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Bochesmalas

venerdì 23 settembre 2011

Nepal: over the top of the world




Il Nepal non è una meta per tutti, ma tutti ci possono andare e trovare quello che si cerca e forse anche qualcosa di più. Prima di partire può essere utile un po’ di esercizio fisico per abituarsi alle lunghe camminate, ai capricci del clima, ai lunghi spostamenti in auto, al trekking, a eventuali visite sul tetto del mondo dove l’ossigeno scarseggia. Può essere utile anche una buona lettura per informarsi su cosa si può fare e cosa no. Un ottimo punto d’inizio è sicuramente la guida di Lonely Planet, poi c’è internet, i documentari e qualche soldo da spendere in avventura.
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Il Nepal è un posto meraviglioso schiacciato come un wurstel tra due grosse fette di pane grasso (l’India e la Cina). L’influenza dei paesi confinanti si nota parecchio. Soprattutto l’ombra lunga della grande sorella India si nota ovunque: le automobili, il cinema, la televisione, il traffico caotico e anarchico in puro “Indian style”. Ma il Nepal non è il “piccolo fratello povero” dell’India, è molto di più.
Il suo territorio è zeppo di siti dichiarati patrimonio mondiale dall’UNESCO. L’Himalaya con le sue vette mozzafiato ne decora i contorni come un prezioso monile. Dieci dei quattordici monti più alti del pianeta si trovano in territorio nepalese.
Da non perdere nella Valle di Kathmandu:
Una visita a Swayambunath, dove si può ammirare lo stupa più antico del Nepal.
Un bel giro a Patan per immergersi nell’antica atmosfera regale della vecchia capitale.
Bodnath, dove si trova lo stupa più grande del mondo.
Pashupatinath, luogo sacro degli indù dove si effettuano i riti funebri e le cremazioni.
La splendida città medievale di Bhaktapur.





























































Kathmandu con il suo incredibile e rumoroso traffico non è un posto facile. Per attraversare la strada è d’obbligo un testamento preventivo dal Notaio o, quantomeno, un buon rapporto d’amicizia con qualche Santo lassù in alto. Ma anche se si riesce a raggiungere il lato opposto della strada, bisogna tenere presente che i polmoni hanno comunque necessità di avere un buon apporto di ossigeno e non di ossido di carbonio, polveri più o meno sottili, gas maleodoranti e ogni sorta d’inimmaginabile leccornia per le narici.
Purtroppo il problema più grande, se non si fosse capito, è l’inquinamento pestilenziale e asfissiante che avvolge e sconvolge la città e quello che le sta intorno. Una micidiale combinazione di sovraffollamento, carenza di strade adeguate, benzina di scarsa qualità e un’incredibile quantità di mezzi di trasporto a motore.
Per difendersi dalle insidie dell’aria di Kathmandu non sono certo sufficienti le mascherine di stoffa che usano molti abitanti del luogo. L’unico modo per salvarsi in casi simili è l’utilizzo dell’aria condizionata e dei finestrini rigorosamente chiusi. Ma purtroppo pochissime auto che circolano in Nepal hanno l’aria condizionata e quindi non resta altro da fare che lasciarsi asfaltare i polmoni.
C’è da considerare, inoltre, che l’animale più diffuso in Nepal è il camion; una bestia coloratissima e rumorosa che vive in grossi branchi e riesce ad avere la meglio su qualsiasi altra specie.
Altro animale che popola le strade nepalesi in gran numero è il pullman, anch’esso colorato, rumoroso e maleodorante, ma più agile e veloce e anche più generoso nell’accogliere altre specie viventi sul suo dorso. Gli esseri umani gradiscono molto la sua ospitalità, tanto che non sanno resistere al suo richiamo e accorrono in centinaia.









In ogni caso per dare un po’ di sollievo ai bronchi non c’è che l’imbarazzo della scelta: una totale immersione nella natura nel Parco Nazionale di Chitwan o un’escursione dalla cittadina di Pokhara per ammirare le vette dell’Annapurna.
Si possono ammirare svariati animali, sicuramente meno pericolosi dei camion: rinoceronti, elefanti, aquile, tigri, scimmie, leopardi, ma anche bufali d’acqua, martin pescatori, marabù e...sanguisughe.
Per chi è appassionato di trekking il Nepal è un paradiso. Per chi ama la natura, e riesce a sopravvivere ai fumi di Kathmandu, il Nepal è un posto incantevole, ricco di vita, colori e profumi.
Il cibo è ottimo; non è vario e ricco come quello indiano ma è molto gustoso e adatto per tutti i palati. Si trovano ristoranti eccellenti con prezzi molto ragionevoli.
C’è da dire anche che, nonostante il Nepal sia un paese in crescita ma ancora povero, più povero dell’India, le periferie delle città non sono sporche e degradate come spesso lo sono quelle indiane. Sono molto dignitose e la case hanno generalmente un buon aspetto.
Poi la gente nepalese è la marcia in più di questo paese. Qualcuno ha detto che la prima volta che si affronta un viaggio in Nepal lo si fa per vedere il posto. La seconda volta si va in Nepal per incontrare nuovamente le persone conosciute in precedenza.







































Consigli di viaggio:
Non andare in gruppo. Due o quattro persone al massimo sono l’ideale per potersi immergere meglio nell’atmosfera del luogo, per spostarsi nelle vie affollate e nelle strade dissestate con mezzi adeguati e avere un buon rapporto con gli abitanti. I nepalesi sono in genere gente molto ospitale, onesta, orgogliosa e socievole e le relazioni umane in loco riservano piacevoli sorprese.
Non affidarsi alle “solite” agenzie di viaggio. E’ preferibile rivolgersi a realtà molto meglio inserite nel contesto locale come Evolution Travel.
Munirsi di mascherine adeguate per proteggersi dallo smog di Kathmandu.
Munirsi di pazienza per affrontare le lungaggini burocratiche e i controlli infiniti negli aeroporti nepalesi e indiani.
Per i fumatori è importante sapere che, a differenza di quanto accade negli aeroporti europei, gli accendini sono la prima cosa che viene sequestrata durante i controlli di sicurezza. Perciò è meglio metterli nelle valigie che vengono imbarcate in stiva.
Ringraziamenti:
Il mitico Lal, conoscitore di tutti i sentieri possibili e immaginabili; il poliglotta Jeevan, guida eccellente; Iswali guida del Jungle Lodge al Chitwan national park al quale non sfugge neanche il volo di una mosca a svariati chilometri di distanza; l’incredibile autista Arjun e la sua vecchia Toyota, con i quali si può viaggiare per otto, nove ore consecutive nelle strade peggiori del mondo senza stancarsi.
Infine un grande ringraziamento a Bruno Bottaro e all’Evolution Travel per la serietà, precisione e competenza.


http://www.passaggioinoriente.com/

L’agenzia Skyline Treks & Expedition di Kathmandu.
Nenne e Mariolina per la pazienza.
Maria Antonietta e mother Angela per l’assistenza.
Antonio e Barbara.

2 commenti:

  1. La scimmia mi sembra di riconoscerla.
    Interessante leggere il reportage, i commenti e le belle foto che li accompagnano, oltretutto senza vivere i problemi di respirazione dei protagonisti.
    Il tutto gratis. Mi dispiace ma Bruno Bottaro dovrà aspettare ancora un po' la mia visita.

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