mercoledì 4 maggio 2022

Orsi, Orsini, Orsetti e la Guerra dei "pacifisti"


In questi giorni tetri per l'umanità, con l'Ucraina in fiamme e la propaganda russa che miete vittime eccellenti in tutto l'Occidente, gli orsini e il clan dei Santoro's diffondono il verbo della loro "pace" e reclamano spazi sempre più ampi; come se non fosse già sufficiente l'invasione mediatica nella nostra tv dei fans di Putin e della banda armata di "pacifisti". Eppure, nonostante ci siano sempre almeno due-tre di questi "pacifisti" in ogni stramaledetto talk show italico - oltre a numerosi filo-putiniani dichiarati - affermano incredibilmente di non avere spazio nei media. Gli orsini sono dappertutto, come neanche il Presidente della Repubblica nel messaggio di fine anno agli italiani, a reti unificate. Un po' come i virologi - o meglio, i No Vax e i vari negazionisti e terrapiattisti - qualche tempo fa. Il buon Santoro, invece, ha sentito l'esigenza di riunire in un teatro romano una buona parte di questi personaggi che a suo dire vengono censurati dal "regime" e dai media occidentali e italiani in particolare. La "pace proibita" del redivivo - e agguerrito - San Toro è una pace particolare in cui Putin non viene mai citato né condannato, tantomeno la banda di criminali sanguinari da lui guidata. Per questi vecchi e nuovi dinosauri della tv i colpevoli di quello che sta accadendo sono solo la Nato, Biden e probabilmente lo stesso Zelensky. Tutto questo non si riesce proprio a capire. E invece il regime di Putin ha un fascino irresistibile; è un grande, folle, amore incondizionato che pare sia anche ricambiato da qualche parte nei meandri più oscuri del Cremlino o nella sede dell'FSB. Al suo regime si sono perdonate le stragi in Siria, Georgia e in Cecenia. Se le stesse cose le avessero fatte gli americani ci sarebbero state tutte le piazze d'Europa in fiamme per le proteste, con i Santoro's in prima linea. La cosa strana è che in questi ambienti soprattutto i siriani sono sempre stati tra i figli prediletti, invece quelli uccisi da Putin sono stati sepolti in silenzio, senza una parola, perché non sono stati massacrati dagli americani. Lo zar cresce ancora, soprattutto qui da noi. La sua figura si erge imponente come un baluardo contro la tanto odiata Nato e gli USA, davanti a masse sempre più crescenti e compatte dove i neo fascisti vanno a braccetto con i nostalgici comunisti. E il resto non importa. Non importa se i "salvatori" russi radono al suolo ogni città e ogni paesino che incontrano, svaligiano case e negozi come bande criminali, rubano tonnellate di grano ogni giorno, sparano sui convogli umanitari, bombardano i corridoi-trappola da loro stessi messi in piedi, deportano con la forza bambini e famiglie nelle più profonde viscere della Russia, torturano e giustiziano civili, stuprano le donne davanti ai loro figli e tutta una serie di terribili nefandezze che probabilmente si sono visti solo dalle parti dell'Isis. It's "denazificazione" baby.

Comunque, dopo le schifezze immonde viste nei cortei del 25 aprile (che ormai, ahimè, ha perso completamente ogni senso) con la brigata ebraica contestata da soliti fascisti antisemiti che si spacciano per "comunisti," bandiere NATO e USA, ma anche ucraine, bruciate o strappate. E poi tante bandiere palestinesi che hanno sventolato alla grande, come se c'entrassero qualcosa con la resistenza italiana e la liberazione dai nazi-fascisti. Contestazioni contro il PD e Letta rei di aver dato armi alla resistenza ucraina, ma nessuna voce, nessun coro, contro Putin e contro la brutale invasione russa, tranne poche eccezioni. Una scena vergognosa che va a braccetto con i 300 parlamentari italiani che si erano eclissati in occasione del discorso di Zelensky nel nostro parlamento, o la tremenda liberaZione dell'impresentabile Petrocelli. È possibile che a tutta questa gente dei morti in Ucraina, delle stragi e dei profughi non freghi proprio nulla? Da quelle parti si spara sui civili, sulle scuole e sugli ospedali, eppure in questa strampalata accozzaglia di fascisti, comunisti e orsetti vari non c'è alcuna empatia. Il resto lo fa il salvatore Vladimiro, la propaganda russa, Lavrov e il miliardario Kirill.

Tra qualche tempo, forse alche anno, la storia restituirà la verità sui massacri di Bucha, Irpin e degli altri paesini nei dintorni di Kiev, del teatro di Mariupol - dove pare siano morti oltre 600 civili, nonostante la grande scritta "bambini" ben evidente - e tutta la città completamente rasa al suolo dalle bombe russe e finita dai coltelli di Allah dei ceceni. Per non parlare di quanto sta avvenendo nell'acciaieria Azovstal, forse la pagina più buia. Tra qualche tempo si parlerà della guerra medievale di Valdimiro e del genocidio ucraino e i Santoro's ritorneranno nell'ombra con l'icona di Putin nel taschino e nulla più.

Intanto si avvicina il 9 maggio, giorno di parate in Russia e anche tra le macerie di Mariupol dove è in programma la grande festa della "denazificazione" sul tappeto rosso sangue di decine di migliaia di civili morti. Pare che lo zar voglia far sfilare anche alcune centinaia di prigionieri di guerra (ammesso che ce ne siano ancora in vita, date le usanze dell'armata putiniana) per esporli alla pubblica gogna. Se ciò accadesse davvero sarebbe veramente una cosa tremenda, ma non sorprenderebbe più di tanto, dato che il regime di Putin è sempre più simile a quello nazista. 

Nessun commento:

Posta un commento