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Bochesmalas

lunedì 19 maggio 2014

Quelli che stanno dietro, Il rock nel cassetto e altre storie


Premessa: l'inizio è in fondo; questo è un post capovolto...o sono io che sto camminando sul soffitto?

Dicevo, o meglio pensavo: il problema nasce quando hai una collezione di dischi immensa, o meglio esagerata, ed esiste ancora una stanza nella "casa madre" dove sono ammassati migliaia di pargoli in vinile e ancora di più in policarbonato e metallo, quelli che di solito sfamano i raggi laser, per intenderci.
Quando si hanno due stanze dove raccogliere le proprie cose, distanti qualche chilometro l'una dall'altra. Quando lo spazio non è mai sufficiente, e quando il tempo a disposizione da dedicare a ogni pargolo non è mai abbastanza, succede che non tutti abbiano lo stesso trattamento. C'è chi sta dietro, a volte per tutta la vita, e c'è chi sta avanti, tronfio e insolente, al di là dei meriti oggettivi.
Ma chi sta in prima linea se ne fotte degli altri, di chi si trova in fondo, nel buio, schiacciato dal peso di chi ingrassa davanti e umiliato dalla scarsa visibilità.
Si, la legge NON è uguale per tutti, siamo in Italia e bisogna adeguarsi: 'Fanculo i diritti civili, 'fanculo gli emarginati e gli oppressi.
Qualcuno di loro si lamenta, protesta e manifesta; qualcuno rinfaccia i denari spesi per l'adozione e il tempo perso per cercarlo, trovarlo e condurlo al focolare domestico, al cospetto del padre; qualcun altro fa notare il vuoto che sta avanzando inesorabilmente dentro il portafoglio e le vibranti contestazioni di madri e/o fidanzate. Ma in fin dei conti delle lagne di "quelli che stanno dietro" non frega un cazzo a nessuno, tranne a chi si trova nella stessa situazione, ovviamente. Siamo in Italia.
Chi non è d'accordo può sempre andare in Libano, il nuovo trend è quello.

Ma forse, anche se siamo in Italia, nel regno del magna-magna e del fotti-fotti assoluto, è il caso di armarsi di pazienza e coraggio e iniziare ad affrontare il muro di compact disc; scalpello e martello alla mano.
Abbattere la prima cinta muraria e far arrivare i primi raggi di sole a chi non li ha visti quasi mai, può riservare qualche piacevole sorpresa.
Non sempre "quelli che stanno dietro" sono solo li per grattarsi i solchi o per guardare il cantiere in costante movimento che si trovano davanti. In molti casi, invece, si tratta di soggetti di assoluto valore, capaci di fare faville dentro la bocca famelica del lettore cd o sotto la puntina del giradischi.

Io inizio a scavare...

Intanto, in pochi secondi, mi sono ritrovato tra le mani i folli Deadbolt autori di un sulfureo surf-psychobilly decisamente originale, i gotici Flesh For Lulu, l'ottimo disco acustico di Joey Cape e Tony Sly (per chi non li conoscesse si tratta delle fantastiche ugole di Lagwagon e No Use For A Name). Proseguendo nell'abbattimento del muro sono saltati fuori le L7 (qualcuno di voi si ricorda di questa band di fanciulle dedita a un interessante punk-grunge a cavallo tra la fine degli 80 e l'inizio dei 90?) i Giant Sand, le Misdemeanor, eccellente band hard-stoner svedese tutta al femminile, e i grandiosi 108 (hardcore Hare-Krishna). Anche i Deftones erano finiti in seconda fila.
Più avanti, quando avrò finito di spulciare dietro le quinte, proverò a riesumare qualcuno di questi dischi, sicuramente qualcuno di quelli meno noti al pubblico.




C'è chi è dietro e chi è dentro, nel buio di un cassetto, al riparo da sguardi indiscreti ma anche dalla polvere e dall'usura:


Ma il rock dentro il cassetto non ci sta a fare proprio niente. Il rock è fatto per essere vissuto, usato, toccato, sfruttato e rovinato...


I 45 giri, e i vinili in genere, li ho relegati per troppo tempo in luoghi angusti e dimenticati. Da qualche anno, però, si sono ripresi il posto che gli compete. Anche grazie alla recente diffusione di dischi in vinile in tutti i settori della musica, underground e mainstream. Ora si trova proprio di tutto nel formato ideale per ascoltare la musica. L'unica cosa che mi fa andare in bestia è la nuova moda di stampare gli album, gli LP di una volta, a 45 giri. Questo aspetto non è negativo di per sé, anzi si guadagna qualcosa in qualità di ascolto, ma quello che mi fa incazzare è la brutta abitudine diffusasi ultimamente, soprattutto tra le piccole etichette indipendenti, di non scrivere se si tratta di un 33 o un 45. Quindi è necessario maneggiare il cursore della velocità e provare sino a quando si trova quella giusta.








Per concludere questo abominio di post: 4 dischi nuovi, 4 buoni dischi, che potrebbero rischiare di finire dietro se non si presta loro la dovuta attenzione. Perché hanno predecessori importanti nelle discografie degli autori, oppure, come nel caso dei Cloud Nothings, perché vengono considerati ingiustamente come una sorta di cloni di qualcuno o qualcosa.




Clan of Xymox "Matters of Mind, Body and Soul"


Gli olandesi Clan of Xymox sono in giro dal 1981 e da allora hanno sfornato un'incredibile serie di ottimi album che gli hanno consacrati nell'olimpo della darkwave. Già dai tempi del debutto omonimo del 1985 e del successivo "Medusa" dell'anno successivo, entrambi marchiati 4AD, si sono conquistati un posto nell'enciclopedia della musica oscura.
Nel corso della loro lunghissima carriera sono riusciti a rinnovarsi, a stare al passo con i tempi, senza snaturare le loro sonorità, ma senza essere autoreferenziali a tutti i costi.
Infatti hanno sempre cambiato o variato le percentuali delle componenti nella loro musica con grande maestria. In tempi recenti due ottimi lavori come il più incentrato sulla darkwave "In Love We Trust"  del 2009 o "Darkest Hour" del 2011, più incline all'elettronica, sono da considerare tra i loro migliori lavori di sempre della band per quanto mi riguarda.
Questo nuovo "Matters of Mind, Body and Soul" segna un ritorno a certe atmosfere del passato: è scuro, potente e affascinante, tanto da stare un po' stretto in questo piccolo spazio nella periferia del blog.
"She is Falling in Love" "The Climate Changed" "I Close My Eyes" e "Kiss and Tell" sono dei capolavori assoluti di synth-wave. Un gran bel disco che, però. con una sforbiciata al minutaggio sarebbe potuto essere ancora meglio.

Tracklist:
01.Once in a Blue Moon
02.She is Falling Down
03.The Climate Changed
04.Hector
05.I Close My Eyes
06.Hand in Glove
07.Your Own Way
08.Love's on Diet
09.I'll Let You Go
10.Months Ago
11.Kiss And Tell
12.Chinese Whispers

Trisol - 2014





✽✽✽

Cloud Nothings "Here and Nowhere Else"


Un disco che mi ha sorpreso in questo inizio del 2014 è senza dubbio "Here and Nowhere Else" degli americani Cloud Nothings. Il quarto disco della band di Cleveland segue i buoni "Turing On" del 2009, "Cloud Nothings" del 2011 e "Attack on Memory" del 2012. Il genere trattato dai tre è un esuberante indie rock con tracce noise, pop e punk. Sin qui niente di nuovo e niente di molto diverso da quanto proposto ad inizio carriera dagli Strokes o, per certi versi, dagli Weezer, ad esempio. Ma quello che farà permettere ai Cloud Nothings un bel balzo nelle classifiche di fine anno è la qualità delle canzoni: i primi quattro brani in scaletta sono quanto di meglio si può udire in ambito alternative rock di questi tempi; entrano in testa con prepotenza ed è difficile non ritrovarsi a canticchiarle dopo un solo ascolto.
Nella parte centrale c'è un leggero calo che fa ripiombare in disco nella media, ma "Pattern Walks" con il suo irresistibile basso distorto in primo piano è una bella botta di adrenalina e l'ottima conclusione affidata a "I'm Not Part of Me" lo fanno decollare definitivamente.
Ottimo.

Tracklist:
01.Now Hear In
02.Quieter Today
03.Psychic Trauma
04.Just See Fear
05.Giving Into Seeing
06.No Thoughts
07.Pattern Walks
08.I'm Not Part of Me

Carpark - 2014






✽✽✽

Diary of Dreams "Elegies in Darkness"


Un altro disco che avrebbe meritato ben altro spazio è sicuramente "Elegies in Darkness" dei tedeschi Diary of Dreams. L'undicesimo album della band di Adrian Hates è l'ennesima meraviglia che si incastona alla perfezione nella loro discografia imponente. Elegies è intriso di melodie oscure e malinconiche che si distendono su soffici tappeti elettronici, suadenti orchestrazioni e umori darkwave senza tempo. Come sempre non mancano le gemme che vengono fuori da questo effluvio di magnifiche sonorità notturne, come "A Dark Embrace" sospinta da chitarre ruggenti e beats ficcanti, la splendida "Dream of the Ghost," leggera e piacevole come la brezza in un tramonto d'estate o la favolosa "The Luxury of Insanity."
Darkwave-electro, con qualche spunto EBM e qualche scoria post industrial, elegante, epica, suggestiva, raffinata e intrigante...come sempre.

Tracklist:
01.Malum
02.The Luxury of Insanity
03.StummKult
04.Dogs of War
05.A Day in December
06.A Dark Embrace
07.The Game
08.Dream of a Ghost
09.Daemon
10.House of Odds
11.The Battle
12.Die Gassen der Stadt 

Indigo - 2014





✽✽✽

Kaiser Chiefs "Education, Education, Education & War"


Un disco bistrattato di una band bistrattata. Il quinto album dei Kaiser Chiefs non è affatto quel disco mediocre come si legge un po' dappertutto in giro per il web. Certo non ha molto a che vedere con quella bomba indie rock-new wave-pop punk che è l'esordio "Employement" del 2005 e forse neanche con l'ottimo successore "Yours Truly, Angry Mob" del 2007. Ma il disco è decisamente superiore alle ultime prove della band di Leeds e contiene una manciata di ottime canzoni.
Non c'è più il batterista, fondatore e autore di buona parte delle liriche, Nick Hodgson, ma questo non pare pesare più di tanto nell'economia della formazione inglese. 
L'iniziale "The Factory Gates" è uno spassoso e fragoroso rock-new wave che ricorda i bei tempi andati di casa Kaiser; "Misery Company" è spumeggiante sul suo ritmo danzante e con il tocco esotico delle tastiere e i fiati a fare da contrappunto.
Nella seconda parte del disco svettano "My Life," le acrobazie melodiche di "Bows & Arrows" e la potente "Cannons" condita da una deliziosa tastiera in puro new wave style, da un tocco glam rock e cori da arena rock.
Un bel disco pop rock da gustare senza pregiudizi.

Tracklist:
01.The Factory Gates
02.Coming Home
03.Misery Company
04.Ruffians on Parade
05.Meanwhile up in Heaven
06.One More Last Song
07.My Life 
08.Bows & Arrows
09.Cannons
10.Roses

Fiction - 2014





✽✽✽


L'incipit di questo post alla rovescia:

Questo discorso l'ho già fatto. 
Certo che come inizio non c'è male. 
"Tu si che sai come attirare l'attenzione dei lettori - ammesso che questi esistano ancora." 
Perché i lettori, di ogni forma, fazione o tribù,  sono una specie in via di estinzione anche se, a dirla tutta, la causa (la colpa! Ebbene si) della mutazione di questi in osservatori annoiati e distratti è da ascrivere totalmente a chi ha la presunzione di saper imbrattare la carta d'inchiostro o i pixel di bit, non per sé stesso (quindi per un uso personale non sanzionabile dalla legge) ma bensì per il popolo, ovvero i lettori stessi.
Bene. Così mi sono portato avanti con il lavoro e i pochi superstiti davanti allo schermo sono caduti in catalessi o hanno seguito i flussi migratori degli gnu nel Serengeti, piuttosto che stare qui a sentire valanghe di cazzate.
Adesso che non c'è più nessuno posso scrivere...O prendo la barca in direzione Libia e non se ne parla più?
"Si, vai vai...forse è meglio!" 
Ancora quella maledetta voce.
"Fatti li cazzi tua, amico caro"

Dicevo...


4 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie Massi!!!
      ...ma non esageriamo.
      Ne approfitto per farti i complimenti per lo spettacolare post sugli UK Decay...eccezionale!

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  2. Il problema è l'abbondanza . ...troppo di tutto

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  3. Hai ragione: troppa roba e troppo poco tempo a disposizione in una sola vita.
    Prima o poi proverò a "disintossicarmi"

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