mercoledì 28 novembre 2012

Adrian H and the Wounds: la recensione


Dopo l'omonimo album del 2009 ritornano Adrian H and the Wounds e ora è il turno di un nuovo omonimo album (tanto per confondere un po' le idee) edito dalla Projekt di Sam Rosenthal. Il disco era già uscito per la Danse Macabre a novembre dell'anno scorso con il titolo "Dog Solitude." Nella nuova edizione cambiano copertina e titolo e si perdono per strada un paio di brani (due remix di tracce già edite, una delle quali, Cookies and Cocaine, era precedentemente apparsa sul primo album).
Il folle gruppo di Portland propone un'oscura miscela di darkwave, murder ballads come il grande Nick Cave insegna, atmosfere non troppo distanti dal migliore Tom Waits (del quale riprendono Hoist That Rag), il dark cabaret, qualche sprazzo jazz noir, ed elettronica e industrial (Nine Inch Nails e affini) distribuite in pericolose pillole da mandare giù con un po' di whiskey. Il tutto accompagnato dall'immancabile pianoforte di Adrian H e dal sax di The Raptor che decorano i momenti più intensi delle dieci composizioni del disco.
La musica dei Wounds si presta molto bene ad accompagnare le immagini cinematografiche, magari un film noir o qualche follia dark-surreale; David Lynch o Tim Burton non dovrebbero faticare troppo a trovare materiale per le loro storie nei brani di questo disco. Alcune composizioni di Adrian H and the Wounds, infatti, sono state già utilizzate in alcuni film: "The Ultimate Ride" e "Brutal Beauty-Tales Of The Rose City Rollers,"
Questo album rispetto al precedente ha un ritmo leggermente più sostenuto e un suono meno scarno e più intenso che potrebbero portarlo a varcare la soglia del genere di nicchia e a conquistare anche un pubblico più ampio. La qualità, di certo, non manca.
I 10 brani che lo compongono sono 10 piccoli capolavori. Da segnalare il dark-pop-cabaret di Chim Chim Cher-ee, presa in prestito da Mary Poppins, l'oscura e inquietante That Hurts, la bellissima Dog Solitude nella quale si aggirano le ombre dei Bauhaus, la più rockeggiante Nasty, la ballata fumosa per locali notturni malfamati Bad Man e il dark jazz della conclusiva Border Patrol.
Gran bel disco. Sicuramente tra i migliori dell'anno.








Tracklist:

01.Memory
02.That Hurts
03.Hoist That Rag
04.Dog Solitude
05.Chim Chim Cher-ee
06.Nasty
07.What She Wants
08.Bad Man
09.The Night My Mother Scream
10.Border Patrol

Projekt - Danse Macabre - 2012

voto: 9




















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