lunedì 15 febbraio 2016

Keep on bloggin' in the free world



A questo punto è proprio il caso di porsi qualche domanda:
1) Chi sono io? - Ammesso che possa esistere ancora un Io in questo affollato, impersonale, dispersivo e caotico universo virtuale, dove i flussi di bit, informazioni, dati, suoni e immagini vengono confusi, miscelati e usati solo per pochi istanti.
2) C'è vita oltre a questa scrivania?
La risposta alla prima domanda non c'è, perché se da un lato si fa di tutto per costruirsi uno spazio su misura - con tutte le cose che ci piacciono, tutte le passioni, gli hobby, ma anche le tare genetiche che ci affliggono - dall'altro, molto spesso, si cerca comunque di rendersi presentabile (in senso digitale) in qualche modo ci si adegua, ci si omologa, più o meno consapevolmente, se non alla massa - e al pensiero unico - almeno alle "linee guida" di una qualche fazione, di una nicchia, o di un ristretto numero di soggetti che la pensano più o meno allo stesso modo. Quindi l'Io, in qualche modo si appanna, scolorisce o addirittura sparisce, o comunque diviene un Io da discount, un Io che cede spazio ai compromessi e che tenta di essere accondiscendente verso altri, anche se si tratta di un numero ristretto (a volte ristrettissimo) di persone (e quindi: menti, pensieri, hobby e interessi) nonostante questo ipotetico pubblico sia evanescente e volubile. Scrivere su un piccolo blog con l'obiettivo di avere spazio e visibilità è come cercare di far leggere un libro a un maratoneta durante la gara: anche se si assecondano i gusti "dell'atleta" non ci sono molte speranze che questi presti anche solo un briciolo di attenzione.
La risposta alla seconda domanda è collegata in qualche modo alla prima; cioè la vita oltre a questa tastiera c'è senz'altro, eccome - e a volte è anche molto meglio di quello che si possa pensare - ma forse non c'è alcuna connessione tra le due cose: ovvero l'Io superstite si muove un po' a cazzo nel mondo esterno, al di là della linea del fronte della propria scrivania, del cavo Adsl e della fauna del web che vive intorno. Ci si muove bendati e al buio in case di sconosciuti e, per forza di cose, prima o poi si finisce "unplugged", senza corrente elettrica né energia di alcun tipo.
In ogni caso, ammettendo che questo mondo virtuale esista davvero, non è detto che, se anche si scrive, si pubblica e in qualche modo si viene "visti, letti o condivisi" da altre persone, entità aliene o solo semplici computer che scandagliano il web, il proprio pensiero interessi davvero agli altri abitanti della galassia...Ci sono sin troppi "pensieri" in rete.

Lo spunto per questa riflessione (o meglio: per questo delirio) l'ho preso dal bellissimo post dell'amico Diego dell'eccellente blog Silevrfish Imperetrix: 
http://imperetrix.blogspot.it/2016/01/bloggo-ergo-sum.html
Il quesito che ha dato il via al suddetto articolo era: "Ma tu per chi blogghi?" Un punto interrogativo che mi si è insinuato nei più profondi meandri del cervello come un tarlo famelico e devastante. E ancora adesso, a distanza di qualche settimana dalla lettura di quel post, non sono riuscito a darmi una risposta. Forse perché una risposta non c'è.

In fin dei conti il problema è che in questo mondo, in questa vita, non c'è tempo, non c'è più tempo. Si va di fretta e l'offerta è molto più consistente della domanda. Ci son troppi siti internet, blog, magazine digitali, webzine, market di bit e pixel e per giunta molti di questi trattano gli stessi argomenti, e alcuni lo fanno maledettamente bene. Le persone non hanno più né tempo né voglia di leggere venti o trenta recensioni di uno stesso disco; bastano un paio al massimo, e queste si possono comodamente trovare nei siti più noti. Certo, per quanto riguarda dischi, libri, film o artisti (molto) underground può avere ancora un senso scrivere qualcosa - dato che i siti "mainstream" non lo fanno - ma in fondo chi ha voglia di leggersi la recensione dell'ultimo 10 pollici dei Sfrazcock? O del nuovo libro in formato A4 di Eugene Von Würstel, pubblicato in sole 7 copie? E ammesso che qualcuno ne abbia voglia, quanti mai potranno essere? Tre? Cinque? O tutti i 7 acquirenti delle 7 copie?
Non so. A me sembra che nove volte su dieci si scriva per sé stessi nel vuoto assoluto di un buco nero; spesso siamo i soli a leggere le stronzate che scriviamo, ma a volte non ne abbiamo il coraggio neppure noi...Le pubblichiamo e basta, senza riflettere, rileggere o correggere i vari strafalcioni (e a questo proposito questo post ne è un valido esempio).
Eppure tra tutti questi innumerevoli blog ce ne sono tantissimi (per quanto riguarda i miei gusti ne potete trovare un'ampia selezione nell'elenco "Letture" di questo blog) veramente interessanti, ben fatti e ben scritti ed è un peccato che ne possa godere solo un'esigua cerchia di adepti o qualche passante distratto o poco più. 

In ogni caso, nonostante la voglia di chiudere bottega si presenti quasi tutti i giorni, ho deciso di continuare a scarabocchiare su questo schermo; che ci sia qualcuno o no dall'altra parte non ha più grande importanza. Di certo ridurrò il numero di pubblicazioni e mi prenderò qualche giorno di pausa in più, ma dubito che qualcuno se ne accorgerà...a parte il gatto, ovviamente.

Comunque sia, l'importante è partecipare...Intanto mentre scrivo queste stronzate mi ascolto Benjamin Clementine, Rykarda Parasol (grazie ancora Bart: http://dustyroad-federico.blogspot.it/ ) e Neil Young; un po' di relax dopo tanta violenza. In queste ultime ore non riesco a smettere di far girare l'album "At Least For Now" di Benjamin Clementine...be' quando il Pop ha "le palle" non ce n'è per nessuno... 

    Rockin' In The Free World by Neil Young

    There's colors on the street
    Red, white and blue
    People shufflin' their feet
    People sleepin' in their shoes
    But there's a warnin' sign on the road ahead
    There's a lot of people sayin' we'd be better off dead
    Don't feel like Satan, but I am to them
    So I try to forget it, any way I can.

    Keep on rockin' in the free world,
    Keep on rockin' in the free world
    Keep on rockin' in the free world,
    Keep on rockin' in the free world.

    I see a woman in the night
    With a baby in her hand
    Under an old street light
    Near a garbage can
    Now she puts the kid away, and she's gone to get a hit
    She hates her life, and what she's done to it
    There's one more kid that will never go to school
    Never get to fall in love, never get to be cool.

    Keep on rockin' in the free world,
    Keep on rockin' in the free world
    Keep on rockin' in the free world,
    Keep on rockin' in the free world.

    We got a thousand points of light
    For the homeless man
    We got a kinder, gentler,
    Machine gun hand
    We got department stores and toilet paper
    Got styrofoam boxes for the ozone layer
    Got a man of the people, says keep hope alive
    Got fuel to burn, got roads to drive.

    Keep on rockin' in the free world,
    Keep on rockin' in the free world
    Keep on rockin' in the free world,
    Keep on rockin' in the free world.













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