Checché se ne dica i Green Day, nonostante il successo planetario, non hanno mai sbagliato un colpo; hanno cambiato più volte veste senza, però, allontanarsi troppo dalla rinomata ricetta originaria depositata nell'ufficio brevetti nel lontano 1987: melodie a rotta di collo, ritmi più o meno veloci, più o meno punk rock, un pizzico di anni '60 e una spolverata di '77.
Sono riusciti sempre a tenere alta la qualità della proposta, pur con qualche calo d'intensità nel corso degli ultimi anni.
Questo ¡Uno! è il primo capitolo di una corposa trilogia che prevede l'uscita di ¡Dos! a Novembre di quest'anno e di ¡Trè! nel Gennaio dell'anno prossimo. Seguirà poi un quarto disco che dovrebbe essere un dvd.
Stando al comunicato stampa della Interscope l'album appena uscito dovrebbe rappresentare un ritorno alle radici per i Green Day ma, per quanto mi riguarda, non è esattamente così: il nuovo disco è breve e diretto come ai tempi d'oro ma forse manca un po' di grinta e potenza, le chitarre sono innoque e mai troppo distorte, nonostante siano due (si è aggiunto alla formazione Jason White già facente parte della combriccola nelle esibizioni dal vivo) non mordono affatto.
In ogni caso il disco funziona, le melodie inebrianti non mancano e l'ascolto regala dei piacevoli momenti di relax. Dopo due concept album-opere rock, tra l'altro di ottima qualità, la durata dei brani è stata ridotta notevolmente grazie ad un sapiente lavaggio in acqua calda che ha fissato il minutaggio massimo in tre minuti. Non mancano i brani che spaccano come il punk rock 77 di Let Yourself Go, l'atipico indie pop danzereccio di Kill The DJ, il garage rock'n'roll pop di Nuclear Family, Carpe Diem e Stay The Night poste in apertura del lavoro. Da citare anche il punk'n'roll di Loss Control, il pop punk un po' Clash un po' Rancid di Angel Blue, Rusty James e il piacevole pop del singolo Oh Love. Certo, i tempi di 36 Smooth e Kerplunk! sono parecchio distanti, ma anche Dookie è lontano anni luce. Qui il suono è più morbido e accondiscente verso il pubblico geneticamente modificato post-MTV e verso la folla dei grandi stadi ma è pur sempre meglio di alcune ciofeche spacciate per musica alternativa.
In conclusione si tratta di un buon disco pop rock più vicino ai Beatles (Oh Love) che ai Clash dei quali vorrebbero riprendere sonorità e attitudine. Se solo avesse una produzione diversa e un tiro più consono al genere proposto sarebbe un quasi capolavoro. La speranza è che i capitoli successivi vengano sopposti ad un adeguato trattamento dopante...
Tracklist:
01.Nucelar Family
02.Stay the Night
03.Carpe Diem
04.Let Yourself Go
05.Kill the DJ
06.Feel for You
07.Loss of Control
08.Troublemaker
09.Angel Blue
10.Sweet 16
11.Rusty James
12.Oh Love
Interscope - 2012
voto: 7,5
Gli altri dischi:
Il primo mitico disco 39/Smooth del 1990 da acquistare assolutamente nella versione arricchita con gli EP Slappy e 1000 Hours:
Kerplunk! del 1992
Dookie del 1994
Insomniac del 1995
Nimrod del 1997
Warning del 2000
American Idiot del 2004
21st Century Breakdown, 2009.
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