domenica 9 ottobre 2022

La pace, il pacifismo e l'ipocrisia


Eh si, non è sempre facile capire cos'è giusto e cosa no. Soprattutto dopo il bombardamento mediatico con un'intensa pioggia di stravaganti concetti di un'ancora più stravagante pace che prevede migliaia di morti e l'acquisizione violenta di terre altrui, senza il diritto di poter sparare un colpo per difendersi. Boh, io la pace l'ho sempre intesa in modo diverso; io penso che prima bisogni disarmare l'aggressore, chiunque esso sia, e condannare chi commette un crimine non l'aggredito, e comunque ritengo che ognuno abbia il diritto di difendere casa propria, a maggior ragione quando l'invasore non ha nessun motivo valido per invadere e aggredire, figuriamoci per stuprare, torturare, deportare e massacrare. O volete ancora credere alle puttanate della "de-nazificazione" o del Donabass russofono (preventivamente invaso da coloni russi per accaparrarsi terre rare, gas e minerali preziosi)?

In questi giorni sta riprendendo vigore - soprattutto in Italia - l'impeto "pacifista" secondo la nuova interpretazione del termine, sospinto dai soliti noti e dai soliti sospetti verso Zelensky e il popolo ucraino. Come sempre è accaduto dall'inizio dell'invasione russa nessuno (e vorrei sottolinearlo) scende in piazza per protestare contro il regime fascista di Putin e la sua banda di feroci taglia gole. C'è sempre un un certo malcelato sospetto verso gli aggrediti, un certo fastidio in sottofondo che si espande e si infiltra in ogni angolo come un mare di fango e riesce a varcare i confini delle ideologie e dei partiti. Tutto questo un po' è dovuto alla crisi energetica e al freddo che che incombe, ai prezzi che salgono, ma anche e soprattutto dal fatto che gli USA e la UE appoggino senza se e senza ma - a differenza di quanto accade da noi - la legittima difesa del popolo ucraino. Di certo, se solo un decimo (o anche meno) delle atrocità commesse dalle bestie russe le avessero fatte gli americani, mezza Italia sarebbe scesa in piazza con le armi in mano e i passamontagna calati sul volto. I "pacifisti" avrebbero messo a ferro e fuoco le nostre città. Invece in questo caso il criminale Putin continua ad essere un rispettatissimo leader di un gran bel paese amico (dove non ci sono diritti civili e gli oppositori e i giornalisti muoiono come mosche in galera o per strada, ma questo pare non interessi a nessuno) che per giunta ci da petrolio e gas, salvo poi far saltare le condotte e avere anche la faccia di culo di accusare gli altri del sabotaggio. Intanto i "pacifisti" serrano i ranghi per protestare contro l'invio delle armi all'Ucraina e un po' anche contro la guerra e il massacro di civili, ma questo è solo un piccolo particolare secondario. Per i nostri strani pacifisti, sia chi è sempre stato contrario al fatto che gli ucraini si dovessero e potessero difendere, sia chi ha cambiato idea e ritiene che ci si possa difendere solo un po', poco poco, piano piano, come piace a noi, il problema è che Zelensky non deve difendere il suo popolo e tantomeno contrattaccare perché altrimenti farebbe un favore agli USA mica ai civili ucraini massacrati. Fortunatamente per noi ai tempi della seconda guerra mondiali questi "pacifisti" non esistevano e i popoli, i partigiani e gli alleati (c'erano anche gli USA vi ricordate?) potevano difendersi, contrattaccare e riprendersi le loro case. Ora, invece, i morti, le stragi e le torture passano in secondo piano. I "pacifisti" continuano a insistere stucchevolmente sui negoziati e sulla diplomazia come se Putin fosse disponibile davvero a un trattato di pace. A mr. Putin non interessa finire la guerra, non interessano le cazzate di questi presunti "pacifisti." Valdimiro vuole solo prendersi quanto più possibile terreno ucraino (con annessi gas, granai e minerali preziosi) non si fermerà mai, se non con una pallottola in fronte e non vuole negoziare un benamato cazzo. Ora accusa Kiev di terrorismo per aver fatto saltare il ponte che collega la Crimea alla Russia e tutti intorno ad annuire perché si, vi ricordate? Gli ucraini e Zelensky non possono difendersi e non possono riprendersi la loro terra. I "pacifisti" hanno deciso così. Perché in questa era infame tutti parlano, tutti decidono e i diretti interessati, chi è veramente nella merda, non hanno libertà di parola. 

Affanculo Putin, affanculo la Russia!

lunedì 3 ottobre 2022

Inizia con una sconfitta il campionato LBA 2022-23 della Dinamo

 


Dopo un ottimo pre-campionato e un'eccellente Supercoppa, che ha visto la Dinamo-Banco di Sardegna arrendersi solo nel finale alla Virtus Bologna dopo essere stata in vantaggio per gran parte del match, ieri 2 settembre è partito il campionato di Serie A. La Dinamo è arrivata a Varese con tante buone sensazioni (ma anche un'infermeria piena: Devecchi, Treier, Chessa e ora anche Gentile) sicura, come lo eravamo tutti noi, di poter fare nuovamente una gran bella figura. Invece Varese, dopo un primo quarto di studio e sostanzialmente alla pari, si è dimostrata più forte e competitiva e ha vinto meritatamente. Alla Dinamo non sono bastati il cuore e l'orgoglio, l'eccezionale Onuaku e l'infaticabile Robinson per avere la meglio. Probabilmente ha pesato un po' la stanchezza per la Supercoppa e il ritardo di alcuni giocatori e sicuramente anche le assenze, ma guardando la partita si ha avuto l'impressione che Varese fosse alla portata, sarebbe bastata solo una piccola spinta; un utilizzo delle ultime riserve di energie per ingranare una marcia più alta e la Dinamo probabilmente ce l'avrebbe fatta. È finita 87 a 81 nonostante la doppia doppia di Ounaku (17 punti, 12 rimbalzi) e i 18 punti e 5 assist di Robinson. Gli altri non hanno demeritato completamente, anzi si è visto anche qualche piccolo segnale di crescita da parte di Jones, qualcosa di buono da parte Kruslin (10 punti) seppur a fasi alterne, un po' di Dowe (6 punti e 6 assist) e Diop (13 punti e 7 rimbalzi) e anche uno stanchissimo Bendzius, che pur non disputando una grande partita come al suo solito, porta a casa 13 punti e 6 assist. È piaciuta anche la grinta di Raspino, ma tutto si è svolto a sprazzi e fiammate, senza grande continuità e forse senza la giusta convinzione. Comunque non è giusto né corretto criticare la squadra che, del resto, è solo alla prima di campionato e ha mille attenuanti. Di certo Varese, in un altro momento, la si poteva battere senza grossi problemi, per quanto sia ben attrezzata. Ora è già tempo di BCL: la Dinamo scenderà in campo mercoledì 5 ottobre per il primo step di coppa europea. Al PalaSerradimigni verranno ospitati gli spagnoli del Malaga e non sarà uno scherzo. Fischio d'inizio per il Game 1 di Basketball Champions League alle ore 20.30.

Forza Dinamo!