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Bochesmalas

sabato 5 ottobre 2013

Crust Punk




I generi e i sotto generi musicali che popolano il sottobosco alternativo sono talmente tanti che non è per niente facile stare dietro a tutti, senza perdersi qualcosa d’interessante per strada. Spesso, poi, la linea di confine che separa una specie da un’altra è talmente labile e indefinita da rendere difficile una corretta etichettatura della materia sonora, ammesso che questo sia utile a qualcuno. In molti casi non è per nulla semplice distinguere chi si è ispirato a qualcuno da chi è stato ispiratore e, inoltre, le etichette e il loro significato cambiano e si evolvono con il passare del tempo. Per esempio si può citare l’emocore e le differenze tra le prime band a cavallo tra gli anni 80 e gli albori dei 90, The Get Up Kids, Fireside, Texas is the Reason o Lifetime, e quello che viene considerato emo dal 2000 in poi, sul quale è meglio stendere un velo pietoso. 
Nel punk e nei suoi derivati le barriere che separano le varie famiglie sono ancora più inconsistenti e cedevoli rispetto ad altri generi. Nessuno impedisce agli spacciatori delle sette note di valicare i confini in lungo e in largo. Molto spesso c’è il rischio di non ritrovare più la via di casa, ma non sempre questo rappresenta un problema. 
Il Crust Punk ha preso vita nei primi anni ottanta con l’incontro e la sovrapposizione di altre bestie evolutesi nelle grigie terre d’Albione: l’hardcore punk inglese (GBH, Exploited, English Dogs, Varukers e il D-Beat dei Discharge) l’anarcho punk (Crass, Disorder, Flux of Pink Indians, Conflict) il metal estremo (all’inizio Venom e Motorhead, poi Grind, Death e Black Metal) e le frange più malsane e rumorose del post punk (i Killing Joke dei primi due splendidi dischi o il magnifico “For Madmen Only” degli UK Decay).
In questo labirinto di etichette non è facile districarsi anche perché, come dicevo prima, non è tanto semplice imporre a un essere vivente di stare dentro un recinto per tutta l’esistenza: la tentazione di scavalcare la staccionata prima o poi arriva; e le etichette, del resto, sono solo un modo sbrigativo e grossolano per facilitare la vita di giornalisti, scribacchini e fruitori di musica.
Tanto per dare una vaga indicazione sulla strada da percorrere: il Crust Punk di solito viaggia su ritmi sostenuti, spesso non troppo diversi dal D-Beat e dai suoi tamburi tonanti, tanto da essere quasi sovrapponibile a quest’ultimo in più di un caso. Ma può anche rallentare in modo doloroso e angosciante come solo le creature più immonde, nate dalla melma del metal più pericoloso e malefico, sono in grado di fare.
Le tematiche trattate dai diversi gruppi che compongono l’universo crust sono quasi sempre a sfondo politico, non troppo diverse dagli argomenti dell’anarcho punk: ambientalismo, pacifismo, animalismo, anti-religione, anarchia, guerra, il nucleare, la morte e la distruzione.
I suoni e gli ambienti in cui si muovono sono oscuri e opprimenti anche quando i ritmi sono veloci o velocissimi, e le voci urlate, gutturali o catarrose spesso sono vicine al grindcore.
Di frequente, infatti, si parla di band crust-metal, crust-d-beat o anarcho-crust, tanto per confondere un po’ le carte in tavola e, inoltre, il confine con il grindcore e certo Death Metal, in molti casi, è quasi inesistente.
Per quanto riguarda i primi germogli crust sono da citare gli Amebix del mitico “Arise!” pubblicato nel 1985, forse il manifesto di questo sotto-sotto genere e “Ripper Crust” prima demo degli Hellbastard. Altri gruppi storici sono i Nausea, Doom, Antisect, Dropdead, Heresy e gli Extreme Noise Terror degli esordi.
Successivamente si sono riprodotte altre creature, soprattutto in Scandinavia,  ma anche in USA con le scene di Portland e Minneapolis innnazitutto. Tra le band di seconda e terza generazione crust ci sono i grandi Disfear, Driller Killer, Totalitär, Wolfbrigade, Anti Cimex, Warcollapse, Aus Rotten, Anti System, Avskum, Disrupt, Fall of Efrafa, Dystopia, Hellshock, His Hero is Gone, Final Warning, Antisect, Skitsystem, Iskra, Tragedy, Unkind e tanti altri esseri poco raccomandabili, ma capaci di sfornare ottima musica.
Non sono molto diverse da quanto plasmato dai padri fondatori del crust anche le atmosfere create in terra norvegese nel giro Black Hole Crew con un buon numero di band che si muovono nel confine tra il black metal e il crust-hardcore, tra le quali spiccano gli eccezionali Okkultokrati e Haust.
Qualcosa di simile la stanno facendo anche alcuni gruppi storici black metal come i grandiosi Darkthrone (soprattutto con i due dischi F.O.A.D. e Dark Thrones and Black Flags) e in parte anche i Satyricon con gli ultimi dischi (eccetto il recente album omonimo che di punk, ma anche di black metal, non ha quasi più nulla).

Qualcuno sostiene che l'unica cosa che differenzia le band e i seguaci anarcho-punx dai crusties sia solo qualche lieve differenza nel look: giubbotti di pelle borchiati, spikes e creste per i primi; niente pelle e dreadlocks per i secondi. Ma queste sono solo cazzate di poca importanza, quello che conta è la musica e sia che si tratti di D-Beat, crust, anarcho-punk o hardcore punk, l'importante che sia buona e, in questi casi, per quanto mi riguarda, il più delle volte lo è.

Per avere un primo avvicinamento al genere (questo blog e, soprattutto, i post di questo tipo si rivolgono ai neofiti più affamati piuttosto che alle persone sazie ed esperte in materia) si possono seguire tre metodi scientificamente provati ed esenti da controindicazioni; ambedue efficaci allo stesso modo.

Metodo numero uno, quello più lungo e complesso per chi ha tempo (e denaro, oppure una connessione internet molto veloce e riesce a smanettare con i pochi sistemi di file sharing sopravvissuti) ed è completamente all’oscuro di queste storie di confine, può cominciare a prepararsi i padiglioni auricolari con queste leccornie:

Discharge - Hear Nothing See Nothing Say Nothing


Killing Joke - Requiem, la canzone tratta dal primo disco omonimo


Crass - Stations of the Crass


UK Decay - For my country, la canzone tratta da For Madmen Only


Subhumans - The day the country died


Venom - Black Metal, la canzone o l’album intero


Napalm Death - Scum


Per la riuscita di questo metodo è necessario ascoltare tutta questa roba contemporaneamente o in rapida successione. Il resto viene da sé.





Il secondo metodo è più semplice e sicuro:
Qui si comincia dalla fine, cioè dalle cose più recenti e accessibili...

Unkind - Pelon Juuret


Tragedy - Darker days Ahead


Disfear - Misanthropic generation


Darkthrone - F.O.A.D.


Wolfpack - Lycanthro punk oppure Wolfbrigade - Damned


Haust - No


Okkultokrati - Snakereigns


Da questi ottimi dischi è facile spostarsi a ritroso verso il crust punk delle origini, senza subire grossi traumi.


Il terzo metodo è il più semplice e il più complicato allo stesso tempo:

Basta recuperare un unico disco (Arise! degli Amebix) e ascoltarlo due o tre volte di seguito...o la va o la spacca.




Per approfondire:











































































2 commenti:

  1. Complimenti per la tua analisi lucidamente spietata, su una corrente musicale che ha sfornato parecchi capolavori ("Hear Nothing..." dei Discharge su tutti). Curiosamente a me i Crass non sono mai piaciuti... li trovo prolissi ed esponenti di un linguaggio musicale che mi annoia a morte. Un saluto :)

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  2. Grazie!
    Sono assolutamente d'accordo con te per quanto riguarda i Discharge. I Crass, invece, sono difficili da valutare: i primi lavori, Stations of the Crass e The Feeding of 5000, sono due ottimi dischi punk (anche i soli dischi completamente punk della loro discografia). Gli altri album non sono facili da catalogare e anche da digerire…
    Saluti…:)

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