mercoledì 9 luglio 2014

Kohtuullinen Korvaus: dischi, canzoni, palle e palloni




Mentre piovono palloni tedeschi nel cielo brasiliano, mentre 200 milioni di persone dai geni verde-oro sono ancora sotto shock e forse non si riprenderanno mai, qui l'estate si è ritirata in buon ordine; ha fatto una breve apparizione, si è guardata in giro e ha deciso che non vale assolutamente la pena di restare tra noi. E forse stavolta Renzi non c'entra. O no?
I pinguini circolano in costume da bagno per le vie deserte spazzate da un vento che non è neanche lontano parente di una leggera brezza estiva, e il comune umano che si accinge ad andare in ferie non può che somatizzare...e qui le palle aumentano di volume, ben oltre il limite consentito dalla legge.
Mentre accade tutto questo, e la seconda e ultima semifinale del mondiale brasiliano si avvicina, c'è chi non ha niente di meglio da fare che inondare di cazzate una pagina bianca.
Perché accade tutto ciò non ci è dato sapere, l'unica certezza è che si tratta di un mistero intricato degno di un servizio su Kazzenger.
Alcune volte le mani e le loro appendici unte e sudaticce prendono l'iniziativa, senza consultare preventivamente la centralina elettrica. Altro che "Va' dove ti porta il cuore" qui si va dove ti porta lo scroto edematoso di cui sopra. Ed è risaputo: la torsione scrotale non è propriamente un parco giochi; c'è ben poco da divertirsi quando s'innesca il moto perpetuo.
E allora non resta altro da fare che fumarsi tutto quello che è possibile ed immaginabile in compagnia di una buona birra fresca. In attesa di Argentina Olanda. Di Robben e di Messi. Sarà una finale mista o una faccenda solo nord-europea tra vicini di casa? 
Tra qualche ora si saprà. Se non altro le semifinali si possono vedere in chiaro senza ulteriori salassi e almeno questi ultimi giorni del mondiale ci possiamo sentire in europa anche noi miseri italioti. Probabilmente la nostra benamata Rai, servizio pubblico "alla cazzo di canone" ha già saldato il conto con i vari Fazio, Frizzi, Clerici e Conti e gli è avanzato qualche spicciolo per acquistare le ultime partite.
Intanto ci possiamo consolare con l'ennesima bella notizia: il nuovo ritocco verso l'alto dell'ignobile balzello denominato equo-compenso. I saggi e imparziali governanti, con in testa l'abominevole Franceschini e il PD tutto, hanno deciso che i soldi che si pappano gli Albano, gli eredi di cantanti morti e pronti a risorgere, i vari Vasco Rossi o Ligabue, non sono sufficienti per mantenere un tenore di vita decoroso. Quindi le tasche della SIAE si preparano ad accogliere nuove masse di denari estorti a chiunque acquisti una qualsiasi apparecchiatura elettronica, un computer, uno smartphone, un hard disc, un cd vergine o una chiavetta USB. Perché il cittadino comune (che non fa parte della ristretta cerchia di 10-20 cantanti da hit parade "bravi e famosi" e delle due-tre case cinematografiche rimaste in Italia) è un ladro a prescindere. Se un italico acquista un hard disc è solo per scaricare e rubare i film di Vanzina e le canzoni di Mina, mica per mettere al sicuro i cazzi suoi! Ci mancherebbe pure; siamo un popolo di ladri e il nostro governucolo DC-PD-FI-Alfaniano lo sa fin troppo bene.
Tra non molto verrà tassato anche il pensiero, ma con quello si fanno pochi affari: siamo in Italia.



Stiffs, Inc. - Chelsea - "Nix Nought Nothing" - 1995:


Un disco tanto interessante e originale quanto sconosciuto ai più; una band misteriosa nata e cresciuta nei vicoli di New York agli albori dei novanta e una manciata di canzoni assolutamente irresistibili.
Loro sono gli Stiffs, Inc. e il loro primo album, il fantastico "Nix Nought Nothing" del 1995, è il manifesto del loro punk-vittoriano; un suono crudo, nevrotico ed elettrico, ma anche teatrale, morboso e lievemente velato di oscurità. La loro musica era debitrice del più classico punk in puro stile 1977 inglese come anche di certe mutazioni post-punk che si sono sviluppate negli anni successivi...Forse si può definire Punk-cabaret, ma è meglio la loro definizione di "punk-orwelliano-vittoriano."
Nella scaletta del disco spiccano molti gioiellini rari, quali Sad Song, Blown Away Baby, Generation Crap, Fear in the Night e la strepitosa Chelsea...


Il secondo e ultimo album, altrettanto interessante: "Electric Chair Theatre" del 1997





The BossHoss - Crazy About Mary - "Do or Die" - 2009:



La più "americana" tra le band europee, la più folle tra le band tedesche, è senza dubbio quella dei berlinesi The BossHoss, attivi dal 2004 con il loro ipervitaminico ed esilarante country western-punk condito da cover di brani famosi del pop mondiale: nel loro repertorio spiccano Toxic di Britney Spears, la classica Hey Joe di Hendrix, Hey Ya! degli Outkast e I Say a Little Prayer, tanto per rendere l'idea.
Questa bellissima "Crazy About Mary" del video è tratta dall'album "Do or Die" del 2009.




The Distillers - City of Angels - "Sing Sing Death House" - 2002:


Tre album, un singolo e una discreta notorietà per la prima band di Brody Dalle, ex signora Armstrong (Tim, dei Rancid) e successivamente leader degli ottimi Spinnerette (un ep e un ottimo album omonimo pubblicati rispettivamente nel 2008 e nel 2009) e in questi giorni fuori con un nuovo eccellente disco da solista (Diploid Love). I/le Distillers hanno dato il meglio con i primi due dischi, l'esordio omonimo del 2000 e il successivo, eccellente, Sing Sing Death House del 2002.
Punk rock potente e trascinante, grezzo e ruvido ma non privo di ottimi spunti melodici...beh, più o meno i Rancid in gonnella (la prima formazione era composta per 3/4 da fanciulle).
La città degli angeli non è mai stata rappresentata meglio.





Mayhem - "Esoteric Warfare" - 2014:



I Mayhem sono tra le tre-quattro band Black Metal (gli altri sono Darkthrone, Burzum  e Satyricon) che hanno fatto la storia del genere, ma anche tra i pochi, pochissimi, che non hanno mai sbagliato un colpo...Nonostante i numerosi morti e feriti (e qualche variazione sul tema come con il più sperimentale "Ordo Ad Chao" del 2007). Per Yngve Ohlin più conosciuto come Dead, il cantante, si suicidò nel 1991 ma con un nome così non si poteva pretendere altro; Euronymous al secolo Øysten Aarseth, il chitarrista, venne fatto fuori da quell'altro pazzo di Varg Vikernes, ovvero Burzum. Insomma una vera e propria strage. Ma loro, i Mayhem, sono sempre risorti dalle loro ceneri e lo hanno fatto sempre con ottimi risultati. Il nuovo "Esoteric Warfare" non è da meno: oscuro, gelido, epico e magnifico, segna un ritorno alle origini della band ma non disdegna una sguardo al futuro.
La voce di Attila Csihar (più volte nella line-up della band), le chitarre di Hedger e Iversen e, soprattutto, la fantastica batteria di Hellhammer, svolgono un lavoro egregio nell'ottima scaletta dell'album. Non sarà un nuovo "De Mysteriis Dom Sathanas" ma le soddisfazioni non mancano affatto...



Vader - "Tibi et Igni" - 2014:


Anche i grandiosi Vader sono riapparsi al banco dischi con un nuovo nato, questo Tibi Et Igni, decimo sigillo della loro eccellente discografia. Di questa band polacca mi avevano entusiasmato i dischi della prima della carriera come il bellissimo "De Profundis" del 95, ma anche gli album più recenti, quelli della maturità, come l'ottimo "Necropolis" del 2009.
il nuovo disco forse non è un capolavoro assoluto ma è decisamente avvincente: il solito ottimo, potente e arrembante thrash-death tipico dei Vader con la grande voce di Wiwczarek sempre sugli scudi. Gran ritmo, botte da orbi ed eccellenti scelte melodiche...Go To Hell, l'entusiasmante Abandon All Hope, Armada on Fire, Where Angles Weep non lasciano scampo.
Ho avuto la mia copia da pochissimi giorni ma l'ho già consumata a forza di ascolti intensivi...




Cripple Bastards - "Nero in Metastasi" - 2014:


I Cripple Bastards li avevo (colpevolmente e senza attenuanti) persi un po' di vista. Era dai tempi del "terrificante" primo album Your Lies in Check del lontano 1996 che non li ascoltavo con la dovuta attenzione...e non ho mai capito perché. Ma nella vita c'è sempre una seconda possibilità e io, dopo le doverose genuflessioni, i vari shampoo di cenere e i meritati tormenti del cilicio, ho deciso che è giunto il tempo di pentirmi e di dare a Giulio (The Bastard) quel che è di Giulio.
Allora giù il cappello: "Nero in Metastasi" è un gran disco, forse il loro migliore, sicuramente da acquistare, ascoltare ed immergersi totalmente nella sua atmosfera nera, malata e dolorosa.
Non c'è più la velocità folle di una volta, ma il grindcore evoluto della band di Asti è un'esperienza che lascia il segno.





The Black - "The Priest of Satan" - 1994:


Un album dimenticato, se non addirittura sconosciuto e una band che non ha mai ricevuto le meritate attenzioni. Loro sono gli svedesi The Black e il disco in questione è il loro primo album ufficiale, dopo una demo su cassetta. The Priest of Satan è puro raw black metal old school: velocissimo, grezzo, feroce e senza pietà. Un calderone infernale di suoni sporchi e ruvidi, atmosfere maligne nere come la pece, destabilizzanti e pericolose; qualche ricamo di tastiera per rendere ancora più inquietante qualche passaggio, la brutalità dei primi Marduk e qualche sprazzo di scuola svedese di Death primordiale.
Un disco scoperto per caso, ma una volta trovato e assaporato e fagocitato non abbandonerà facilmente questa casa.






The Black Keys - "Turn Blue" - 2014:


Il 2014 è anche l'anno del ritorno di Dan Auerback e Patrick Carney, ovvero The Black Keys, il duo delle meraviglie di Akron, Ohio, USA. Solo due righe per dire che "Turn Blue" non è "Borthers" ma non possiede neanche un briciolo dell'energia del fragoroso rock di "El Camino."
Il nuovo disco è levigato, ruffiano e innocuo, ma (eh si: c'è un ma) dopo lo sconforto iniziale, le testate sul muro e le bottigliate sui testicoli (metodo Tafazzi) e il conseguente turpiloquio, Turn Blue cresce e conquista spazio, dapprima solo come sottofondo per altre attività e poi (diciamo al quinto-sesto ascolto di fila) conquista la scena.
Un buon disco pop, piacevole e divertente. Niente di più. Niente di meno.



































Elefant


Per concludere questo ennesimo delirio musical-calcistico-e-cazzi-vari-e-assortiti, un breve cenno a una band tra le più sottovalutate del pianeta terra: gli americani Elefant, da New York City.
La band di Diego Garcia ha avuto vita breve ma intensa, due album eccellenti (Sunlight Makes Me Paranoid del 2003 e The Black Magic Show del 2006) e una manciata di singoli ed EP.
Da questa parti non se li è cagati quasi nessuno. In America invece un pizzico di notorietà lo avevano ottenuto con qualche brano inserito nelle colonne sonore di alcuni video giochi e in alcune serie televisive. Eppure The Black Magic Show è un capolavoro, un disco intenso e ammaliante che si muove tra le suggestioni del revival post punk e il classico indie rock-pop americano.
Grande musica e una sfilza di canzoni eccezionali.











Virgin Forest - Liberi Percorsi di Musica Sommersa - La versione 3.0


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4 commenti:

  1. Un post da manuale dove la cronaca, la critica, lo sport, la musica, le recensioni sono perfette..per non parlare delle foto scelte da una mano ultra esperta....
    Oscar per il miglior blogger protagonista a Ant!!!!!!!!!!
    Superbacio!

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  2. Grazie mille, Nella! Troppo buona!

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  3. Sono d'accordo con Nella. Buona serata-partita!

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  4. Grazie, mr.Hyde! buona partita, serata, nottata e quant'altro anche a te e a voi!

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