antblog: I buchi neri, le rivelazioni, l'assoluzione e la resistenza: Muse

Matthew Bellamy - voce, chitarra, tastiere

Chris Wolstenholme - basso, chitarra

Dominic Howard - batteria

I Muse sono solo tre baldi giovani inglesi, ma danno l’impressione di essere molti di più: il loro “big sound” potente e pirotecnico, quanto originale e immediatamente riconoscibile, sembra prodotto da un’intera orchestra rock (dopata con adeguate dosi di anfetamine). La chitarra di Bellamy è una delle più spettacolari dell’alternative rock; gli arrangiamenti ricercati, e spesso azzardati, donano un eccitante tocco inedito e personale alle loro composizioni. Il suono dei Muse è stato plasmato mescolando diverse componenti come il progressive rock, qualche spunto di elettronica, una certa passione per il suono sontuoso e barocco degli anni Settanta (i Queen...), qualche flebile ricordo new wave e post-punk e una buona dose di musica sinfonica e orchestrale dal gusto intenso ed epico.

Si formarono intorno al 1993 a Teignmouth dopo l’incontro, e relativo scambio di elementi e ruoli, tra due band: i Gothic Plague di Bellamy e di Dominic Howard, e i Fixed Penalty dove suonava Christopher Wolstenholme come batterista, prima di essere convertito al basso da Bellamy.

Solo nel 1998, però, registrarono i primi brani e assunsero la denominazione attuale; i primi due EP, soprattutto il secondo Muscle Museum attirarono l’attenzione della stampa musicale, prima negli USA e successivamente in Europa e in casa loro (l’Inghilterra, ovviamente).

I primi due album, Showbiz e Origin of Symmetry, sono piombati sul panorama alternative rock come due meteoriti: la voce particolare, il pianoforte classico e la chitarra “esuberante” di Matthew Bellamy caratterizzarono il loro suono sin dalle “origini”, aprendo le porte dell’ascensore per le classifiche e il successo commerciale (quanto mai meritato...).

I gioielli di casa Muse: la discografia...

Muse - EP - 1998