Dopo oltre trent'anni dal primo album, il capolavoro assoluto "For Madmen Only," si ripresentano gli UK Decay, come se il tempo si fosse fermato all'alba degli anni 80 e tutto quello che c'è stato nel mezzo non avesse alcuna importanza. Della formazione originaria sono rimasti il cantante Steve "Abbo" Abbot e il chitarrista Steve Spon, ovvero tutto quello che poteva servire per riportare in vita il corpo dei Decay dall'ibernazione ultra trentennale, senza perdere assolutamente nulla del corredo genetico originario.
Come allora, i quattro di Luton, offrono al popolo la loro inconfondibile miscela oscura a base di post punk, gothic rock, punk, positive punk, urticante e velenoso, nevrotico e pungente come sempre. Il disco suona che è una meraviglia, odora piacevolmente di antico ma, nello stesso tempo, e anche grazie alla produzione impeccabile e moderna ad opera di Chris Tsangarides, è attualissimo e assolutamente perfetto per il tormentato presente che stiamo vivendo e per il futuro; sicuramente per i prossimi trent'anni. D'altronde come asserisce Abbo nelle note di presentazione "Non siamo qui per una riunione di nostalgici, siamo qui perché abbiamo qualcosa da dire."
Gli UK Decay sono tornati per prendere a calci il mondo e ci sono riusciti in pieno con un dischetto che non sfigura affatto accanto al suo illustre predecessore. In questi trent'anni il mondo non è cambiato, anzi, forse è addirittura peggiorato; i mali che lo affliggono sono sempre gli stessi, ma a questi se ne sono aggiunti di nuovi e gli UK Decay, evidentemente, hanno ritenuto opportuno far sentire ancora una volta il loro dissenso e la rabbia che scorre a fiumi nelle vene del nostro pianeta.
Il disco si apre con le entusiasmanti mazzate di "Shake 'em up" e "Heavy Metal Jews" e la band mette subito in chiaro come stanno le cose. i Maestri sono tornati e non ce n'è per nessuno: dark punk acido, potente e abrasivo.
Come in tutte le loro incarnazioni (i 6 singoli e l'album firmati UK Decay, gli In Excelsis e i Furyo) la musica che propongono non è facile, è dura, complessa, potente e oscura e non ha niente a che fare con il revival post punk, indie pop di questi ultimi tempi. Le coordinate, per chi non li conoscesse, sono da ricercare nei territori abitati da altri loschi individui come i Killing Joke dei primi due dischi, ma gli UK Decay non sono facili da etichettare, né da avvicinare troppo agli altri: sono loro i maestri, sono loro che hanno influenzato decine di altre band e non viceversa.
Nella scaletta sono presenti gli immancabili brani più sperimentali e corrosivi come "Next Generation????" "Woman with a black heart" e "Shout" con violini dissonanti, ritmiche funk e tribali e melodie sghembe. Ma il meglio, il succo del disco, si trova in brani micidiali come la splendida "Revolutionary love song," la brevissima e melodica "All the faces in History," l'ipnotica e contorta "I feel good" trascinata da un riff degno degli Stooges e, soprattutto, la perla finale "Drink" oscura, fascinosa, intensa ed evocativa con le dolci note di un violino campionato che accompagnano la voce recitata di Abbo sino al crescendo finale.
01.Shake 'em up
02.Heavy metal jews
03.Next generation????
04.Killer
05.This city is a cage
06.Woman with a black heart
07.Revolutionary love song
08.Shout
09.All the faces in history
10.I fell good
11.Drink
Rainbow City Records 2013
UK Decay 2013:
Abbo - voce, chitarra
Eddie B - basso
Raymondo - batteria
Spon - chitarra, tastiere
Il cd o il vinile si possono acquistare in versione speciale nel sito degli Uk Decay, oppure nei tradizionali negozi dei dischi e musica digitale:
Gli Uk Decay negli anni 80:
For madmen only - LP 1981
The Split single - Pneumania - Uk Decay - 1979
A night for celebration - live 1983
For my country - 1980 single
Rising from the dread - single 1982
Sexual - single 1981
The Black 45 - EP - 1980
The unexpected guest - single 1981
Gli In Excelsis:
Carnival of Damocles - EP - 1983
Creeps in the trees - EP - 1984
Ladder of lust - Ep 1984
Prey - Lp - 1985
Furyo:
Furioso Ep - 1984
Furyo Ep - 1984
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