domenica 19 giugno 2016

Kyoto, Giappone


Di certo arrivare a Kyoto con un giorno di ritardo e la borsa ricolma di stress e nervi contorti non è il massimo, ma questa città è in grado di riparare i danni dell'anima in modo stupefacente, tanto è bella e affascinante.
Kyoto è la città dei mille templi, è stata capitale dell'Impero e si vede, ma starci solo una giornata e qualche spicciolo di minuti è assolutamente sconsigliato; ci vuole tempo, la giusta predisposizione mentale o comunque una buona condizione psico-fisica per immergersi nell'atmosfera unica che si respira da queste parti.
Per quanto mi riguarda la visita della città è stata condizionata dall'aereo perso (lo sto ancora cercando) ad Amsterdam, dal jet lag e dall'umore più nero della pece. Di conseguenza anche il reportage fotografico ne ha risentito inevitabilmente e inoltre molte cose a dir poco interessanti le abbiamo dovute mettere da parte per un'eventuale seconda visita in futuro.
In ogni caso qualcosa l'abbiamo vista e ci è piaciuta anche parecchio.
La prima cosa che salta all'occhio nel tragitto dall'aeroporto di Osaka verso Kyoto è il traffico ordinato e assolutamente sostenibile, nonostante la grande concentrazione di umani (in Giappone  quasi il 75% del territorio è costituito da montagne e foreste pressoché prive di presenza umana, quindi gli agglomerati urbani pullulano di giapponesi). Ci sono poche moto e motorini in giro, nonostante sia il più grande produttore al mondo di due (e quattro) ruote motorizzate. Tra le automobili che si vedono scivolare silenziosamente sull'asfalto (molte auto sono ibride e/o elettriche) si vedono pochi modelli come i tanti gioielli made in Japan che si vendono in Europa; in Giappone dilaga il trend dell'auto scatola (per intenderci una roba tipo la Nissan Cube) prodotta e venduta da tutte le innumerevoli industrie automobilistiche del sol levante.

Una volta giunti all'hotel di Kyoto ti accoglie subito il wc strano e ipertecnologico con seduta riscaldata, pulsantiera per il bidè, tasto per ascoltare musica e tanto altro. Manca solo l'omino che ti asciuga.
Fuori dalle confortevoli quattro mura dell'hotel ci si trova subito immersi in un mondo piacevolmente strano, con l'aria pulitissima che ti avvolge e marciapiedi assolutamente privi anche della più piccola traccia di sporcizia. Non ci sono cestini per i rifiuti. Non ci sono rifiuti.
Una volta individuata la Smoking Area più vicina è d'obbligo un salto alla mitica Kyoto Station perché l'avveniristica stazione ferroviaria della città non ha niente a che vedere con quelle modello Italia (o anche buona parte d'Europa) dove regnano la spazzatura, l'accattonaggio, lo scippo selvaggio, il caos e il degrado. Quella di Kyoto invece è un autentico gioiello da gustare di giorno e soprattutto di notte.
Ma la città offre tantissimo altro: l'antico distretto di Gion dove si possono ammirare le geishe e le giovani maiko con i loro abiti coloratissimi; il tempio del padiglione d'oro, Kinkaku-Ji; il mercato di Kyoto; il santuario Fushimi Inari Shrine con la sua spettacolare galleria di torii rossi; il tempio Kiyomizu o il castello di Nijo.
Tra i vari luoghi e monumenti patrimonio dell'umanità dell'Unesco nella zona di Kyoto (come del resto in tutto il Giappone) ci si sposta facilmente con i mezzi pubblici. A questo proposito è utile acquistare il Japan Rail Pass, per i treni della compagnia JR, già prima di partire via web (per esempio qui https://www.japan-rail-pass.it o qui http://www.marcotogni.it/jr-pass/) Per quanto riguarda la metro è facilissimo fare i biglietti negli sportelli automatici multi-lingua.

Qui a Kyoto abbiamo avuto anche il primo incontro ravvicinato con la raffinata cucina giapponese, la quale si presenta subito nel migliore dei modi: una ricca serie di perfette ricostruzioni (in plastica e silicone) di piatti in 3d fa bella mostra di sé in quasi tutte le vetrine dei ristoranti. Qui, nonostante quasi nessuno parli in inglese, non si può sbagliare: basta indicare al cameriere il piatto che si desidera o il numero corrispondente allo stesso. In ogni caso c'è n'é per tutti i gusti. Dalla Tempura al Ramen al Sushi ai Gyoza si soddisfano anche le papille gustative più esigenti. Per chi invece cerca solo una "semplice" cotoletta c'è anche la versione nipponica (Tonkatsu). I nostalgici della tavola della nonna avranno anch'essi pane per i loro denti nei numerosissimi (e ottimi) ristoranti italiani sparsi per la città.  Si trova anche dell'ottima birra di varie marche (Asahi, Sapporo, Kirin sono le più diffuse, ma non mancano le birrerie artigianali). 
Buon appetito.

Arigatou.





























































































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