venerdì 1 giugno 2012

Pennywise - All or Nothing



I Pennywise sono tornati e l’hanno fatto nel migliore dei modi possibile, con un album di qualità eccelsa, anche troppo se si pensa agli ultimi lavori non proprio esaltanti. L’uscita di scena del grande Jim Lindberg non lasciava presagire niente di buono, invece l’ingresso di Zoli Teglas (cantante degli Ignite, anzi gli Ignite in persona) una delle migliori voci in circolazione in ambito punk-hardcore e dintorni, ha rivitalizzato la proposta musicale dei californiani, adattando la sua ugola al servizio dei Pennywise e non trasformando le vecchie glorie dello skate punk in una sorta di colonia estiva degli Ignite. Perché una voce come quella di Zoli può essere un’arma a doppio taglio: la bravura e la bellezza delle cose che vengono fuori dalle sue corde vocali non si discutono, ma possiede un timbro talmente caratteristico da essere in grado di snaturare anche una band dalla forte personalità come i Pennywise. Invece la pirotecnica voce di Teglas, si è adattata al nuovo terreno di coltura, si è inserita nel contesto del gruppo di Fletcher in modo talmente naturale che sembra che sia stata sempre li.
All or Nothing è il loro miglior disco dai tempi di Full Circle o forse anche prima. È l’ennesima dimostrazione che la classe non è acqua e prima o poi la memoria ritorna, nonostante gli anni che avanzano, la sfortuna e qualche accenno di Alzaimher che si nasconde dietro l’angolo. Gli ultimi dischi di quasi tutti i vecchi leoni dell’hardcore melodico (Bad Religion, NOFX, Lag Wagon e anche gli Offspring) sono stati all’altezza della situazione, ben oltre le più rosee aspettative e il decimo sigillo dei Pennywise non fa eccezione. Fletcher ha ripreso a macinare riff granitici e potenti come nei vecchi tempi andati e la sezione ritmica di Bradbury e, soprattutto, dell’eccezionale Byron McMakin ha ripreso vigore in grande stile.
L’album è pieno zeppo di grandi canzoni, tanti “nuovi classici” da cantare a squarciagola come le bellissime Revolution, Let Us Hear Your Voice, Songs of Sorrow e All Along. 4 brani di entusiasmante, eccitante e travolgente hardcore melodico come non si sentiva più da tempo. Ma il resto del disco non è da meno, non ci sono filler, e scorre veloce e tirato che è un piacere, senza cali di tensione e senza lasciare alcun dubbio all’ascoltatore. Vi sono anche brani meno melodici e più orientati verso l’hardcore più classico e le sue tematiche tradizionali. Le tracce migliori di questa variante sono la titletrack, Seeing Red, United e Stand Strong.
Un disco da non perdere...


Tracklist:
01.All or Nothing
02.Waste Another Day
03.Revolution
04.Stand Strong
05.Let Us Hear Your Voice
06.Seeing Red
07.Songs of Sorrow
08.X Generation
09.We Have it All
10.Tomorrow
11.All Along
12.United
13.We Are The Fallen
14.Locked In

Le ultime due tracce sono presenti solo nell'edizione Deluxe dell'album...manco a farlo apposta si tratta di due canzoni eccellenti...
Epitaph - 2012
voto: 8,5




La formazione:
Zoli Teglas - voce
Fletcher Dragge - chitarra
Byron McMackin - batteria
Randy Bradbury - basso


















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