Lasciate ogni speranza o voi che entrate
Bochesmalas
venerdì 25 marzo 2011
venerdì 18 marzo 2011
Sulle rive del Gange
Namasté
Ho riflettuto a lungo se lanciare in rete questo post: non è un bel periodo per parlare di viaggi e di cose futili, data la terribile situazione in Giappone e la minaccia nucleare che incombe sulle nostre teste. Poi però ho deciso di pubblicarlo lo stesso perché un viaggio non è mai futile: si interagisce con le popolazioni locali e ci si arricchisce a vicenda a allora, come previsto dalla legge e dal protocollo di Kyoto, ecco un piccolo reportage fotografico del viaggio in India del nord.
Le foto le ho pescate dal mucchio delle migliaia che ho scattato con la mia fedele Panasonic TZ10, compatta ma ricca di funzioni e soprattutto dotata di un eccellente zoom e un ottimo stabilizzatore ottico. Ne ho ridotto le dimensioni e la qualità per un ottimale visione sui vostri Mac o pc senza appesantire troppo i vs. browser.
L'India pullula di indiani.
In India i cani non abbaiano.
In India il business legato al turismo spirituale è immenso.
Le strade brulicano di falsi santoni, falsi mendicanti bisognosi con bimbi narcotizzati in braccio e tanta poverissima gente che non chiede niente.
In India non ci sono gatti.
Il traffico sia urbano che extra urbano è a dir poco caotico, folle e apparentemente pericoloso: le auto sfrecciano veloci tra carretti trainati da dromedari, mucche sacre in dormiveglia, bimbi nudi che corrono, biciclette, cavalli, camionisti ubriachi che sfrecciano velocissimi suoi loro coloratissimi tir e una sinfonia di clascon assordanti.
Gli incroci a raso sono la norma e sono affollatissimi di mezzi che s'infilano senza alcun criterio nel traffico, il diritto di precedenza non esiste e spesso e volentieri si viaggia contro mano senza problemi...
Eppure non si vedono incidenti, non si vede gente che perde la calma e urla come da noi.
Si passa e basta, con o senza diritto di precedenza. Un bel colpo al clacson e via...alla conquista dell'asfalto (o di chi ne fa le veci).
L'inquinamento è terribile, ma non si avvertono odori sgradevoli, almeno non come ci si può aspettare.
E poi in India si mangia benissimo, il cibo è ricco, piccantissimo e gustosissimo.
I colori e i profumi sono una delizia per i sensi.
Blow horn, please.
In India c'è tantissima gente simpaticissima e poi sono tutti molto socievoli, curiosi, ma mai eccessivamente invadenti.
I bordi delle autostrade sono affollati di villaggi e da un sacco di povera gente che vive la propria vita con fierezza ed estrema dignità.
Il nostro giro è iniziato da Delhi, la caotica metropoli dalle mille facce, poi in auto verso il Rajasthan e la splendida Jaipur la "città rosa", poi ancora Fatehpursikri e Agra con il meraviglioso Taj Mahal, il mausoleo voluto dall'imperatore Moghul Shah Jahan per commemorare la moglie. Da Agra treno per Jhansi e quindi auto per Orchha, l'antica capitale del regno dei Bundela, poi in auto per la spettacolare Khajuraho e i suoi favolosi templi patrimonio mondiale dell'Unesco.
Con un volo interno ci siamo spostati a Varanasi...e qui si è aperto un altro mondo, una finestra sull'anima dell'india. Un'atmosfera magica, spirituale per un "bagno"di emozioni e sensazioni indimenticabili...
That's all folks...
Un ringraziamento a Barbara, ovviamente, e a Bruno Bottaro di Evolution Travel.
E un saluto a queste splendide persone: Himanshu Kumar Trivedi, Jintendra Sharma, Rameshwar Gupta, Prince (non il cantante omonimo...), Dharampal, Idris, Anshu Chandan, Amit Natani, Gaurav Singh, Ateek Rehmani, Ilyas Khan, R B Nadar.
Ho riflettuto a lungo se lanciare in rete questo post: non è un bel periodo per parlare di viaggi e di cose futili, data la terribile situazione in Giappone e la minaccia nucleare che incombe sulle nostre teste. Poi però ho deciso di pubblicarlo lo stesso perché un viaggio non è mai futile: si interagisce con le popolazioni locali e ci si arricchisce a vicenda a allora, come previsto dalla legge e dal protocollo di Kyoto, ecco un piccolo reportage fotografico del viaggio in India del nord.
Le foto le ho pescate dal mucchio delle migliaia che ho scattato con la mia fedele Panasonic TZ10, compatta ma ricca di funzioni e soprattutto dotata di un eccellente zoom e un ottimo stabilizzatore ottico. Ne ho ridotto le dimensioni e la qualità per un ottimale visione sui vostri Mac o pc senza appesantire troppo i vs. browser.
L'India pullula di indiani.
In India i cani non abbaiano.
In India il business legato al turismo spirituale è immenso.
Le strade brulicano di falsi santoni, falsi mendicanti bisognosi con bimbi narcotizzati in braccio e tanta poverissima gente che non chiede niente.
In India non ci sono gatti.
Il traffico sia urbano che extra urbano è a dir poco caotico, folle e apparentemente pericoloso: le auto sfrecciano veloci tra carretti trainati da dromedari, mucche sacre in dormiveglia, bimbi nudi che corrono, biciclette, cavalli, camionisti ubriachi che sfrecciano velocissimi suoi loro coloratissimi tir e una sinfonia di clascon assordanti.
Gli incroci a raso sono la norma e sono affollatissimi di mezzi che s'infilano senza alcun criterio nel traffico, il diritto di precedenza non esiste e spesso e volentieri si viaggia contro mano senza problemi...
Eppure non si vedono incidenti, non si vede gente che perde la calma e urla come da noi.
Si passa e basta, con o senza diritto di precedenza. Un bel colpo al clacson e via...alla conquista dell'asfalto (o di chi ne fa le veci).
L'inquinamento è terribile, ma non si avvertono odori sgradevoli, almeno non come ci si può aspettare.
E poi in India si mangia benissimo, il cibo è ricco, piccantissimo e gustosissimo.
I colori e i profumi sono una delizia per i sensi.
Blow horn, please.
In India c'è tantissima gente simpaticissima e poi sono tutti molto socievoli, curiosi, ma mai eccessivamente invadenti.
I bordi delle autostrade sono affollati di villaggi e da un sacco di povera gente che vive la propria vita con fierezza ed estrema dignità.
Il nostro giro è iniziato da Delhi, la caotica metropoli dalle mille facce, poi in auto verso il Rajasthan e la splendida Jaipur la "città rosa", poi ancora Fatehpursikri e Agra con il meraviglioso Taj Mahal, il mausoleo voluto dall'imperatore Moghul Shah Jahan per commemorare la moglie. Da Agra treno per Jhansi e quindi auto per Orchha, l'antica capitale del regno dei Bundela, poi in auto per la spettacolare Khajuraho e i suoi favolosi templi patrimonio mondiale dell'Unesco.
Con un volo interno ci siamo spostati a Varanasi...e qui si è aperto un altro mondo, una finestra sull'anima dell'india. Un'atmosfera magica, spirituale per un "bagno"di emozioni e sensazioni indimenticabili...
That's all folks...
Un ringraziamento a Barbara, ovviamente, e a Bruno Bottaro di Evolution Travel.
E un saluto a queste splendide persone: Himanshu Kumar Trivedi, Jintendra Sharma, Rameshwar Gupta, Prince (non il cantante omonimo...), Dharampal, Idris, Anshu Chandan, Amit Natani, Gaurav Singh, Ateek Rehmani, Ilyas Khan, R B Nadar.
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