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Bochesmalas

lunedì 19 novembre 2018

La Dinamo, il mistero del PalaSerradimigni, i fantasmi e lo sfuggente numero 8


Di questi tempi al PalaSerradimigni vengono a fare shopping un po' tutti. Addirittura l'ultima ruota del carro di Serie A, l'Oriora Pistoia, sino a ieri a quota zero in classifica, viene a prendersi clamorosamente 2 punti in casa sassarese, lasciandone 113 nel canestro dei padroni di casa. Se solo me lo avessero detto qualche settimana fa avrei pensato a uno scherzo o a un racconto di fantascienza, e invece è andata proprio così. Pistoia è venuta qui con l'approccio giusto di una squadra che non aveva troppo da perdere, con uno 0/6 come dote, qualche uomo importante fermo ai box e una panchina- sulla carta, solo sulla carta - corta e impalpabile. Invece no, Pistoia ha lottato come se avesse 5 leoni in quintetto e ha fatto la sua bella figura, senza rubare assolutamente nulla. Alla Dinamo Sassari non è rimasto altro da fare che soccombere sotto il peso di quei 113 blocchetti, pesanti come cemento armato. Probabilmente difficili da spostare, almeno nel futuro prossimo. Comunque ci vorrà del tempo per digerirli, ammesso che si riesca.

Era accaduto tante volte nel corso delle ultime stagioni che varie cosiddette Cerentole, vere o presunte, siano venute a fare un figurone da queste parti o che riuscissero a compromettere la classifica del Banco. Ma quest'anno pareva diverso, la squadra sembrava solida e capace di reagire a qualsiasi tempesta, monsoni o guerre nucleari. Un roster lungo e vario con tante possibilità di cambi di un certo livello con 13 giocatori ottimi, una buona difesa (per un certo periodo la terza del campionato) con il record nazionale di rimbalzi in saccoccia e un eccellente coach a guidarla.
Inizialmente c'è stato un grande pre-campionato, una striscia di sette vittorie - con 4 su 4 in coppa - e la sensazione che fosse una squadra in crescita che doveva solo recuperare gli acciaccati e i ritardatari. La Dinamo di inizio stagione prometteva faville e fuochi d'artificio una volta recuperati completamente tutti gli uomini. E invece no. Proprio con la squadra al completo che sono subentrati i primi problemi di un certo rilievo. 
Probabilmente anche questa Dinamo targata Esposito non è diversa da quella delle ultime stagioni Calvani-Pasquini-Markovski, capace di imprese memorabili come di blackout incomprensibili. Sicuramente io - come tanti altri - mi sono illuso e ho sbagliato completamente lista degli obiettivi e le previsioni sull'annata. Eppure quest'anno, inizialmente, la squadra sembrava proprio di un'altra pasta, rispetto ai precedenti impasti.
L'ultima partita buona il Banco di Sardegna l'ha fatta contro Venezia in casa, dove se è vero che ha perso, lo ha fatto a testa alta con tanto di grande rimonta nel finale e l'overtime sfiorato. Comunque perdere contro Venezia ci può stare. Il bello, anzi il brutto, è arrivato a partire dalla partita in Ungheria contro lo Szolnoki dove i bianco-blu hanno rimediato una figura pessima, con una prestazione inguardabile, e una sconfitta pesante che significa l'addio al primo posto del girone H di EuropeCup. Dopo questo passo indietro, che doveva rappresentare un campanello d'allarme da gestire sicuramente meglio, è arrivata quest'altra pessima prestazione con Pistoia che segna l'esclusione - momentanea, sicuramente ma non per questo meno dolorosa - dal gruppo delle magnifiche otto.
Purtroppo ora che il PalaSerradimingi ha perso la sua verginità anche con la conduzione Esposito nulla può essere più dato per scontato, nel bene ma soprattutto nel male. Questo vale sia per la coppa, dove la Dinamo qualche giorno fa era prima nel power ranking, sia per il campionato, Final Eight e Playoff compresi.
Fortunatamente è ancora presto, c'è ancora tanto tempo e c'è un ampio margine di miglioramento dell'alchimia di gioco e dei singoli giocatori. Non c'è il rischio immediato che capiti una tragedia come la sconfitta in casa contro Capo D'Orlando e quella in trasferta contro Pesaro l'anno scorso che avevano compromesso in modo irreparabile la stagione. Anche se quei fantasmi, minacciosi e inquietanti, ultimamente aleggiano sinistramente sulle tribune del palazzetto. 
La passata stagione pur con un roster inferiore sulla carta, tanti infortuni come non si sono mai visti, una panchina un po' leggera e altre attenuanti (ultimo ma non ultimo il problema di Pasquini in veste di coach con una fetta del pubblico), è andata malissimo. Tutti gli obiettivi possibili sono stati mancati clamorosamente. Quest'anno il roster è indubbiamente più ricco e talentuoso; a differenza della passata stagione si è partiti abbastanza bene su tutti e due i fronti (coppa e campionato) ma ora queste 3 sconfitte nelle ultime quattro partite, se non si torva una cura immediata, possono essere un bel problema, Houston.
Perché in casa Dinamo il problema è solo mentale, psicologico. Che sia questione di superficialità come afferma qualcuno o di incapacità di reagire nei momenti più difficili non ci è dato sapere. Solo il coach, lo staff e il gruppo possono sapere cosa accade nello spogliatoio e nel parquet. Di sicuro uno dei tanti problemi di questa formazione è "l'oggetto misterioso" Pierre che, ormai da un bel pezzo, non è più quell'atleta spumeggiante dei primi mesi della passata stagione; a volte pare un alieno nelle trame dei quintetti di Esposito. Spero solo che prima o poi (più prima che poi) sia in grado di dimostrare qualcosa sul campo altrimenti, a mio parere, dovrebbe essere invitato a preparare le valigie. 
Comunque mentre si lotta contro fantasmi e demoni minacciosi, in attesa di un esorcista capace o di un insieme di fattori concomitanti che facciano scaturire finalmente la scintilla, la situazione ora si fa delicata. Tra un paio di giorni c'è una nuova trasferta in Ungheria contro il Falco Vulcano che seppur non irresistibile come l'ottima Szolnoki non è sicuramente un ostacolo semplice. Questa partita è fondamentale per superare il momento critico, anche se non sarà molto utile per la classifica già bell'e fatta. Sarà un passo fondamentale. Poi ci saranno altre due gite fuori porta in campionato, tutt'altro che semplici: prima Trento poi Bologna. Solo il 16 dicembre si ritorna tra le mura amiche quando arriverà la corazzata Milano! Se la cura funzionerà si può anche sperare di fare risultato contro i primi della classe, se invece persisterà questo misterioso malessere si prospetta una strage degli innocenti, o giù di lì.
Speriamo bene...

Forza Dinamo!

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