giovedì 25 ottobre 2018

Dinamo Sassari: 20 secondi da ricordare


Dopo la vittoria in casa del Leicester nella prima partita del girone H della Fiba Europe Cup succede anche questo: il game 2 prevedeva la sfida casalinga contro gli ungheresi del Szolnoki Olaj, una brutta bestia condotta dal micidiale guerriero Vojvoda, probabilmente la migliore formazione vista sino a ora quest'anno al PalaSerradimigni. La Dinamo di El Diablo ha subito per 35 minuti le percentuali stratosferiche dei tiratori ungheresi (abbassatesi al 58% da tre solo a causa degli errori nel l'ultimo quarto), prendendo in saccoccia un passivo anche di 20 punti. Questo nonostante le ottime prove del solito grande - e sempre più leader - Scott Bamforth (25 punti, 4 rimbalzi, 5 assist) di Terran Petteway (21 punti, 6 assist, 4 rimbalzi, 5 falli subiti) e dell'immenso trascinatore Jack Cooley (17 punti, 6 rimbalzi e un gran dispiego di attributi). Come dicevo, nonostante tutto ciò, la linea Maginot del Banco di Sardegna pareva di burro al cospetto degli assalti degli ungarici. Per la prima volta in questa stagione la Dinamo non è riuscita ad avere la meglio ai rimbalzi, specialità della casa in quest'annata 2018-2019, e ha subito per 35 minuti. Dopodiché la miccia si è accesa ed è avvenuta l'esplosione. Una rimonta epica condotta dal gladiatore Cooley, dal genio di Bamforth e dalla classe di Petteway e l'ottima, anzi eccellente, Szolnoki Olaj, si è piegata. Ad un minuto dalla fine Petteway infila la tripla del sorpasso (95 a 94), poi Thomas prende un rimbalzo difensivo e lo stesso Petteway si ritrova in lunetta. Qui fa 1 su 2 e gli ungheresi ripartono alla carica nell'ultimo disperato tentativo. E qui subentra il gigante Cooley, ruba la palla e si invola vero il canestro degli avversari per una schiacciata che resterà alla storia. Il palazzetto esplode. Finisce 98 a 94.
Senza parole.

Per concludere due considerazioni: la Dinamo Sassari è prima nel girone H di Fiba Europe Cup con due vittorie su due. Nel contempo si trova alle spalle delle capoliste Milano e Venezia in campionato, con due vittorie e una sconfitta a Reggio Emilia che ancora brucia per come è avvenuta.
Dopo un ottimo pre-campionato dove ha fatto vedere cose egregie, stendendo fior di formazioni ad alta quotazione, in coppa e campionato finora non ha giocato proprio benissimo (quota rimbalzi a parte, dove è davanti a tutti) ma ha quasi sempre vinto. Cosa potrà succedere se inizia a giocare come sa e se avrà la squadra al completo?
Manca ancora Marco Spissu e un po' d'olio negli ingranaggi, ma questa Dinamo sa accendere gli entusiasmi come non accadeva da un bel pezzo.

Forza Dinamo!






mercoledì 24 ottobre 2018

Fukpig - Bastards


I Fukipig, da Birmingham UK, sono da sempre uno dei pilastri degli ascolti quotidiani di questo blog. Anzi, questo blog è cresciuto a pane e dischi dei Fukpig, nonostante a volte ci si sollazzi con suoni meno estremi e urticanti. Comunque ogni nuova uscita in casa Fukpig è un acquisto obbligato da queste parti, una roba da prendere a scatola chiusa come solo con poche altre band mi azzarderei a fare. Quando c'è bisogno di far sanguinare le orecchie e rompersi le ossa non c'è niente di meglio di un disco dei Fukpig. In questi anni ho consumato i solchi di album come "Belief is The Death of Intelligence", Spewings From a Selfish Nation" o "This World is Weakening" senza soluzione di continuo.
Il nuovo album intitolato Bastards non aggiunge niente di nuovo alla discografia della band inglese ma proprio per questo è stato accolto a braccia aperte e timpani spalancati. Il necropunk creato da Paul Kenney  e Duncan Wilkins, ambedue implicati anche con le gesta di Mistress, e Anaal Nathrakh, anche questa volta sputa in faccia la solita straordinaria e dinamitarda miscela di crust-punk, grindcore, black metal - e tutto quello che ci può essere di estremo in campo metal - ad alto contenuto politico. Come sempre corrosivo e destabilizzante, più punk del punk stesso, più black del black metal. Come sempre eccezionale. 
Questo disco scorre violento, urgente, veloce e feroce come dev'essere. D'altronde la protesta, la rivoluzione, mica possono essere accompagnate dalle melodie insipide di Albano e Romina. È necessario picchiare duro. 
A questo punto non resta altro da fare che calare la puntina sul primo solco del disco e lasciare andare l'inferno.

Play it loud.


Tracklist:

01.Dogshit Hair
02.Let's Make Britain Hate Again
03.Force Fed Fucking Bullshit
04.Antisocial Media
05.Bastards
06.The Altar of Austerity
07.Doctrines of the Obsolete
08.Meathead
09.Déteste
10.Ruled by Cunts
11.The Bleakest Toll
12.Last Brexit to Nowhere

2018 - Devizes



martedì 23 ottobre 2018

Kirlian Camera - Hologram Moon


La lista di capolavori sfornati dalla premiata ditta Kirlian Camera è talmente lunga e fitta da richiedere troppo spazio per esser qui citata. Intanto quest'anno se ne aggiunge un altro che va a infittire ulteriormente l'elenco degli acquisti assolutamente irrinunciabili nel carrello della spesa del 2018.
Per limitarci solo al recente passato "Hologram Moon" segue due dischi clamorosi come "Nightglory" (disco dell'anno di questo blog nel - quasi - lontano 2011) e "Black Summer Choir" anch'esso andato molto, molto vicino alla vetta dei dischi migliori nell'anno del Signore 2013 (recensione). Anche questa volta la migliore band electro-darkwave del pianeta ci offre una cascata di emozioni inarrestabili con suoni, atmosfere e canzoni degni di un'enciclopedia della musica.
Elena Alice Fossi e Angelo Bergamini riescono a costruire delle architetture sonore assolutamente uniche e ineguagliabili. Dodici gioielli a cui sono stati incastonate altrettante preziose melodie che si ficcano come tarli non solo nella struttura delle composizioni ma anche nel cervello dell'ascoltatore. Senza pietà.
Basterebbero solo le prime tre meravigliose tracce di questo disco per stracciare gli eventuali contendenti al trono: Holograms, Sky Collapase (con la presenza come ospite di Eskil Simonsson degli svedesi Covenant) e Lost Island. Poi, più avanti si procede nell'ascolto e più si scoprono gemme nascoste e sorprendenti.
Nel corso di questi tantissimi anni l'immortale creature di mr. Bergamini ha mutato pelle più di una volta regalando, come dicevo all'inizio del post, pagine assolutamente memorabili (Pictures from Eternity, tanto per citarne uno solo) a volte oscure e difficili per le masse, ma incredibilmente affascinanti.
Con l'arrivo della splendida Elena Alice Fossi sono riusciti a virare senza snaturare la loro anima e, soprattutto, restando al passo con i tempi. Da "Coroner's Sun" in poi la magnetica e fascinosa presenza della vocalist ha fatto svoltare I Kirlian Camera verso soluzioni per certi versi meno oscure e sperimentali, forse più fruibili e contagiose, ma non per questo meno interessanti. Anzi, penso che il ritocco subito dalla formula alchemica della band parmense in quest'ultima mutazione le abbia permesso di sopravvivere alla propria storia e agli anni 80.
Che dire, alla soglia dei quarant'anni di carriera, se una band è capace di dare vita a un disco come "Hologram Moon" non sia può fare altro che levarsi il cappello e genuflettersi al suo cospetto.

Grande musica per grandi momenti.


Tracklist:

01.Holograms
02.Sky Collapse (feat. Eskil Simonsson of Covenant)
03.Lost Islands
04.Polar IHS (feat. Eskil Simonsson of Covenant)
05.Helium 3
06.Kryostar
07.I Don't Sing
08.The Storm
09.Eyes of the Moon
10.Equation Echo 01
11.Haunted River
12.Travelers' Testament

2018 - Dependent

lunedì 22 ottobre 2018

Idles - Joy as an Act of Resistance


Dopo lo stupefacente "Brutalism", già disco dell'anno 2017 su queste umili paginette, non si poteva chiedere un altro capolavoro alla band di Bristol. E invece gli Idles sono riusciti ad andare oltre ogni possibile e immaginabile aspettativa piazzando un secondo capitolo assolutamente incredibile.
"Joy as an Act of Resistance" è un album maestoso, brutale e cattivo che non può lasciare indifferenti, neanche gli ascoltatori più distratti e frettolosi. Infatti bastano poche note iniziali del "colosso" posto in apertura per caricare di elettricità e tensione l'etere, per poi subire il cataclisma dell'entusiasmante accelerazione finale. Solo questa traccia varrebbe una buona metà dei dischi pubblicati nel corso di quest'anno. Il problema è che l'album non si ferma qui, il resto è un puro concentrato di melodie irresistibili quanto strafottenti, elettricità e montagne russe di emozioni a tutto gas. "I'm Scum," "Love Song" e "Danny Nedelko" sono trascinanti come una locomotiva senza freni e riusciranno a far deragliare più di uno tra i nostalgici e vecchi punk come anche chi tra le nuove leve non disdegna distorsioni ed energia allo stato brado. La struggente, bellissima e sofferta June, dedicata alla figlia del frontman nata morta, è uno dei pochi momenti di pausa per le scorribande elettriche degli Idles. La successiva "Samaritans" riprende a calcare il piede sull'acceleratore di questo disco, impossibile da fermare. "Television" prosegue la sua corsa a rotta di collo irresistibile, ma il colpo di grazia arriva con la fantastica "Great", per quanto mi riguarda la miglior canzone sentita nel corso di questo 2018. Nel proseguo della scaletta c'è anche spazio per una traccia che sembra estrapolata da un disco dei Cramps, Cry To Me, sghembo punkabilly-blues che apre un nuovo fronte negli spartiti di casa Idles.
La banda di mr Talbot ha pubblicato il disco punk definitivo in versione 2018 combinando componenti indie, rock, post punk, noise e punk originale in una formula che per quanto rimanda ovviamente in qualche modo a suoni pre-esistenti lo fa in modo assolutamente personale e originale.
Senza alcun dubbio il secondo lavoro degli Idles farà il bis - per la prima volta nella storia di questo blog - come disco dell'anno.


Tracklist:

01.Colossus
02.Never Fight a Man With a Perm
03.I'm Scum
04.Danny Nedelko
05.Love Song
06.June
07.Samaritans
08.Television
09.Great
10.Gram Rock
11.Cry To Me
12.Rottweiler

2018 - Partisan


sabato 20 ottobre 2018

Trentacinque





Ci dovrebbero essere 35 buoni motivi per pubblicare un post come questo in un momento come questo, ma non me ne viene in mente neanche uno.
Comunque "35 è un numero pentagonale, un numero tetraedrico, un numero cubico centrato e un numero pentatopico" come dicono in Wikipedia. Tuttavia non penso che tutto ciò possa interessare a qualcuno in un qualche dove, tantomeno qui.

- Dovevi prendere 35 gocce, non barare
- Vabbè, ho sbagliato. Non capiterà più, stai tranquilla
- La cura va seguita per bene, altrimenti è assolutamente inutile 
- Vabbè, hai ragione...

















































Diciotto dischi per Diciotto giorni, per i restanti diciassette fate voi...ma questi riempiono le orecchie che è un piacere.




Presto il nuovo grandioso disco degli Idles su queste pagine, terapia premettendo...