I Metric qui nello stivale (e isole comprese) stranamente, non sono molto conosciuti, eppure il loro indie pop rock ad alta concentrazione di ritmo e melodie non dovrebbe faticare a scalare anche le classifiche di vendita di queste parti; ma probabilmente qui da noi non hanno l’aggancio giusto. La band canadese è giunta al quinto album senza sbagliare un colpo, dal primo eccellente lavoro, Old World Underground Where Are You Now? del 2003 all’ottimo Fantasies del 2009 che ha aperto le porte a un successo di un certo rilievo, hanno sempre prodotto buona musica con un giusto equilibrio tra testi interessanti, sonorità né troppo commerciali né troppo alternative e un’ottima presenza scenica. Per chi non li conoscesse i Metric propongono un ipervitaminico indie rock condito con generose dosi di elettronica, qualche reminiscenza new wave e tonnellate di puro pop, squisitamente melodico ma assolutamente non banale. Potrebbero piacere a chi ascolta Blondie, i Yeah Yeah Yeahs, i Garbage e, soprattutto, gli svedesi The Sounds con i quali hanno moltissimi punti in comune a cominciare dalle due strepitose cantanti, il vero punto di forza di entrambi i gruppi. I Metric si avvalgono della presenza della bravissima Emily Haines ed è proprio lei l’arma in più che li distingue dalla massa di buoni, ma non troppo, gruppi indie che affollano la scena mondiale.
L’oggetto di questa recensione, Synthetica, è un gran bel disco e riesce ad offrire un ascolto estremamente piacevole. Nei momenti in cui si ha bisogno di un po’ di relax e di svago, senza impegnarsi troppo, è l’ideale. Del resto non si vive di soli Slayer o Sex Pistols; in alcuni momenti ci stanno bene anche i dischi pop, se fatti bene.
Questo disco parte con il piede giusto ed è subito una sfilza di gioiellini: Artificial Nocturne comincia lenta e sognante per poi prendere ritmo e decollare, sospinta da una bellissima melodia; il trascinante singolo Youth Without Youth possiede sonorità più rock ed è piacevolmente disturbata da rumori elettronici; il terzo brano in scaletta, Speed The Collapse, è sospinta da una potente batteria ed è arricchita da suoni e intense melodie che la rendono tra le cose migliori del disco. Il proseguo dell’ascolto offre altre leccornie come le distorsioni elettroniche, i tempi lenti, i suoni scarni e la ritmica ridotta all’osso dell’ottima Dreams So Real, l’indie rock elettrico della titletrack, le melodie calme e seducenti di Clone e la bellissima The Wanderlust che vede duettare con la Haines il grande Lou Reed.
Tracklist:
01.Artficial Nocturne
02.Youth Without Youth
03.Speed The Collapse
04.Breathing Underwater
05.Dreams So Real
06.Lost Kitten
07.The Void
08.Synthetica
09.Clone
10.The Wanderlust
11.Nothing But Time
Metric - PIAS - 2012
voto: 8
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