lunedì 12 novembre 2012

Cradle of Filth - The Manticore and Other Horrors


Gli amati-odiati Cradle of Filth ritornano tra noi con il loro carrozzone di orrori e un decimo capitolo assolutamente all'altezza del compito assegnatoli. Anzi, molto probabilmente, questo nuovo "The Manticore  and Other Horrors" riuscirà a far riavvicinare altri seguaci del metallo estremo, oltre a quelli già accolti tempo fa grazie agli ultimi, ottimi, dischi. Ovviamente i tempi di "Dusk and Her Embrace" e "Cruelty and the Beast" sono andati per sempre ma, fortunatamente, anche quelli di "Damnation and a Day" e dischi simili.
I Cradle of Filth, che piaccia o no, hanno, da sempre, avuto l'arduo compito di portare all'attenzione delle masse il black metal e la musica estrema. Sono riusciti a vendere montagne di dischi senza spuntare le proprie lance, nonostante le critiche feroci dei fans della prima ora e dei seguaci del black metal duro e puro. Dopo gli ottimi "Godspeed on the Devil's Thunder" del 2008 e "Drakly, Darkly, Venus Aversa" del 2010, non si poteva sperare di meglio per quanto riguarda il nuovo parto, il quale fa ancora meglio dei suoi predecessori e promette di stazionare a lungo nei lettori cd di mezzo mondo.
The Manticore è un album oscuro, seducente, nerissimo, feroce e aggressivo. Al suo interno spadroneggiano le crudeli chitarre di un ispiratissimo Paul Allender, accompagnate da  maestose e inquietanti orchestrazioni, da una potente sezione ritmica e un Dani Filth in gran forma che scorrazza in lungo e in largo tra i solchi del disco con repentini cambi di umore e registro vocale. Il terzo elemento rimasto tra i ranghi della band è il batterista e tastierista Marthus, anche lui autore di un ottimo lavoro.
All'apertura del sipario si viene subito avvolti da un'atmosfera lugubre grazie all'ottima intro che prepara all'assalto dei primi due magnifici brani: la splendida The Abhorrent e le chitarre ruggenti di For Your Vulgar Delecation valgono da sole l'acquisto del disco. Ma il resto dell'opera procede veloce, terrificante ed entusiasmante sino alla sinfonia finale che chiude degnamente l'opera. La ferale title track condita da lievi aromi orientali e imprevedibili cambi di ritmo e atmosfere, volteggia con le sue ali infuocate nei 5 minuti più importanti del disco e rappresenta l'anima stessa dell'opera.
Non sarà più black metal e forse si tratta solo di symphonic gothic metal con chitarre thrash e ritmi sostenuti, ma il risultato finale è ottimo, senza alcun dubbio. Sicuramente non si faranno attendere schiere di detrattori ed esorcisti, ma si sa, i Cradle of Filth sono tra i bersagli preferiti dei cecchini armati di carta, penna e calamaio, a prescindere da quello che fanno, compongono e pubblicano. C'è da dire che il look un po' pacchiano e alcune trovate quasi circensi del trio inglese non aiutano affatto, ma la qualità della musica è indiscutibile. E questo è un disco per cui val al pena spendere qualche decina di euro a differenza di alcune uscite "dure e pure" che si possono ascoltare solo dopo un'adeguata dose di antiemetici.
Mi stanno crescendo i canini...


Tracklist:

01.The Unveiling of O
02.The Abhorrent
03.For Your Vulgar Delectation
04.Illicitus
05.Manticore
06.Frost on Her Pillow
07.Huge Onyx Wings Behind Despair
08.Pallid Reflection
09.Siding With the Titans
10.Succumb to This
11.Sinfonia

Peaceville-Audioglobe - 2012

voto: 8



























Gli altri dischi dei Cradle of Filth:


The Principle of Evil Made Flesh - 1994




V Empire or Dark Faerytales in Phallustein - EP - 1996




Dusk and Her Embrace - 1996




Cruelty and the Beast - 1998




Form Cradle to Enslave - EP - 1999




Midian - 2000




Bitter Suites to Succubi - EP - 2001




Damnation and a Day - 2003




Nymphetamine - 2004




Thornography - 2006




Godspeed on the Devil's Thunder - 2008




Darkly, Darkly, Venus Aversa - 2011




Evermore Darkly - EP - 2011




Midnight in the Labyrinth - raccolta - 2012

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