sabato 29 ottobre 2011

Diary of Dreams - Ego: X. La recensione




Diary of Dreams - Ego: X

A tre anni di distanza dal bellissimo “If” tornano sul mercato discografico i Diary of Dreams di Adrian Hates con un nuovo lavoro in studio, il dodicesimo della serie. L’album è disponibile in varie edizioni, per tutti i gusti e tutte le tasche: la “standard edition” con 14 brani, la “limited edition” che invece ne contiene 17 nel primo cd e un inedito e 3 versioni remix nel secondo disco, la versione in doppio vinile e la “deluxe box” (doppio cd, libro di 60 pagine e vari gadget).
La tracklist della “Standard edition”:
1.Intro X
2.Undividable
3.Lebenslang
4.Grey the Blue
5.Element 1: Zeitgeist
6.Immerdar
7.Push me!
8.Echo in me (X-version)
9.Splinter
10.Element 5: Resignation
11.Mein-Eld
12.Fateful Decoy
13.Weh: Mut
14.Out of X
Etichetta: Accession - Audioglobe 2011
Ego: X è un concept album (come spesso è accaduto nella storia della band) basato sulle teorie di Freud (il conflitto tra le tre sfere della personalità: Ego, Id e Super Ego). Il sound è quello ormai classico degli ultimi dischi della band tedesca (nekrolog 43 e If, soprattutto) tra gothic e darkwave con largo uso di tastiere ed elettronica, e potenti chitarre elettriche, un ottimo lavoro sui suoni (opera del produttore Daniel Myer) e un po’ meno spazio alle tentazioni da dancefloor a differenza di alcuni lavori del loro passato.
Un disco potente, carico d’intensità drammatica e ricco negli arrangiamenti, com’era lecito aspettarsi. 
Le tracce interessanti, quelle che si aggiungeranno alla lunga lista di piccoli grandi classici del gruppo, sono molte: “Grey the Blue” con il suo malinconico piano e l’intensa melodia; la dolce “Immerdar” lenta ed evocativa; le ottime e classiche “Undividable”, “Mein-Eld” e “Fateful Decoy”; l’atipica, per i loro canoni, “Push me” con la voce di Amelia Brightman ad accompagnare Hates e la bellissima e drammatica “Echo in me”. Ma tutti i brani si mantengono su un livello piuttosto elevato di qualità.
Quando il laser si ferma, alla fine del dischetto, quel che resta è la sensazione che si tratti di un buon lavoro, forse solo leggermente inferiore al precedente “If”. In ogni caso chi segue il “diario dei sogni” non potrà che apprezzare e non avrà alcuna difficoltà ad aggiungere questa nuova pagina alla collezione.
Voto: 8








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