venerdì 13 gennaio 2012

Rancid: i lupi sono fuori...





Tra i gruppi punk americani di “successo” i Rancid sono il più inglese di tutti (tralasciando ovviamente altri piccoli-grandi gruppi meno noti come i Total Chaos o i Casualties) e forse anche il più "punk" di tutti, secondo i canoni di valutazione del 77 e dintorni (soprattutto dintorni...): creste e look da “brutti, sporchi e cattivi”, lo spirito giusto e la musica giusta con buone dosi di hardcore punk di scuola GBH e soci, street punk, reggae, ska e i Clash...Tutto quello che serve per il palato dei punkabbestia, ma anche per racimolare qualche soldo con le visite nelle classifiche di vendita. I Rancid sono un ottimo esempio di come fare i soldi senza dover fare per forza svendite da discount o accettare compromessi. Semplicemente quello che fanno, pur non essendo tutta farina del loro sacco (ma d’altronde adesso nessuno inventa più nulla nella musica), lo fanno particolarmente bene. Un disco come ...And Out Come the Wolves non ha creato nulla di nuovo, anzi, se vogliamo, forse avevano un sound più originale i primi album. Eppure è un disco perfetto; uno di quei pochi album da portare nell’isola deserta senza alcuna remora...Anzi prima di cercare l’isola deserta (del resto che cavolo ci andate a fare?) è preferibile acquistare il disco; costa sicuramente meno del viaggio e ha un suono più vario della risacca e delle grida dei gabbiani (forse non tutti saranno d’accordo).
In ogni caso il disco è tra le punte di diamante di casa Epitaph (probabilmente è secondo solo al plurimilionario Smash degli Offspring) e ha raccolto consensi in ogni luogo della terra, nonostante il genere trattato. Ma gli anni 90, tra le altre cose, ci hanno regalato questa strana inversione dei ruoli tra la musica punk e il mainstream con vendite stratosferiche di gruppi come i Rancid, NOFX, Green Day e Offspring e certo pop “da classifica” dietro, a rincorrere. Probabilmente l’inversione di tendenza era dovuta all’avanzata non solo delle truppe punk pure e dure, ma anche e soprattutto per merito di gruppi come i Nirvana e la scena grunge che hanno sdoganato il rock alternativo presso il grande pubblico e le zone alte delle classifiche.
La formazione:
Tim Armstrong - voce, chitarra
Lars Frederiksen - voce, chitarra (nel gruppo dal 1993, ex UK Subs)
Matt Freeman - basso
Branden Steineckert - batteria (nel gruppo dal 2006, il precedente batterista era Brett Reed)
Il disco:





...And Out Come The Wolves - Epitaph records 1995
1.Maxwell Murder
2.The 11th Hour
3.Roots Radicals
4.Time Bomb
5.Olympia WA.
6.Lock, Step & Gone
7.Junkie Man
8.Listed M.I.A.
9.Ruby Soho
10.Daly City Train
11.Journey to the End of the East Bay
12.She’s Automatic
13.Old Friend
14.Disorder and Disarray
15.The Wars End
16.You Don’t Care Nothin’
17.As Wicked
18.Avenues & Alleyways
19.The Way I Feel









I Rancid provengono da Berkeley come i NOFX e i Green Day dell’altro Armstrong (Billie Joe). Si sono formati nel 1991 dalle ceneri del mitico gruppo ska-punk Operation Ivy dove militavano Tim Armstrong e il bassista Freeman. Il suono del gruppo ha cambiato pelle più volte nel corso della loro breve, ma intensa, storia: l’esordio era caratterizzato dal basso pirotecnico e spettacolare di Matt Freeman e ottimo punk rock in stile Lookout records (Screeching Weasel, primi Green Day). Da Let’s Go in poi le cose cambiano (e probabilmente anche il conto in banca...): con due chitarre e un altro cantante-compositore; lo stile si affina e il risultato è un disco eccellente, forse il loro migliore lavoro insieme al già citato “wolves”. Il singolo Salvation li proietta ai vertici delle classifiche indipendenti e spiana la strada a tutto quello che verrà dopo. And Out Come The Wolves esplode (è proprio il caso di dirlo, dato che il singolo trainante è TIme Bomb) grazie ad un sapiente dosaggio di elementi ska retaggio del recente passato con i Poison Ivy e grazie all’esperienza acquisita in materia di punk inglese da parte di Frederiksen alla corte di Charlie Harper e i suoi UK Subs. Il disco successivo, Life Won’t Wait, è immerso in buona parte nei suoni reggae e ska (come i Clash hanno tramandato ai posteri); è il loro disco più sperimentale e coraggioso, anche se forse non è stato capito e apprezzato completamente. 
L’album del 2000, l’omonimo Rancid (il secondo a intitolarsi con il nome del gruppo, dopo il disco d’esordio) mette da parte clamorosamente le pulsioni giamaicane e le innovazioni e si tuffa a capofitto nell’hardcore punk di scuola britannica, senza alcun compromesso melodico né nessun singolo adatto alle  trasmissioni radio. Dopo quell’album parteciparono alla serie di split album, editi dalla BYO records dei Youth Brigade, in compagnia dei NOFX. Ogni gruppo riproponeva brani dall’altro con alterne fortune: in questo caso sono sicuramente preferibili le versioni della banda di Fat Mike...
Gli ultimi dischi, Indescrutible e Let the Dominoes Fall sono un buon sunto di tutto quello che hanno composto in passato, senza gli azzardi di Life Won’t Wait né le botte da orbi del Rancid del 2000: buon punk rock con qualche riferimento hardcore e parecchi brani interessanti ma, sinceramente, niente per cui valga la pena di strapparsi i capelli...I “lupi” sono un po’ distanti ormai... Nel frattempo Tim Armstrong ha creato l’etichetta discografica Hellcat Records per la quale sono usciti tanti, ottimi, dischi hardcore e punk (tra gli altri i Distillers dell'ex moglie Brody Dalle e anche l’ultimo Rancid, Let the Dominoes) e si è dilettato con il progetto collaterale Transplants; Lars Frederiksen con i suoi Bastards; Freeman si è ammalato ma fortunatamente ne è venuto fuori e lo storico batterista Brett Reed ha abbandonato la nave.
La speranza è che il futuro in casa Rancid ci riserbi qualcosa all’altezza dei primi 3-4 dischi: la classe non manca... 

La discografia:




Rancid - 1993


Lets' Go - 1994


...And Out Come The Wolves - 1995


Life Won't Wait - 1998


Rancid - 2000


Indestructible - 2003


Let The Dominoes Fall - 2009





















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