sabato 16 gennaio 2016

La quinta candeline di antblog: bochesmalas compie cinque anni


E con questo sono cinque. Cinque lunghissimi anni, praticamente un’eternità per i tempi del web, dove tutto è veloce, dove tutto nasce, cresce e muore in pochi giorni o addirittura ore, non anni.
Ma nonostante la moria di blog amici (praticamente quasi un colpo di grazia per questo blog), la mia cronica mancanza di idee, il mondo che si contorce dal dolore sotto i nostri piedi, l’Isis e Gigi D’Alessio, ho deciso di non mollare e proseguire in questo viaggio difficile, faticoso e spossante. Il perché accade questo è un mistero; i miei neuroni non sanno trovare una spiegazione plausibile e anche se ce l’avessero nessuno di loro parlerà, neppure sotto tortura.


Occorre tempo, tanto tempo a disposizione per mandare avanti una baracca come questa, e se di tempo non ne hai e molli le redini per un po’, anche solo per qualche giorno, gli abitanti del web - che di tempo ne hanno ancora meno - ti mollano, ti dimenticano e vanno avanti, verso altri lidi, magari più interessanti e ricchi di contenuti, il che non è un’impresa particolarmente difficile.
Ma, a prescindere dal tempo a disposizione, che alla fine si trova sempre e comunque, in piena notte o durante i pasti principali, tutto questo inutile “lavoro” ha un prezzo: non si può correre per cinque anni di fila, e per giunta da solo, senza riportare qualche conseguenza, qualche acciacco e un po’ di ruggine e noia, che si riflettono inevitabilmente sulle proprie pagine.
I siti web e ancora di più i blog invecchiano precocemente, perdono colpi già dopo pochi mesi di vita, a meno che non si abbia la forza e il coraggio di cambiare e di rinnovarsi frequentemente, molto frequentemente. 
Io, invece, è da tempo che ho tirato i remi in barca: non ho più cercato di rinnovare l’aspetto grafico o la fruibilità del sito e dei suoi contenuti, ma anche questi, i contenuti, è da un po’ che mi si sono ammosciati; manca la verve, il guizzo vincente, il colpo di genio o anche solo il minimo indispensabile per raggiungere la sufficienza.
Praticamente il tutto si è ridotto a una noiosa routine, per chi scrive, ma ancora di più per chi legge. Pazienza. Finché gliela faccio vado avanti e trascino tutto questo pesante carrozzone, quando anche l’ultima molecola di energia sarà evaporata e l’ultimo abbozzo di idee si sarà suicidato, mi ritirerò a vita privata, con sommo gaudio dell’umanità in rete.


Comunque sia il 2015 è iniziato e si è chiuso sotto le raffiche di kalashnikov  e le bombe dell’Isis, e altre nefandezze imputabili in qualche modo al mondo islamico, e il nuovo anno si è aperto allo stesso modo: mentre scrivo si sente ancora l’odore di polvere da sparo e sangue nelle strade di Giacarta, in Burkina Faso e a Istanbul. 
Ho la vaga impressione, non proprio tanto vaga, vaga, ma sicuramente molto impressionante, che quest’anno che sta appena sbocciando sarà peggio di quello morto pochi giorni fa, se non altro dal punto di vista dell’estremismo islamico. Ma oltre a questo aspetto, il quadro generale di quanto accade nel mondo, in Europa e in Italia, non è che sia molto confortante.
Qui da noi la DC di Renzi continua a sfornare disastri con una velocità niente male, tra un decreto salva banche e l’altro, un bel jobs act, la straordinaria Buona Scuola, una serie infinite di meravigliose riforme, metti la Tasi, togli la Tasi, il canone rai in bolletta spacciato per un regalo ai cittadini, ma che non è proprio come si dice, l’innalzamento a 3000 euro per il contante per “combattere l’evasione fiscale” e tante altre squisitezze di cui non ho assolutamente voglia di parlare.
Tanto la DC del giovanotto succitato farà il pienone anche alle prossime elezioni, non ho alcun dubbio in proposito, ma anche se ci va bene dobbiamo tenercelo sino al 2018, volenti o nolenti.
Cambiamo argomento che forse è meglio…

Diamo i numeri.

Nel 2015, nonostante un insieme di fattori concomitanti che hanno creato una situazione alquanto intricata, irta di pericoli e trappole mortali, mine anti uomo e quant’altro, questo blog, piccolo, brutto e nero, ha retto abbastanza bene all’usura del tempo e alla crisi di valori imperante, per non parlare del rischio retrocessione.
Certo, rispetto al 2012 il calo dei visitatori è notevole ma rispetto all’anno scorso la differenza, che pur c'è, non è poi granché, e di certo non mi posso lamentare. Soprattutto se si tiene conto che quest’anno ho consumato meno energie e risorse in questo scalcinato mucchio di pixel e bit. Ho pubblicato di meno e scritto peggio; i post del 2015 sono stati solo 166, contro i 220 dell’anno precedente e i 302 del 2012.
Si sa, meno si scrive e meno si viene letti, meno si pubblica e meno ti considera mastro Google nelle opzioni di ricerca; è un circolo vizioso. O viziato?
In ogni caso in questo 2015 malconcio e arido ho anche - inaspettatamente - toccato il record di visualizzazioni di una singola giornata da quando esiste il blog: 4.679 visite il 30 agosto.

Tutte le cifre:

1.241 post

1.212.263 visualizzazioni totali sino a oggi, 16 gennaio 2016.

Suddivise così:

1° anno - 2011: 141.175
2° anno - 2012: 411.393
3° anno - 2013: 227.762
4° anno - 2014: 220.348
5° anno - 2015: 207.585

Le prime cinque nazioni per numero di visitatori, è stato l’anno della Russia con un grande balzo in classifica:

1.Italia:        707.657
2.USA:        264.800
3.Russia:       72.542
4.Germania:  34.614
5.Francia:      19.744

A seguire tutte le altre, ma ve le risparmio.

I post più visti tra quelli pubblicati nel 2015:

1.Zuppa di Mitocondri: 2.602 visite
2.GN Designs, Gega Nizharadze: 1.840
3.Yulin, Cina, la strage di cani: 1.405
4.Pagine Ingiallite: 1.391
5.I migliori dischi del 2014: 1.242
6.Je Suis Charlie: 1.129



Ma il post con il numero più alto di visite nel 2015 è stato uno pubblicato nel 2014: “L’ultimo post” con 6.964 visualizzazioni nel corso dell’anno appeno chiuso e 8.278 in totale. Niente a che vedere con gli oltre 20 mila a testa totalizzati gli anni precedenti dai post di Dalì, Banksy e Lana Del Rey, che occupano da anni i primi posti dei più visti di sempre di questo blog, ma anche per “l’ultimo post” i numeri non sono affatto male…Forse perché il pubblico pensava davvero che fosse l’ultimo dei post, e in effetti nel momento della pubblicazione lo pensavo anch’io. Purtroppo per voi non è andata così.

Grazie a tutti i lettori, gli artisti e i passanti.






A cavallo tra la fine del 2015 e questo cupo inizio del 2016 ci sono state anche due morti che hanno lasciato il segno; due grandi artisti che sono andati a rimpinguare le fila dei martiri del rock'n'roll. Mi riferisco a David Bowie e a Lemmy dei Motorhead, ovviamente.
La loro dipartita è stato un duro colpo per me, non so bene per quale motivo, dato che questi eventi rientrano nell'ordine delle cose, e ci sta che chi abbia venduto l'anima al rock'n'roll, con tutti gli eccessi di ogni tipo che ne conseguono, ci lasci la pelle per la causa. Ma la morte di questi due giganti del rock, che tra le altre cose avevano appena rilasciato due album eccellenti (Blackstar per David Bowie e Bad Magic per i Motorhead), mi ha provato questa volta; stavolta il colpo l'ho sentito.
Le anime del Duca Bianco e di Ian Fraser Kilmister si ritroveranno nell'olimpo del rock in compagnia di un'infinita serie di grandi artisti: la famiglia Ramones (quasi) al completo, Eric Lee Purkhiser (Lux Interior dei Cramps), Ian Curtis, Lou Reed, Joe Strummer, Rozz Williams, Kurt Cobain, Jim Morrison, Janis Joplin, Bon Scott, Keith Moon, Phil Lynott, Freddy Mercury, Cliff Burton, Jason Thrisk, Phil Taylor, Amy Winehouse, John Bonham, Elvis Presley e tantissimi altri.

R.I.P.








Dopo tutte queste inutili cifre e, ancor di più, inutili chiacchiere, ci si rivede tra qualche giorno con qualche articolo più decente di questo, almeno spero. 










Il disco dell'anno 2015:


SEXTILE - A Thousand Hands




Buon ferragosto...

4 commenti:

  1. Grazie mille!
    Yes, keep on blogging'...finché ce la facciamo.

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  2. Auguri di cuore a uno dei blog più belli e intelligenti del web!

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  3. Grazie infinite, carissimo Massi...troppo buono...Non penso che il mio blog sia proprio come affermi tu, ma sono felice di risentirti e di vedere che il tuo splendido blog è ancora vivo.

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