lunedì 23 marzo 2020

Notizie dal fronte: il Coronavirus rallenta in Lombardia (ma cresce nel resto del mondo)



Ieri i primi dati (quasi) confortanti sulla diffusione del Sars-CoV-2 (o Covid-19 che dir si voglia) in Italia: 651 vittime, sempre troppe ma decisamente meno della spaventosa cifra dei 793 del giorno prima.
Oggi 408 guariti, 3780 nuovi casi, 602 morti, per un totale di 6.077 deceduti, 63.927 malati e 7.432 guariti. Un ulteriore leggero calo che di certo non alleggerisce il peso sulle strutture lombarde e di tutto il nord Italia, ma fa ben sperare in un rallentamento della diffusione del virus. Con la speranza - ma anche l'incognita di come possa reagire all'impatto - che non arrivi al centro-sud nello stesso modo. Del resto le misure di emergenza per arginare l'invasione sono cambiate più volte in queste settimane e i risultati di oggi vanno letti alla luce delle disposizioni di 10-14 giorni fa. L'inasprimento delle misure di contenzione di questi ultimi giorni fanno ben sperare in un più deciso calo nelle prossime settimane. Nonostante i 96.000 coglioni denunciati per la violazione delle norme di arginamento dell'infezione. Ora è stato autorizzato anche l'uso dei droni per stanare gli assassini che non rispettano le regole. Io avrei dato carta bianca a De Luca per occuparsi di questi soggetti, ma immagino non si possa fare e ci dobbiamo accontentare dell'attuale ministro degli interni.

La bestia pare rallentare la sua corsa in Lombardia, mentre cresce a dismisura nel resto del mondo soprattutto in Spagna (2.182 morti e ospedali già al collasso) USA (oltre 40.000 casi, 470 morti) e Inghilterra (335 morti, alcuni dei quali giovani, tra i quali spicca il primo diciottenne deceduto). Anche in Germania cresce il numero dei decessi e si abbassa l'età media (circa 45 anni). In totale nel mondo sono 300.000 i contagiati accertati, figuriamoci quanti sono quelli reali, soprattutto nei paesi più poveri e con servizi sanitari non proprio all'avanguardia, Iran compreso.

Intanto bisogna segnalare che in Italia c'è la prima linea del fronte, quella degli operatori sanitari, che sta pagando il prezzo più alto con ben 4.824 contagiati, 24 morti, 223 ricoverati e 24 in terapia intensiva. Spicca il dato della Sardegna e in particolare quello di Sassari con ben il 90% del totale dei Covid positivi composto da medici e infermieri. 
In Sardegna i contagiati salgono a quota 359 con 11 vittime e alcuni decessi sospetti ancora da accertare. Oltretutto c'è il fronte aperto delle case di riposo con vari casi accertati ma pochi tamponi eseguiti: potrebbe essere una polveriera pronta a esplodere.

Con il nuovo decreto più stringente verso le attività che possono rimanere aperte urge sigillare ermeticamente le frontiere delle regioni del sud (molte lo hanno già fatto) perché chiudendo fabbriche e altre imprese medio-piccole c'è il rischio che i lavoratori costretti a casa facciano il bis del primo decreto "Italia zona rossa" con un secondo grande esodo verso sud.

Per quanto riguarda la solidarietà internazionale c'è stato inviato materiale sanitario e operatori sanitari esperti giunti soprattutto da Cina, Russia e Cuba, e anche da USA e Germania. Da parte italiana invece c'è stato l'invio di materiale alla Croazia, vittima di un terremoto con gravi conseguenze, avvenuto nel peggior momento possibile.

#RESTATEACASA

2 commenti:

  1. Devo dirti che ho sempre disprezzato i medici. Ora sono costretto a ricredermi.
    Ciao Antonio.

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  2. Ciao Gus.
    Non sei il solo. Buona serata.

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