mercoledì 17 gennaio 2018

Dinamo Sassari: Jonathan Tavernari, il peso di Pesaro, il gran premio di Montecarlo e le coppe scomparse



Inizio con le buone notizie, che ultimamente sono talmente poche da meritare di essere sottolineate, ovvero la firma di Scott Bamforth e di Dyshawn Pierre per un'altra stagione. Ma oltre questo, di questi tempi, non c'è niente di buono da tramandare ai posteri. Gli alti e i bassi (anzi, bassissimi) di questa stagione travagliata lasciano il segno e stavolta in modo indelebile. Per la prima volta dopo 6 anni consecutivi la Dinamo-Banco di Sardegna è fuori dalla Final Eight di Coppa Italia senza troppe attenuanti. C'è da dire che la sfiga non ha mollato un attimo questa squadra dai primi vagiti in Ottobre sino a oggi: prima gli infortuni ancora prima dell'inizio della stagione di Hatcher e Bamforth, poi schiene e ossa scricchiolanti (Jones); poi la serie infinita di infortuni di Stipcevic che praticamente non si era mai fermato in vita sua; infine c'è stato l'infortunio di Spissu ieri sera nella gara di Champions nel principato di Monaco. Un bollettino di guerra al quale vanno sommate alcune prestazioni imbarazzanti (la sconfitta casalinga contro Capo D'Orlando e quella in trasferta a Pesaro) nei momenti topici di questa prima metà della stagione. A questo disastro, tanto cocente quanto inaspettato, bisogna aggiungere anche la disastrosa partita di ieri sera contro il Monaco, dove la Dinamo giocando un buon basket per soli 13-14 minuti è andata incontro a un massacro (87-55) che chiude definitivamente anche il discorso qualificazione nella Basketball Champions League.
Nella partita di ieri si sono salvati solo il buon Jonathan Tavernari (uno dei più positivi e meno utilizzati di questa parte della stagione), Pierre, in parte Planinic e Spissu prima dell'infortunio. Per il resto buio totale. Si è vista una squadra fragile mentalmente più che fisicamente, senza grinta né la faccia giusta. È inutile rimarcare che l'assenza di un guerriero come Rok Stipcevic si fa sentire,  eccome, soprattutto in situazioni come queste da "do or die." Probabilmente però non era la sfida contro la corazzata Monaco quella su cui puntare per la qualificazione, pesano sicuramente le tante partite perse in casa contro squadre assolutamente abbordabili, l'ultima delle quali contro Murcia. Ma a quel punto bisognava tirare fuori un po' di orgoglio e grinta: ci sono modi e modi di perdere.
Nel frattempo si è perso per strada l'evanescente Levi Randolph. Non ci è dato sapere se definitivamente o solo momentaneamente; fatto sta che è stato lasciato a casa prima della trasferta alla corte del principe Ranieri.
Comunque la cosa che fa più rodere le budella è il fatto che questa squadra non è quella delle ultime giornate (e figuracce) è una signora squadra degna di imprese memorabili quali le 7 vittorie di fila con tanto di trasferte ai confini della realtà di poco tempo fa,  o anche la vittoria contro Milano, la vittoria in trasferta a Brescia quando questa volava con 10-vittorie-su-10, ma anche la sconfitta ai supplementari a casa della lanciatissima Venezia. Questa è una squadra capace di battere chiunque quando gioca, e io resto del parere che sia più forte di quelle degli ultimi anni, anche se l'anno scorso è arrivata in finale in coppa Italia e l'ha persa per un nonnulla e in Champions aveva fatto un bel figurone. Ma quest'anno la squadra è più giovane e inesperta (manca forse un Savanovic?) e, soprattutto, è momentaneamente senza Stipcevic. Però può solo crescere, il talento non le manca di certo.
Adesso, con le due coppe frantumate, ci saranno molti tiratori scelti pronti a fare fuoco su Federico Pasquini, gm e soprattutto coach. Invece io non me la sento di sparare su di lui, secondo me ha fatto e sta facendo un ottimo lavoro e prima o poi ci sarà anche qualche frutto da raccogliere. Ha fatto sempre ottime scelte, mettendo da parte Randolph quando si è spento e provando a reinserirlo quando pareva essersi svegliato dal torpore, e ha sempre messo il quintetto migliore che aveva a disposizione (infortuni e sfiga permettendo). Inoltre è stato l'artefice del risorgimento dopo la disfatta con Capo D'Orlando che ha portato le sette perle a casa. Forse avrebbe dovuto provare con Tavernari a Pesaro, ma è facile dirlo col senno di poi. Forse avrebbe dovuto concedere più spazio a Spissu in alcuni momenti, ma anche queste sono valutazioni che lasciano il tempo che trovano. In Italia siamo tutti commissari tecnici e non solo nel calcio.
Comunque ritengo che l'unico errore che possa fare Sardara in questo momento sia sostituire Pasquini. Fortunatamente pare che il presidente non ne abbia la minima intenzione, nonostante una discreta fetta del pubblico insista per fargli prendere questa scelta suicida.

Non resta che attendere con fiducia il girone di ritorno a iniziare con la partita contro Cantù in programma sabato 20 gennaio. Da qui si può ripartire, ricostruendo mentalità e gioco di una squadra che dovrebbe trovarsi tra le prime quattro, non di certo nona.
Forse, ora, con meno obiettivi nel mirino, con solo il campionato da tenere in considerazione si possono recuperare più facilmente le energie fisiche e mentali per ritornare in vetta al più presto.

Forza Dinamo, cazzu cazzu!  
























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