altro!) nelle versione numero 2 di "Virgin Forest" a cura di mr. Evil Monkey:
DOWNLOAD:
VIRGIN FOREST
LIBERI PERCORSI DI MUSICA SOMMERSA
Sempre grazie, Ant!!
RispondiEliminaCiao Evil,
RispondiEliminagrazie a te!