giovedì 6 marzo 2014

Disco-nnessi: il collezionismo, la discofrenia e altre turbe che affliggono i musico-dipendenti



Ovvero: riflessioni, conflitti e problematiche di un collezionista folle.
O anche: come giustificarsi con la propria coscienza (e con il portafoglio) per le spese folli e futili.
O ancora meglio: come riempire una pagina bianca con cazzate senza un nesso... Potrei continuare all'infinito, ma così facendo offrirei un buon pretesto al lettore per scappare o per riempire di insulti il candido spazio riservato ai commenti. Quindi mi fermo qui.



Come (non) sopravvivere alla mania del collezionismo:

È risaputo che il collezionista in quanto tale non può essere ritenuto totalmente sano di mente e, inoltre, questo strano individuo è anche consapevole di esserlo; lui si rende conto che c'è qualche malfunzionamento della poltiglia grigia che si trova all'interno della scatola cranica, e nonostante ciò continua imperterrito nella sua ricerca infinita.  Il che costituisce un’aggravante da non sottovalutare.

Chiunque collezioni qualcosa, qualsiasi cosa, nel breve lasso di tempo che ci viene concesso durante la nostra permanenza sulla terra, non può che avere qualche serio problema connesso alla propria insana passione. Soprattutto quando si cresce o si invecchia ed è difficile giustificare qualche centinaio di volumi di Topolino, gli album delle figurine o una cantina colma di peluche (per non parlare delle riviste porno).
È anche vero che alcuni tipi di collezioni sono riservate a un pubblico adulto se non addirittura alla terza età (vedi i collezionisti di poltrone come i politici o i vari Mastrapascqua, o anche i collezionisti di carta moneta, automobili sportive, escort più o meno maggiorenni, ville, oro e gioielli).
In questo caso però mi occuperò di una categoria particolare di collezionismo; una delle più sfigate e meno dispendiose (se rapportata ad altre) ma, per quanto mi riguarda, anche una di quelle che danno più soddisfazione: il collezionismo di dischi (alternativi e indipendenti, rari o anche no).
I dischi, si sa, sono come le ciliegie, sono solo un po’ più grandi e non completamente commestibili: uno tira l’altro… Non ci si sazia mai.
Quando si trova la fonte giusta difficilmente ci si ferma se non dopo averla completamente prosciugata o quasi.
Ed è proprio di fonti di musica che voglio parlare in questa sede.



Per chi vive in provincia, o ancora peggio in un’isola, le uniche fonti dalle quali ci si può abbeverare sono i negozi online, o i vetusti cataloghi cartacei dai quali si può ordinare tutto ciò che si vuole senza mettere un alluce fuori dall’uscio di casa.
Nelle grandi città, invece, è più facile trovare qualche preziosa reliquia in qualche mercato dell’usato, negozio specializzato o rassegna dedicata.
Certo, c’è anche qui il negozio sotto casa (finché resiste) e si può attingere ai suoi canali per ottenere qualche pezzo interessante, ma i prezzi non sono assolutamente competitivi rispetto ai potenti mezzi di Amazon, per esempio.
Il colosso Amazon, infatti, offre un catalogo immenso con prezzi abbordabili e spesso ben al di sotto di quanto ci si possa aspettare. Inoltre all’interno del suo immenso marketplace si trovano tantissimi venditori e micro-negozi associati, attraverso i quali si può recuperare materiale raro o usato garantito.



C’è poi la versione statunitense di Amazon dove l’offerta è ancora più ricca, ma bisogna tenere conto che con l’ingresso della merce in Italia i prezzi lievitano a causa dell’Iva (no, non la Zanicchi, bensì quella tanto "cara" a Henry Letta e i suoi discepoli). Per restare in territorio USA sono molto forniti di leccornie alcuni spacciatori di suoni non troppo convenzionali come Interpunk, Bomprecords, Halo of Flies, Black Water records o il negozio della Feral Ward (per quanto riguarda i suoni vicini ai miei gusti, ovviamente c’è molto, molto di più: i negozi veri o virtuali in America sono migliaia e ce n'è per tutti i gusti).











In Italia, anche se il mercato è uno dei più scarsi e insignificanti d’Europa, si trovano tanti ottimi negozi che diffondono musica alternativa: Negative, Audioglobe, Masterpiece Distribution, Emp e altri.

Ma oltre questi canali tradizionali e abbastanza conosciuti ci sono fonti ancora più ricche come l’immenso mercato degli affiliati di Discogs: qui sono riuniti migliaia di privati con le loro collezioni, negozi e micro-negozi di ogni genere ed è praticamente impossibile non trovare quello che si cerca a prezzi ragionevoli, sia nuovo sia usato. Il sistema è semplice, funzionale e rischia di creare dipendenza.
Ci sono, poi, tanti piccoli (ma eccellenti) nano-negozi specializzati sparsi in ogni dove nel globo terrestre. Ne cito qualcuno a caso: Avant! Records, Koldtunes in Italia, Discosenfermos in Spagna, Doomrecords (Alerta Antifascista) in Germania, Devizes Records in Inghilterra e migliaia di altri.
Poi ci sono i vari spazi ReverbNation, Bigcartel o Last fm… Per tutto il resto c’è sempre eBay.















Un altro ottimo sistema è quello costituito da Bandcamp con il quale, spesso, si viene a contatto direttamente con l’artista e si riesce a recuperare materiale anche al di fuori dei circuiti ufficiali, come demo, cassette o CD-R o stampe ultra limitate. Negli spazi Bancamp di ogni band si possono scaricare le versioni digitali dei loro dischi (spesso gratuitamente) ma si trova quasi sempre un bel link che aspetta solo di essere cliccato per l’acquisto della versione fisica… E la versione fisica, da toccare, annusare e rovinare, è tutt’altra cosa. Il confronto non regge proprio.
Il problema, semmai, è lo spazio che con il progredire della patologia si riduce  sempre di più sino a rendere indispensabile l’intervento di ingegneri, geometri e genio civile per effettuare spostamenti e ottimizzare gli spazi. Il risultato non è quasi mai buono: i cd si ritrovano impilati su più livelli, parcheggiati in doppia se non in tripla fila, e quelli che finiscono dietro, spesso, finiscono anche la loro carriera. Il vinile è leggermente più fortunato perché grazie alle dimensioni maggiori il suo spazio l’ottiene sempre, magari un po’ schiacciato sui fianchi, un po' ammaccato sugli spigoli, ma sempre ben in vista.
In tutti i casi, però, c’è sempre il dilemma dell’inventario e catalogazione dei pezzi, pregiati o no. Si rischia di passare ore a riflettere se è meglio l’ordine alfabetico, la divisione per generi o per anno di pubblicazione o se affidarsi completamente al caso. Beh, io ho optato per quest’ultima scelta, assolutamente non immune da contro indicazioni e effetti collaterali indesiderati quali: dischi dimenticati e qualche volta riacquistati per errore, dischi mai ascoltati o capolavori piombati in posizione degna di una compilation di Sanremo.
A tal proposito potete leggere un breve, ma estremamente esplicativo e interessante, post nella casa dell'amico-collega blogger Jen D. (http://raisedonmelodies.blogspot.it). Quell'articolo ha ispirato la stesura di queste righe, perciò approfitto di questo spazio per ringraziare pubblicamente il suo autore.



Nel corso di questi anni io ho provato diversi sistemi.

1)La rotazione: con scadenza annuale i cd in seconda fila sostituiscono quelli in prima, e viceversa.
2)La potatura: dopo un rapido consulto con i propri timpani un gruppo selezionato di album viene riaccompagnato alla porta (ma il ricavato viene spesso reinvestito in altri album e il cane si morde la coda)
3)L’edificazione: con scadenza variabile si tirano su altri mobili in grado di accogliere gli esclusi e gli sfortunati delle ultime file.


In ogni caso nessuno di questi sistemi funziona realmente: nonostante gli spostamenti o il rinnovo parziale del parco macchine, il problema viene solo rimandato a qualche mese più avanti. Sono solo rimedi effimeri e surrogati di soluzioni.

L’unica azione realmente risolutiva è quella di mettere il lucchetto al portafoglio e rinunciare a nuovi acquisti. Ma senza una cura adeguata anche questa opzione non è attuabile…Disconnettersi è impossibile.







In conclusione di questo delirio di discofrenia, qualche piccolo consiglio per chi vuole approfondire il discorso sulla musica, conoscere suoni e band nuove prima di procedere ad un eventuale acquisto, dato che i denari sono in via di estinzione e bisogna distribuire gli ultimi rimasti con assoluta oculatezza.












Qui sotto c'è qualche link utile. Ci sono suoni per tutti i gusti. Si tratta di blog (sicuramente qualcuno lo avrò dimenticato) e siti internet dove si parla di musica e storie di/sulla musica, dove si possono leggere recensioni, ascoltare, vedere o scaricare buona musica. Aprite le vostre orecchie...

















































Buona fortuna.

7 commenti:

  1. Gran bel pezzo. Complimenti. davvero.

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  2. Grazie. Sto cercando di "disintossicarmi" ma sinora ogni tentativo è fallito.

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  3. Essere citato come una fonte di ispirazione, mi rende veramente orgoglioso... grazie!! Per quanto concerne l'articolo riassume alla perfezione la nostra "malattia". Nei prossimi mesi andrò a convivere con la mia fidanzata ed una volta sistemato per bene (in una stanza dedicata solo alla musica) il mio impianto hi-fi e i miei innumerevoli LP/CD/PICTURE/MC farò un articolo sulla falsa riga di questo :)

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  4. Grazie a te!
    In bocca al lupo per il proseguo della "malattia" e per il trasloco (io ancora adesso ho dischi e cd sparsi in ogni dove, a causa della cronica mancanza di spazi). :D

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  5. L' offerta oggi è addirittura esagerata, troppe fonti, troppe risorse, troppe informazioni. La musica prende spazio, lo spazio richiede tempo... il bello è buttarsi, senza pregiudizi, senza fermarsi a nomi e titoli.
    Per l ordinamento...io scelgo sempre l'alfabeto, è l'unico criterio d'ordine che mi va a genio!
    Ciao e grazie x il link

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  6. Si, hai ragione troppa roba..è un calderone infernale: troppo pane per gente senza denti.
    L'ordine alfabetico è senza dubbio la soluzione migliore, ma non mi ci trovo: qualche disco di secondaria importanza si ritroverebbe in pole position e, viceversa, qualche capolavoro finirebbe dietro le quinte.
    Grazie a te!

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