A mezzogiorno a mangiare tortellini al PalaSerradimigni.
Dopo gli stenti e sacrifici con l'ennesima partita buttata al vento nei ultimi minuti dell'ultimo quarto a Reggio Emilia e la vittoria "utile-inutile-ma si, molto utile" nell'ultima di Champions League, serviva una grande reazione, un segno di vitalità nell'ultimo maledetto quarto. C'erano i playoff che in qualche modo si allontanavano (incredibilmente) in buona compagnia con la Final Eight e la Basketball Champions League, un po' di tensione imprevista (le contestazioni a Pasquini) e l'infermeria sempre affollata (il capitano Jack Devecchi e Shawn Jones, ultimi di una lunghissima serie).
E poi c'era Bologna con tutta la sua armata agguerrita seppur Gentile, 8 vittorie sulle ultime 7. C'era di che cagarsi addosso.
Nei primi due quarti sembrava che i timori della vigilia si stessero avverando: - 13, - 15, -16, un freddo da gelare le ossa (le poche rimaste intere). I "Gentili" di cui sopra a fare il bello e cattivo tempo (soprattutto Alessandro, che Gentile è solo di nome) e la Dinamo vuota come un sacchetto di plastica sballottato dal vento. Se aggiungiamo poi un arbitraggio (l'ennesimo) a dir poco discutibile c'era il tanto di chiudere bottega e passare ad altro.
Invece no, la bomba di William Hatcher sul finire del primo tempo risveglia in qualche modo il gigante assopito. Shawn Jones si libera del sudario, si alza e cammina (11 rimbalzi, 7 punti). Hatcher e Bamforth volano rispettivamente a quota 17 e 16, Polonara fa il suo per tenere a galla la Dinamo prima della resurrezione e i soliti Tavernari e Planinic, il (quasi) ritrovato Stipcevic, Spissu, l'ultimo (eccellente) arrivato Bostic (ottimo collante tra difesa e attacco), Bamforth e ancora - finalmente- un grande Hatcher incorniciano un'epica e memorabile rimonta con uno strepitoso 32 a 17 nell'ultimo quarto. È stata una battaglia, finita addirittura con Pasquini in tribuna dopo il secondo fallo tecnico. Ma, nonostante questo, gli arbitri, l'ottima Bologna e la solita sfiga finisce 82 a 74.
Finalmente si torna tra i "magnifici" otto a quota 20 e affanculo tutto il resto.
Certo, c'è l'amaro in bocca per la Final Eight sfumata per la prima volta e per un nonnulla (sono passate tre squadre con gli stessi punti, 16 a fine girone di andata). Lo stesso è accaduto più o meno in Champions League con 7 vittorie (le stesse dell'anno scorso) e l'arrivo a pari punti con Murcia (fregati per un solo canestro di differenza). Però qui le valutazioni da fare sono diverse: l'anno scorso con lo stesso risultato (quinta) si è passati (con le migliori quinte) perché il regolamento era diverso e poi c'è la (magra) consolazione di essere in buona compagnia. Infatti anche Venezia, Avellino e Capo d'Orlando hanno fatto la stessa fine.
Ora che siamo in vista della Final Eight (da spettatori, ahimè) e della pausa per le nazionali c'è tutto il tempo per recuperare gli acciaccati, per oliare ossa e giunture del mitico guerriero Stipcevic e per inserire ancora meglio il nuovo arrivato Josh Bostic nei meccanismi della squadra.
I playoff non sono più una chimera. E poi c'è anche la coppetta Europea di consolazione, la Fiba Europe Cup che si apre con lo scontro con i francesi di Le Portel.
Forza Dinamo!
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