Lasciate ogni speranza o voi che entrate

Bochesmalas

lunedì 7 maggio 2012

The Wars - Healings


Healings del trio berlinese The Wars, per quanto non sia assolutamente intricato e difficile, non riesce a superare indenne l’impatto con il primo, fatidico, ascolto. Questo non perché non sia un buon album (tutt’altro), ma piuttosto perché nei suoi solchi si colgono molti, forse troppi, riferimenti all’enciclopedia del post-punk britannico degli anni 80 e, soprattutto, alla nuova onda di band che si rifanno a quelle sonorità (Interpol, White Lies e She Wants Revenge su tutti). Quindi subentra facilmente la tentazione d’interrompere l’ascolto dell’ennesimo disco-Dolly (la pecora clone...) per occuparsi di qualcosa di più originale. Poi, invece, può accadere l’imprevedibile, com’è successo a me, ovvero: una pioggia improvvisa di notevole intensità, un clima molto più attinente all’autunno inoltrato che non al piacevole tepore primaverile e l’album può finire inaspettatamente sotto il famelico raggio laser del lettore cd. Questa volta con la giusta atmosfera e con le canzoni già pre-digerite e pronte per essere metabolizzate. 
Sotto lo scrosciare dell’acqua sui vetri e sotto le ombre di un cielo plumbeo l’album acquisisce ben altro spessore e le canzoni guadagnano una notevole intensità. I suoni del trio sono minimali, scarni ma decisamente vigorosi e fascinosi. La sezione ritmica guidata dal cupo basso di Phole è potente, scura e moderna. La chitarra sintetica di Kowski disegna e crea architetture sonore mai banali e la sua voce è profonda e suadente come dovrebbe sempre essere in questi territori sonori. Le canzoni si abbinano perfettamente all’artwork grigio, rosso e nero di Healings con suoni intensi che coprono tutto lo spettro che va dal nero al grigio, senza trascurare il vigore e il calore delle tonalità del rosso. Si viaggia spediti sospinti dalle ritmiche new wave anni 80, umori dark, pennellate di moderno indie pop, elettronica made in Germany e una scaletta compatta dove non spicca nessuna vetta particolare, ma si fanno notare alla lunga distanza alcuni oscuri gioielli, come la splendida Succubus che sembra pescata tra le onde degli 80’s, Ethon, Safari, Parsec e le lente Coast e Tortoise che chiudono il disco.  
In conclusione un ottimo album che necessita però di almeno cinque o sei ascolti prima di riuscire a far capire se è il caso mettere le mani nel portafoglio o no.











Tracklist:
01.Toga
02.Whiteout
03.Healings
04.Parsec
05.Enclave
06.Safari
07.Jet Stream
08.Nature
09.Succubus
10.Ethon
11.Coast
12.Tortoise
SPV - Audioglobe 2012
voto: 8
Formazione:
Chris Kowski - voce, chitarra, tastiere
Gernot Pohle - basso
Felix Roll - batteria




Nessun commento:

Posta un commento