giovedì 17 dicembre 2020

La Dinamo, i regali di Natale e lo shopping danese

 


Questa stranissima annata segnata dal coronavirus, dai palazzetti deserti e dalle montagne russe di una squadra che a momenti pare decollare verso il cielo e in altre circostanze sprofonda nel buio più nero, non smette di sorprendere. Nel bene e nel male. Ieri sera contro una squadra non proprio insormontabile (i danesi del Bakken Bears) la Dinamo-Banco di Sardegna già si pregustava la qualificazione ai playoff con largo anticipo, e invece non è andata proprio così. Dopo un primo quarto divertente e spettacolare dove una Dinamo spumeggiante sembrava doversi ingurgitare tutta la Danimarca in un sol boccone, la banda del Poz ha misteriosamente smesso di suonare (eccezion fatta per le bestemmie del direttore d'orchestra). D'improvviso, dopo solo dieci minuti, i vari Spissu, Bilan, Bendzius e Burnell sono passati dallo status di star di un altro livello a quello di ectoplasmi incapaci di qualsiasi reazione. Al contempo i Bears che parevano le vittime sacrificali di turno si sono trasformati magicamente in un'ottima squadra e hanno clamorosamente raso al suolo il PalaSerradimigni. Non è ben chiaro cosa abbia trasformato la Dinamo dopo quei magnifici 10 minuti, forse la colpa è da ricercarsi in un po' di presunzione di troppo, forse un calo di zuccheri o un pizzico di distrazione. Sta di fatto che è venuta fuori la partita più brutta dell'anno e, inoltre, a pochissimi giorni dalla tremenda trasferta in quel di Milano, questa improvvisa regressione, non lascia sperare niente di buono. Del resto se si prendono 22 punti dai modesti danesi dei Bears cosa ci si può aspettare dalla corazzata milanese?

Il residuo di speranza che non ci debba essere per forza di cose un'altra strage è dettato dal fatto che fino a ieri la Dinamo era prima del girone di Champions con tre vittorie su tre (comprese quelle con le tostissime Tenerife e Galatasaray) e che in campionato è reduce da due vittorie consecutive, in casa contro Treviso e soprattutto a Bologna contro la Virtus. Comunque ora che la frittata è fatta e la qualificazione ai playoff di Basketball Champions League non è più così scontata, è tempo anche di qualche considerazione (quasi) nel mezzo del cammin del nostro campionato: la Dinamo 2020-2021 - con tutte le attenuanti del caso e del covid 19 - ha nel suo roster alcuni elementi di categoria superiore come Bilan, Spissu, Bendzius, Burnell e Gentile - quando verrà recuperato completamente -. Gli altri si stanno rivelando non all'altezza della situazione, Kruslin è troppo discontinuo e distratto, Treier - forse a causa del covid - è quasi sempre impalpabile, Tillman troppo egoista - gioca sempre da solo - e soprattutto Katic non è Pusica. Dato per scontato che a causa del disastro economico dovuto dal covid è impossibile intervenire sul mercato, e quindi questi ci dobbiamo tenere, con questa squadra mi pare difficile si possa competere sino alla fine con Milano, Virtus Bologna, Brindisi o Venezia, per non parlare della Champions. Mi sembra improbabile infatti che si possa andare a vincere in Turchia o in Spagna. L'unica speranza è che i vari Spissu, Bilan, Burnell e Bendzius non incappino più in giornate storte collettive, perché sono sempre loro a tirare le castagne dal fuoco (l'unica eccezione è stato Katic nel finale della partita di Bologna). Per quanto riguarda le difficoltà al rimbalzo - vera specialità della casa nelle ultime stagioni- non penso si possa fare granché perché la squadra è questa. Forse si può migliorare anche da questo punto di vista ma non troppo, date le caratteristiche degli elementi.

In ogni caso, a prescindere dall'amarezza per la figura tremenda rimediata contro i Bakken Bears, la speranza è l'ultima a morire. Quindi ci si aspetta, anzi si pretende, una grande prova d'orgoglio a Milano. Che si vinca o si perda l'importante è non giocare come ieri. Forza Dinamo!

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