martedì 16 dicembre 2014

Cult of Youth - Final Days


È finalmente arrivato il momento del quarto album dei Cult of Youth, sicuramente uno dei dischi più attesi dell'anno per quanto mi riguarda.
La band di Brooklyn è in continua evoluzione e anche la formazione muta come le stagioni, ruotando intorno alla figura del leader polistrumentista Sean Ragon, autore di testi e musiche nonché alle prese con chitarre, trombe, voce e synth. In "Final Days" i musicisti che accompagnano il poliedrico e funambolico artista sono: Christian Kount alla chitarra elettrica, Cory Flannigan alla batteria e percussioni, Paige Flash al violoncello e Jasper McGandy al basso.
Se si vuole ottenere il biglietto d'ingresso allo straordinario mondo nel tempio del Culto della Gioventù è necessario però cominciare dall'inizio della storia, da "A Stick To Bind, A Seed To Grow" del 2008, il primo parto con questo moniker, in pratica un album solista di Sean Ragon e un lavoro completamente incentrato sul più puro Neo-folk. In seguito le chitarre acustiche infuocate di casa Cult of Youth ci hanno regalato degli autentici capolavori, come l'EP in formato 12" "Filthy Plumage in An Open Sea!" pubblicato nel 2010 dalla bolognese Avant! Records e i due album monumentali "Cult of Youth" del 2011 e "Love Will Prevail" del 2012, entrambi, come questo nuovo capitolo, sfornati dalla newyorkese Sacred Bones Records. Lentamente la band di Ragon si è evoluta oltre che nella forma anche nella sostanza, inserendo nel contesto Neo-folk originario un certo ispessimento del sound con tracce indie, post punk e anarcho-punk. La struttura prevalentemente acustica dei brani è rimasta pressoché invariata (se si eccettuano alcune distorsioni e alcune bordate punk presenti negli ultimi tre dischi) ma quello che è cambiato di più nel corso del tempo è il ritmo: la velocità è cresciuta notevolmente, come anche lo spessore ritmico.
Tutto ciò viene confermato da questa nuova meraviglia sonora intitolata "Final Days." Ma si tratta pur sempre di un disco dei Cult of Youth e perciò le soluzioni sonore atipiche e fantasiose non mancano affatto. Nella traccia iniziale, il lungo strumentale post-apocalittico "Todestrieb", per esempio, sono state impiegate delle vere ossa umane per ottenere il giusto suono con le percussioni. Non mancano gli episodi di classico neo-folk come la bellissima "Of Amber" ricamata da uno splendido violoncello. Poi ci ritrova di sorpresa all'ascolto di un qualcosa di non troppo distante da Led Zeppelin III nei secondi iniziali della successiva "No Regression." In seguito il brano decolla anche grazie al sapiente utilizzo di una slide guitar e al gran lavoro della sezione ritmica, con le classiche melodie indolenti e apocalittico-marziali della premiata ditta Cult of Youth. Il meglio di sé però l'album lo offre nella veloce e tempestosa "Sanctuary" con la sua lunga e variopinta coda strumentale, nella conclusiva ballata "Roses" ammaliante e dolce-amara, in "Dragon Rouge" che pare estratta da Burning From The Inside dei Bauhaus e, soprattutto, nel puro post-punk di "Empty Faction" elettrica, corrosiva e tumultuosa (anche qui, in coda, si sente l'eco dei Bauhaus, più o meno in territorio Dark Entries). Per non parlare della splendida "Down The Moon" anch'essa con un vago (sottolineo vago) sentore blues-folk di marca Zep III in salsa post-punk o post-industrial, sospinta da un gran lavoro alle percussioni che creano un ritmo irresistibile.
Ma si tratta solo di suggestioni e impressioni fugaci, perché se è vero che ormai nella musica (di qualsiasi genere) non si può inventare più niente è anche vero che i Cult of Youth di mr. Sean Ragon di personalità ne hanno da vendere. Nel 2014 è difficile trovare suoni più originali.
Comunque il disco fila via che è un piacere e si concede a innumerevoli ascolti senza stancare né annoiare, anzi tutt'altro: cresce clamorosamente ad ogni giro sul piatto, sino a diventare virale.
Un capolavoro.


Tracklist:

01.Todestrieb
02.Dragon Rouge
03.Empty Faction
04.God's Garden
05.Down The Moon
06.Of Amber
07.No Regression
08.Sanctuary
09.Roses

Sacred Bones Records - 2014












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