27 Gennaio, il Giorno della Memoria.
Ebbene si, anche adesso nel 2015, anzi soprattutto adesso, ha molto senso rinfrescare la memoria al nostro mondo in preda al morbo di Alzheimer. Principalmente perché il tempo che trascorre e gli ultimi sopravvissuti ai campi di sterminio che inevitabilmente se ne vanno, giocano a favore dei numerosissimi negazionisti e revisionisti che vivono tra noi.
Come sempre la memoria e la storia vengono rimaneggiate, riviste e corrette, per esigenze personali e strane ideologie deviate e geneticamente modificate.
Ancora adesso, nel 2015, l’antisemitismo è diffusissimo in gran parte del mondo. Nei paesi islamici, ovviamente, ma anche in una larga fetta della popolazione europea.
Basti pensare agli attentati al supermercato Kasher di Parigi, al Museo Ebraico di Bruxelles, alle innumerevoli profanazioni dei cimiteri ebraici soprattutto in Francia, o all’accoltellamento di un ebreo ortodosso a Milano. Spesso questi atti terroristici, o semplicemente criminali, hanno una matrice islamica alla base, ma non sempre.
Ancora oggi gli ebrei non sono al sicuro nelle nostre città. Eppure sono stati cacciati dalle loro case; sono stati venduti per niente ai nazisti da tanti cittadini “stimati e onesti” (e collaborazionisti). Ma nonostante tutto questo neanche la vergogna del passato fascista-razzista ci ha fatto ravvedere.
Anzi, rispetto al passato, l’esercito di antisemiti cresce sempre di più, e si tratta di un esercito trasversale che va dalla destra nostalgica alla sinistra estrema (e anche non necessariamente estrema). E a questo proposito bisogna dire che l’antisemitismo 2.0 è più di casa nel lato sinistro del mondo che non in quello destro. Anche perché la destra estrema può contare su numeri quasi insignificanti, solo pochi stronzi pressoché innocui, o quasi. Mentre l’estrema sinistra, filo-palestinese, filo-islamista e antisemita, può contare su un gran numero di adepti in tutti i livelli della società, dagli intellettuali sino all’ultimo imbucato nei centri sociali.
In Italia è più facile che si scenda in piazza per manifestare in favore della Palestina e contro Israele che non per i problemi della nostra nazione e dei nostri terrificanti governi. Sono sicuro che qui da noi, in molti, in moltissimi, se potessero, darebbero la vita per la Palestina e d’altro canto quasi nessuno farebbe altrettanto per la nostra insignificante italietta dalla faccia un po’ così.
Mi ricordo che non molto tempo fa a Torino, in occasione del Salone del libro, la scelta di designare lo stato di Israele come ospite d’onore aveva causato tafferugli, critiche feroci e tentativi di boicottaggio più o meno riusciti.
A me pare che le vicende palestinesi siano solo un pretesto per far sfogare l’antisemitismo atavico, l’odio verso gli ebrei, da sempre parte del corredo di cromosomi di una cospicua porzione della nostra popolazione.
L’Olocausto è stato omesso (e censurato) da buona parte dei programmi scolastici per tanto tempo, e forse anche adesso, né più né meno come è avvenuto per le Foibe (e relative schifezze commesse dagli italiani nei confronti degli esuli istriani). Ma questo non è avvenuto solo in Italia, anche in gran parte del mondo vige la stessa pericolosa censura.
Ancora adesso il mondo è pieno zeppo di movimenti, sette, libri, professori benemeriti e soggetti strani di varia provenienza, che portano “prove” e “fatti” che confuterebbero la tesi negazionista dell’Olocausto. Purtroppo queste folli manifestazioni trovano terreno fertile in tutto il mondo, a causa di soggetti ancora più folli e deviati (ma influenti) quali l’ex presidente iraniano Ahmadinejad, l’americano Bradley Smith, l’arcivescovo inglese Richard Williamson e tantissimi altri.
Ci sono diverse varianti in queste teorie schizofreniche: c’è chi sostiene che il numero è enormemente esagerato, c’è chi è convinto che sia un’invenzione israeliana, c’è chi nega l’esistenza di camere a gas e forni crematori, c’è chi è sicuro di avere le prove che i 6 milioni di ebrei dei campi di sterminio siano tutti in America, c’è chi è convinto che sia tutto falso…e via delirando. Ci manca solo qualcuno che affermi che Hitler e le SS facessero parte di un’associazione caritatevole.
Eh si, nel 2015 ha ancora molto senso ricordare, e far ricordare anche a chi non vuole.
6.000.000 di ebrei morti non possono lasciare indifferente nessuno che abbia una coscienza. Purtroppo però non tutti ce l’hanno.
Le tesi negazioniste di cui parli attecchiscono facilmente tra gli ignoranti, quelli che che sanno poco o niente sull'argomento, o quelli che hanno una limitata capacità mentale.Questo è un motivo in più che chi sa, parli e si diffonda la verità..
RispondiEliminaUn carissimo saluto.
Si, hai ragione di solito queste teorie malsane attecchiscono dove c'è poca materia grigia, ma non è sempre così: qualche volta funzionano anche nelle teste pensanti, purtroppo.
RispondiEliminaNon resta, come dici giustamente tu, che cercare di tenere viva la memoria per quanto possibile. Ma anche da questo punto di vista c'è qualche problema, c'è chi "si dimentica di ricordare", chi "non gliene può fregare di meno" e anche chi nega pure l'evidenza.
Per quanto mi riguarda ogni anno pubblico un post sull'argomento (cosa che fai anche tu e tanti altri) ma, nel mio caso, questi sono sempre gli articoli meno visti e letti del mio piccolo blog. Tanto che potrei ripubblicare sempre lo stesso post ogni anno e nessuno se ne accorgerebbe. Ne deduco che alla gente non piace l'argomento per tanti motivi, non solo perché trattasi solo ed esclusivamente di sostenitori delle tesi negazioniste.
Da quando mi sono recato ad Auschwitz, quasi cinque anni fa, non riesco a togliermi dalla mente quel posto, l'olocausto e la sofferenza di un intero popolo ma, evidentemente, non siamo poi così in tanti ad aver visto o voluto vedere.
Non che sia obbligatorio andarci per poter capire, ma secondo me aiuterebbe parecchio.
Un abbraccio