Mai come adesso, in questi tempi di rigurgito antisemita, è importante ricordare e ancora più importante è fare di tutto perché non accada nuovamente. Anche se sembra una lotta senza speranza: i sopravvissuti piano piano stanno scomparendo, la memoria delle masse inebetite dai social non va più cosi a ritroso e la maggior parte dei giovani non sa neanche di cosa si stia parlando, ammesso che gli possa interessare anche sapendolo. Purtroppo l'antisemitismo che striscia come una serpe velenosa nel nostro DNA non si è mai sopito, ce l'abbiamo dentro il midollo sin dal medioevo e ora sta solo mostrando il suo volto allo scoperto con tutta una serie di scuse improbabili e impresentabili. Lo ritroviamo alla luce del sole in tutto il mondo musulmano anche in quello cosiddetto "moderato," in tutto l'Occidente ricco e imbolsito, sia sotto mentite spoglie, dietro la copertura della vere o presunte disgrazie del popolo palestinese e dell'anti-sionismo, sia apertamente, gridandolo nelle piazze nelle occasioni più disparate: dalle manifestazioni del 25 Aprile a quelle contro la violenza sulle donne e contro i femminicidi, come se le donne ebree stuprate, torturate e uccise, valessero meno delle donne palestinesi morte nei bombardamenti. Mi viene in mente anche, tra le migliaia di episodi che riguardano solo il nostro paese, la guerriglia urbana in occasione della fiera del libro di Torino quando Israele era stata invitata come ospite d'onore nel 2008 o ancora la strage alla Sinagoga di Roma con l'assassinio del piccolo Stefano Gaj Taché di 2 anni, passato nel silenzio assoluto. Per non parlare delle stelle di David scritte o incise nelle case di cittadini ebrei ad imitazione della "notte dei cristalli" dei nazisti, i cimiteri profanati o le pietre d'inciampo vandalizzate. Comunque di questi tempi sono pochi quelli che si dichiarano apertamente antisemiti; molti, moltissimi, si nascondono dietro l'anti-sionismo, come se non fosse la stessa cosa, come se la distruzione di Israele non significasse la fine degli ebrei che noi europei, collaborazionisti, spie dei nazi-fascisti o solo indifferenti, abbiamo costretto ala fuga. Israele in fondo esiste perché noi li abbiamo perseguitati, denunciati e infine cacciati dall'Europa. Non solo, dopo la liberazione dei pochi prigionieri sopravvissuti nei campi di sterminio nessuno volle farsi carico dei superstiti, tutti (e sottolineo tutti) gli stati negarono i visti nel dopo guerra e a loro non restò altro da fare che fuggire in medio oriente per riprovare a vivere.
Adesso, in fin dei conti, mi pare che siano in moltissimi qui da noi a desiderare di più la fine e la distruzione di Israele che non dei regimi fondamentalisti islamici, cioè quelle "brave persone" che lapidano le donne, torturano chi è senza velo, impiccano chi è gay o massacrano ragazzi innocenti in giro per il mondo in nome di Allah. Siamo tornati indietro di 90 anni. L'unica differenza rispetto all'epoca del nazi-fascismo e che adesso l'antisemitismo riguarda solo in parte le sparute frange di neo nazisti ancora in circolazione, ora è più virato a sinistra e non solo a quella estrema, ed è un fenomeno in grandissima crescita in tutta Europa (Francia e Italia in testa) e in tutto il mondo. Pur di vedere la fine, la morte dell'ultimo ebreo nel mondo non abbiamo vergogna di schierarci con Hamas e con tutti i peggiori fondamentalisti islamici assetati di sangue e assolutamente privi di materia grigia di alcun tipo. La cosa allucinante e che più mi lascia perplesso è che i Centri Sociali, le femministe o anche i cosiddetti "antifascisti" pur di andare contro agli ebrei, pur di dar fuoco alle piazze, si schierino apertamente con i fondamentalisti islamici, ovvero quelli che fanno della privazione di diritti civili, dei diritti delle donne o degli omosessuali la loro bandiera. Di questo passo, con le donne che in memoria di una povera vittima di femminicidio, inneggiano ad Hamas e sventolano bandiere palestinesi, non si andrà da nessuna parte. Il silenzio doloroso e umiliante del mondo civile, delle piazze e purtroppo anche della sinistra, dopo la terrificante strage del 7 ottobre è un segnale inequivocabile. Pochi, pochissimi, sono scesi in piazza per mostrare solidarietà ad Israele e alle migliaia di vittime, vecchi, giovani e giovanissimi e per giunta (penso ai partecipanti al rave, ma anche a chi viveva vicino al confine con Gaza) pacifisti e di sinistra. Pochissimi hanno protestato per i bambini squartati o rapiti in nome di Allah o per le donne vivisezionate nelle loro case. D'altro canto invece dopo la reazione di Israele - che ricordo a tutti ha ancora centinaia di propri cittadini ostaggio dei fondamentalisti palestinesi, chissà in quali terribili condizioni - in piazza sono scesi a migliaia e migliaia e continuano a farlo, senza vergogna, senza pudore. Non mi si venga a dire che i mostri responsabili del massacro del 7 ottobre hanno fatto quel che hanno fatto a causa dell'oppressione di Israele - che ha lasciato Gaza da decenni, tra l'altro - come invece ha scritto qualcuno. Le migliaia di bestie responsabili dell'attacco del 7 ottobre andavano a caccia di ebrei, uomini, donne e bambini, al grido di Allah u Akbar non "Palestina libera" o chissà cos'altro. Sono andati lì solo per uccidere e torturare chiunque, basta che fosse ebreo. I responsabili del massacro sapevano come sarebbe andata a finire, sapevano che Israele, come qualsiasi altro stato, avrebbe reagito così - e sicuramente non erano e non sono minimamente interessati alla vita e alla sicurezza dei cittadini palestinesi, bambini compresi - ma sapevano che avrebbero avuto l'appoggio oltre che dei paesi musulmani anche dei tantissimi occidentali antisemiti. Hamas sapeva che avrebbe trovato terreno fertile anche qui da noi. Lo sta a dimostrare anche la sentenza ambigua e molto discutibile della Corte dell'Aja - che ha ordinato a Israele di "prevenire atti di genocidio" - che può dare fuoco alle polveri e fa sicuramente gioire i fondamentalisti islamici che comunque avrebbero sperato anche in qualcosa di più in merito al presunto "genocidio" ipotizzato da quegli altri collaborazionisti del governo del Sud Africa. Nel contempo si viene a sapere anche che alcuni dipendenti dell'ONU, dell'Unrwa per l'esattezza, hanno partecipato alla mattanza del 7 ottobre. I terroristi sono stati licenziati solo adesso, ma chissà quanti ce ne sono lì in mezzo, pagati da noi, come sono pagati da noi (dall'Europa che elargisce fondi a cascata per fini "umanitari" e che i palestinesi usano per altri scopi) i tunnel usati da Hamas per gli attacchi ai civili israeliani. Tutto questo avviene in coincidenza con il Giorno della Memoria...
Comunque la notizia più triste è che pare che proprio oggi qualche altro migliaio di esseri sfileranno a Roma e in altre città per la Palestina di Hamas in sfregio alla memoria di 6 milioni di ebrei sterminati dai nazi fascisti. Spero che ciò non venga permesso, almeno oggi, altrimenti sarebbe il punto più basso toccato dalla nostra debole e mediocre democrazia. Non si può lasciare infangare la memoria dell’Olocausto da questi novelli squadristi-fascisti-razzisti siano essi di sinistra o di destra. Ci sarebbe da vergognarsi di essere italiani.
Purtroppo solo qualcuno - sempre più pochi, ormai - continuerà a ricordare questa giornata ma sul fatto che questo possa servire a qualcosa o che non si possa ripetere ho più di qualche dubbio. La Shoah è un ricordo lontano, sempre più sbiadito e confuso...
Nessun commento:
Posta un commento