Con questo post dedicato a Tokyo chiudo definitivamente questa lunga serie di report "fotografici" sul Giappone e finalmente tutti voi potrete tirare un sospiro di sollievo.
Questo minuscolo paesino conta oltre 15 milioni di abitanti, 35 milioni se si tiene conto di tutta la grande area di Tokyo e i suoi circa 14 mila chilometri quadrati di estensione. È un posto immenso e immensamente bello. Ma anche qui, come in tutto il resto del Giappone, regna l'ordine, la pulizia, il traffico scorrevole, le auto "scatoletta", l'aria limpida, il fascinoso connubio antico-moderno e tutto il campionario di delizie made in Japan. Però, ad essere pignoli, qui qualche piccola e insignificante sbavatura si trova, probabilmente a causa del sovraffollamento o forse per colpa della massa di turisti che ne infesta le vie. A Tokyo, nei posti più affollati, ho trovato anche qualche pezzo di carta e alcuni mozziconi di sigaretta per terra e, poi, ho contato almeno sei barboni. Due eventi rarissimi da queste parti dove nessuno si sognerebbe neppure di buttare qualcosa per terra e dove la disoccupazione praticamente non esiste e, conseguentemente, neanche i senza tetto non avrebbero ragione di esistere.
A parte questo la città di Tokyo è una delle meraviglie del mondo; è talmente ricca di attrattive, cose da fare e vedere, cose strane e affascinanti, che ci vorrebbe almeno qualche mese per apprezzare appieno tutto quello che offre.
Nella capitale è d'obbligo prendere subito confidenza con la metropolitana più affollata del mondo e non farsi travolgere dall'imponente (ma ordinato) flusso di migliaia di esseri umani in rapido movimento. Una volta capito il sistema la città è vostra e niente può sfuggirvi.
Si può partire con Shibuya, il mitico incrocio nei pressi della fermata dell'omonima stazione, dove migliaia di persone attraversano contemporaneamente la strada in modo spettacolare e indescrivibile. Qui c'è anche la statua del mitico cane Hachiko, il cane di razza Akita diventato noto al grande pubblico grazie a un film giapponese e, soprattutto, al remake americano con Richard Gere.
Hachico si recava tutti i giorni ad accogliere il padrone (il professor Hidesaburo Ueno) alla stazione di Shibuya, e anche dopo che questi morì continuò ad andare lì per aspettare il suo amico uomo per ben nove anni sino a quando (l'otto marzo del 34) morì anche lui, di fronte alla stazione.
Oltre questo il quartiere di Shibuya è noto per l'arte del cosplay e il genere musicale Shibuya-kei (una sorta di j-pop con una forte componente elettronica).
Da non perdere poi il quartiere Harajuku dove soprattutto nella zona di Takeshita regna la moda alternativa e dilaga il look stravagante delle Harajuku girls, tra punk, gothic, lolita style, visual key e cartoni animati.
Ma in giro per Tokyo ce ne sono tante di piacevoli stranezze come ad esempio i Maid Café, un tipo di caffetteria stravagante dove le ragazze, le maid, sono vestite con pizzi, calze a rete, giarrettiere e merletti in stile primi del novecento. Sono luoghi strani e buffi dove ci si ritrova in una sorta di limbo tra il mondo dei fumetti e il cosplay e una specie di erotismo pupazzesco.
Un altro mistero di Tokyo (e in quasi tutti gli altri agglomerati urbani giapponesi) è il groviglio di cavi elettrici che si trova su ogni palo della luce. Sembra il tipico caos di fili in stile asiatico (Nepal, Vietnam e Cina sono pieni di queste enormi matasse) ma qui questi intrecci volanti non hanno la stessa spiegazione. In Giappone non c'è l'approssimazione e la confusione che regna altrove, non si cerca di allacciare "al volo" i numerosissimi nuovi arrivati di volta in volta. Semplicemente i cavi non sono sotto terra perché si tratta di una zona (molto) sismica e i tecnici devono intervenire velocemente per il ripristino dell'energia elettrica.
All'inizio mi ha colpito molto, perché in un paese ipertecnologico come questo non ci aspetta di trovare questo tipo di colpo d'occhio modello "dalla Cina con furore". Ma poi tutto si spiega e qui, in Giappone, tutto ha sempre un senso e una sua logica. Bisogna solo sintonizzarsi sulle frequenze d'onda giuste.
Arigatou.
Il video qui sotto è la versione più grezza e compressa di quello che doveva essere il "pezzo forte"(beh, più o meno) di questo post. Purtroppo però questa volta ho perso la battaglia con iMovie e con il sistema di carico video di blogspot e ne è venuto fuori questo abominio indegno. Sorry guys...
Il brano musicale che accompagna le immagini è "Mon Amour Tokyo" dei Pizzicato Five, ottima band nipponica purtroppo estintasi all'alba degli anni 2000.
Bellissima serie di post, per gli amanti del Giappone in particolar modo *_*
RispondiEliminaMolte foto sono veramente spettacolari (notavo quelle in notturna panoramiche, ad esempio), un bel regalo insomma ^_^
Alla prossima!
Grazie mille!!!!!
RispondiEliminaFaccio del mio meglio, anche se la fretta e gli scarsi mezzi tecnici a disposizione influiscono inevitabilmente sul risultato finale (oltre alle discutibili "qualità " del fotografo, ovviamente)
Cercherò di fare meglio alla prossima occasione
Grazie ancora
Ciao